Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3
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Quello di DragonBall è un fenomeno mediatico capace di appassionare miriadi di persone, soprattutto giovanissimi: la fervida mente Akira Toriyama è riuscita nell'intento di creare una serie di anime e cartoon che hanno letteralmente ammaliandosi le folle, trascinandosi dietro anche tutto ciò che di solito accompagna un successo televisivo. Non c'è da stupirsi, quindi, nel vedere oggetti di qualunque tipo marchiati con l'effige tipica di Goku, zaini e portapenne con la scritta DragonBall in bella vista, così come non deve stupire il fatto che da una decina di anni a questa parte abbiano preso spunto dalla serie due decine di videogiochi, con un ammontare complessivo di circa dieci milioni di giochi venduti in tutto il mondo. Dopo il buon DragonBall Z: Budohai Tenkaichi 2, che aveva recentemente sorpreso per un discreto salto di qualità mostrato rispetto alle recenti apparizioni su schermo, tale da portarlo a competere con i più blasonati picchiaduro della concorrenza, siamo qui ora a recensire il terzo capitolo della serie, il quale si autoproclama il più completo e curato di sempre.
La famiglia al completo
Innanzi tutto va menzionata la quantità industriale di personaggi, 161 in tutto, tra cui vanno menzionati Nail, King Cold, King Vedeta, un Guku adolescente preso in prestito da Dragon Ball GT, Super Saiyan e tanti altri, per la cronaca una ventina in più rispetto a quanto visto nel prequel, che già non era criticabile per la capacità di regalare al giocatore l'imbarazzo della scelta.
Ciascun personaggio è piuttosto ben caratterizzato, rigorosamente in un cel shading quanto mai appropriato per far apprezzare visivamente i protagonisti dei manga, e ciascun lottatore è contraddistinto dalle proprie mosse speciali, in modo tale da regalare un tantino di varietà in più al gioco. Ognuno di loro, inoltre, rende visibile sul loro corpo e sul loro abbigliamento i colpi subiti a mezzo di squarci, lividi e ammaccature che nella parte finale dell'incontro vi faranno quasi provare pietà per loro.
Tali lottatori si dovranno fronteggiare in una delle venti ambientazioni disponibili, che spaziano dalle rovine della città al deserto, dalle zone innevate alle ampie praterie, senza dimenticare una suggestiva località infernale. Tutte sono piuttosto vaste, non troppo ricche di dettagli e con qualche elemento che tra l'altro offre un minimo di interagibilità, rappresentando allo stesso tempo un buon modo per ripararsi dagli attacchi energetici del rivale e un elemento abbattibile a mezzo dei colpi che scaglierete durante la lotta. Gli sfondi delle vostre lotte saranno inoltre selezionabili sia nella versione diurna sia in quella notturna, permettendo così ai personaggi di trasformarsi grazie alla potenza della Luna. Va detto, tuttavia, che le ambientazioni peccano un tantino in varietà, essendo piuttosto simili a quelle dei precedenti capitoli della serie e, come già detto, spoglie in termini di elementi contenuti.
Poco sullo schermo
Per quanto riguarda il combattimento in sé, siamo di fronte a un titolo dall'impostazione suggestiva e spettacolare, in cui la coreografia è collocata nel ruolo di protagonista: grazie alle inquadrature dinamiche (non gestibili dal giocatore, ma tali da focalizzare lo sguardo verso il nemico, lasciando comunque intravedere il lato del nostro personaggio) l'effetto visibile sullo schermo assomiglia più a una puntata del classico cartoon, piuttosto che un livello di un videogioco. L'effetto è amplificato dai primi piani verso i lottatori che stanno preparando un attacco energetico, durante i quali si assiste a splendidi effetti luminosi oltre alle sfavillanti esplosioni che accompagnano gli affondi particolarmente dolorosi.
Il motore grafico, inoltre, si distingue per la capacità di non lasciar percepire rallentamenti nel frame rate nemmeno nelle situazioni più critiche, che tra l'altro consistono nel crollo di elementi facenti parte delle ambientazioni, come ad esempio la nuvola di polvere che si eleva al posto di quello che prima era una montagna di rocce. Va detto, tuttavia, che a parte una nuvoletta, due personaggi volanti e alcune palle infuocate non c'è molto altro da gestire sullo schermo, il quale di tanto in tanto lascia percepire una certa povertà di elementi (come del resto suggerisce il manga).
Nulla di innovativo all'orizzonte
Per il resto va segnalato come il gioco si riveli piuttosto sfidante, complice una AI capace di mettervi in difficoltà grazie alla sua velocità di movimento e alla sua capacità di alternare attacchi a corto raggio ad affondi a energetici dalla distanza, rivelandosi quindi non banali da battere.
Sono presenti inoltre un paio di modalità dal discreto valore aggiunto, come l'Ultimate Battle (detto anche Disc Fusion), che consiste nella possibilità di inserire al momento opportuno il disco di uno dei due prequel, al fine di accedere a nuovi combattimenti, così come il Battle Replay Mode, con il quale potrete salvare le vostre migliori prestazioni e rivederle quando più vi aggrada.
