DMC Devil May Cry

E' stato detto e ripetuto più volte: DMC Devil May Cry sarà molto diverso dal solito Devil May Cry. A conti fatti, dal punto di vista squisitamente visivo del titolo conosciuto nel lontano 2001 rimarrà, infatti, davvero ben poco, a cominciare dalla rinuncia alle tipiche ambientazioni gotiche che hanno contraddistinto ciascun episodio della serie per poi concludere con l'aspetto vero e proprio del suo protagonista, trasformato nel classico bullo dei giorni nostri.

Ciò detto, é altrettanto chiaro che giudicare un gioco basandosi esclusivamente sulla “copertina” sarebbe un errore tanto macroscopico quanto poco lungimirante. Tanto più che in sede di annuncio lo stesso Keiji Inafune era stato piuttosto chiaro: Devil May Cry doveva comunque cambiare. Doveva farlo perché una struttura sempre più ingessata ed attorcigliata su se stessa rischiava alla lunga di disperde il valore accumulato dal brand in più di dieci anni di onorata carriera e perché, conti alla mano, era diventato ormai necessario assecondare maggiormente le richieste del pubblico non nipponico.

DMC Devil May Cry

table_img_212

La strada intrapresa dall'occidentalissimo team Ninja Theory (Heavenly Sword, Enslaved) é indubbiamente in salita e disseminata di trappole più o meno visibili. Da un lato c'era, come detto, la necessità di dare una svecchiata alla serie. Dall'altro la volontà di abbattere una volta per tutte la resistenza di quegli stessi videogiocatori che si lamentano dell'eccessivo taglio col passato ma che fin troppo spesso, di contro, si lagnano dell'assenza di novità di rilievo nel panorama videoludico attuale e della mancanza di team disposti anche a rischiare la figuraccia pur di presentare qualcosa di veramente nuovo. In mezzo, come detto, c'é DMC Devil May Cry. Un gioco sicuramente alternativo, se paragonato ai precedenti capitoli della saga ma non per questo meno all'altezza del nome che porta. E poi, siamo proprio sicuri che un gioco all'apparenza così diverso non possa risultare più " Devil May Cry style" di tanti altri?

Benvenuti nel nuovo corso
Dal punto di vista puramente cronologico DMC Devil May Cry si pone più come un preboot (cit. Pi3r di Halifax) a se stante, che non come un episodio "incastonabile" nella normale timeline di Devil May Cry. Sotto questo punto di vista le incongruenze risultano piuttosto evidenti fin dalle primissime battute di gioco. Non ci riferiamo tanto alla scelta di ambientare il gioco in un universo più moderno e decadente del solito (che in realtà avrebbe perfettamente senso visto che in questo caso l'unica differenza sarebbe dovuta più alla scelta degli ambienti che non alla differente linea temporale adottata), quanto piuttosto al profilo utilizzato per il giovanissimo Dante, audace, turbolento e ribelle quanto basta ma con un passato ed un rapporto con Vergil ancora tutto da decifrare.

Questi aspetti, uniti alle fattezze del protagonista, indurrebbero a pensare ad un quinto capitolo antecedente a Devil May Cry 3, non fosse per la presenza di diverse incongruenze sul fronte narrativo e la capacità del "nuovo" Dante di sfruttare fin da subito alcuni dei poteri acquisiti nel già citato DMC 3 solo dopo l'incontro scontro con Vergil. E' quindi opportuno pensare a DMC Devil May Cry come ad un episodio creato sulla falsariga di Star Trek di J.J. Abrams: effettuato un passo indietro, non resta altro che portare qualche variante al tema per creare un filone narrativo completamente nuovo.




Abbandonate le cupe atmosfere dei precedenti episodi, DMC Devil May Cry si affida come detto ad ambienti di gioco e ad un background narrativo decisamente più al passo coi tempi, che alterna alla stereotipata lotta fra il bene ed il male la volontà da parte del sempreverde Mundus di tenere sotto scacco il mondo terreno attraverso il controllo del mercato finanziario globale.

In questo caso specifico, a farne le spese saranno gli inermi quanto inconsapevoli abitanti del mondo terreno ed in particolare quelli di Limbo City, una metropoli “senziente” a cavallo dei due mondi, capace all'occorrenza di trasformarsi in una realtà parallela a dir poco surreale, fatta di strutture fatiscenti (le stesse della città nella sua versione "standard" seppur riviste in chiave demoniaca grazie anche all'uso di colori pastello piuttosto vividi) che si contraggono e si espandono in maniera apparentemente autonoma.

Unico comune denominatore di entrambe le realtà é, ovviamente, Dante. Il giovane figlio di Sparda, totalmente all' oscuro delle proprie origini (demoniache e non) e dell'esistenza stessa di Vergil, é infatti il solo essere “umano” in grado di vivere entrambe le realtà in maniera completamente attiva (durante l'intero arco della trasformazione di Limbo City tutti i suoi abitanti saranno, infatti, rappresentati sotto forma di ombre prive di coscienza e consistenza), nonché l'unico essere in possesso della forza necessaria per bloccare l'avanzata di Mundus e del suo demoniaco esercito una volta per tutte.

In puro stile Devil May Cry, anche in questa occasione non mancherà, comunque, come da prassi l'intervento di una dolce quanto misteriosa donzella. Questa volta, a coprire il ruolo che fu di Trish prima e di Lucia e Lady poi sarà la giovane Kat,un medium della setta dell'Ordinecapace di vedere e sentire il limbo nella sua forma più perversa pur senza parteciparvi in forma completamente piena, particolarmente interessata (per dei motivi che per questioni di spoiler non vi sveleremo) al ruolo di Dante ed alla sua vera storia, nonché l'unica in grado di disegnare punti di ingresso ed uscita attraverso i due mondi. Pur senza interagire direttamente con l'ambiente circostante (fatto questo che non la metterà comunque al riparo da eventuali attacchi), spetterà alla giovane medium il compito di guidare Dante attraverso l'ennesimo percorso ad ostacoli, da cui potrà uscire un solo ed unico vincitore.

DMC Devil May Cry

table_img_2678
DMC Devil May Cry

DMC Devil May Cry

Bene, anzi benissimo. L'impatto con il nuovo DMC Devil May Cry é da considerarsi più che positivo. Ninja Theory é stata capace di aggiornare una serie in maniera piuttosto incisiva senza però snaturarne l'essenza che ne ha contraddistinto il cammino, con buona pace di chi riteneva questo episodio della serie troppo brutto per essere vero. Tanto più che per un Dante platino c'é sempre tempo...

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato sul mondo Gamesurf: anteprime, recensioni, prove e tanto altro.

ISCRIVITI