Durante i lunghi caricamenti potrete infine partecipare a banalissimi minigiochi, che tuttavia riescono a distrarvi dall'attesa che altrimenti si rivelerebbe un tantino eccessiva.
Per gli appassionati, infine, il gioco sarà venduto anche in edizione limitata, che consiste in una speciale confezione contenente oltre al gioco, anche un poster con tutti i personaggi selezionabili e un libro con gli artworks disegnati durante la fase di sviluppo.
Per la conclusione non perdetevi il commento.
La famiglia al completo
Innanzi tutto va menzionata la quantità industriale di personaggi, 161 in tutto, tra cui vanno menzionati Nail, King Cold, King Vedeta, un Guku adolescente preso in prestito da Dragon Ball GT, Super Saiyan e tanti altri, per la cronaca una ventina in più rispetto a quanto visto nel prequel, che già non era criticabile per la capacità di regalare al giocatore l'imbarazzo della scelta.
Ciascun personaggio è piuttosto ben caratterizzato, rigorosamente in un cel shading quanto mai appropriato per far apprezzare visivamente i protagonisti dei manga, e ciascun lottatore è contraddistinto dalle proprie mosse speciali, in modo tale da regalare un tantino di varietà in più al gioco. Ognuno di loro, inoltre, rende visibile sul loro corpo e sul loro abbigliamento i colpi subiti a mezzo di squarci, lividi e ammaccature che nella parte finale dell'incontro vi faranno quasi provare pietà per loro.
Tali lottatori si dovranno fronteggiare in una delle venti ambientazioni disponibili, che spaziano dalle rovine della città al deserto, dalle zone innevate alle ampie praterie, senza dimenticare una suggestiva località infernale. Tutte sono piuttosto vaste, non troppo ricche di dettagli e con qualche elemento che tra l'altro offre un minimo di interagibilità, rappresentando allo stesso tempo un buon modo per ripararsi dagli attacchi energetici del rivale e un elemento abbattibile a mezzo dei colpi che scaglierete durante la lotta. Gli sfondi delle vostre lotte saranno inoltre selezionabili sia nella versione diurna sia in quella notturna, permettendo così ai personaggi di trasformarsi grazie alla potenza della Luna. Va detto, tuttavia, che le ambientazioni peccano un tantino in varietà, essendo piuttosto simili a quelle dei precedenti capitoli della serie e, come già detto, spoglie in termini di elementi contenuti.
Poco sullo schermo
Per quanto riguarda il combattimento in sé, siamo di fronte a un titolo dall'impostazione suggestiva e spettacolare, in cui la coreografia è collocata nel ruolo di protagonista: grazie alle inquadrature dinamiche (non gestibili dal giocatore, ma tali da focalizzare lo sguardo verso il nemico, lasciando comunque intravedere il lato del nostro personaggio) l'effetto visibile sullo schermo assomiglia più a una puntata del classico cartoon, piuttosto che un livello di un videogioco. L'effetto è amplificato dai primi piani verso i lottatori che stanno preparando un attacco energetico, durante i quali si assiste a splendidi effetti luminosi oltre alle sfavillanti esplosioni che accompagnano gli affondi particolarmente dolorosi.
Il motore grafico, inoltre, si distingue per la capacità di non lasciar percepire rallentamenti nel frame rate nemmeno nelle situazioni più critiche, che tra l'altro consistono nel crollo di elementi facenti parte delle ambientazioni, come ad esempio la nuvola di polvere che si eleva al posto di quello che prima era una montagna di rocce. Va detto, tuttavia, che a parte una nuvoletta, due personaggi volanti e alcune palle infuocate non c'è molto altro da gestire sullo schermo, il quale di tanto in tanto lascia percepire una certa povertà di elementi (come del resto suggerisce il manga).
Nulla di innovativo all'orizzonte
Per il resto va segnalato come il gioco si riveli piuttosto sfidante, complice una AI capace di mettervi in difficoltà grazie alla sua velocità di movimento e alla sua capacità di alternare attacchi a corto raggio ad affondi a energetici dalla distanza, rivelandosi quindi non banali da battere.
Sono presenti inoltre un paio di modalità dal discreto valore aggiunto, come l'Ultimate Battle (detto anche Disc Fusion), che consiste nella possibilità di inserire al momento opportuno il disco di uno dei due prequel, al fine di accedere a nuovi combattimenti, così come il Battle Replay Mode, con il quale potrete salvare le vostre migliori prestazioni e rivederle quando più vi aggrada.
Durante i lunghi caricamenti potrete infine partecipare a banalissimi minigiochi, che tuttavia riescono a distrarvi dall'attesa che altrimenti si rivelerebbe un tantino eccessiva.
Per gli appassionati, infine, il gioco sarà venduto anche in edizione limitata, che consiste in una speciale confezione contenente oltre al gioco, anche un poster con tutti i personaggi selezionabili e un libro con gli artworks disegnati durante la fase di sviluppo.
Per la conclusione non perdetevi il commento.