Dragon Quest III 2D-HD, abbiamo provato l’atteso remake di Square-Enix
L’inizio della saga di Erdrick darà il via a un’operazione di rifacimento dei primi tre capitoli di Dragon Quest
Il 1988 è abbastanza lontano dalla nostra concezione e dalle nostre idee. Eppure, grazie a Square-Enix e l’operazione di rifacimento in HD di Dragon Quest 3, adesso è molto più vicino. Il terzo capitolo della saga ideata da Enix e corredata di quel grande lavoro artistico e creativo fatto da Akira Toriyama è da moltissimi ritenuto il vero inizio di Dragon Quest, quello spartiacque che permise poi, dall’altra sponda di Tokyo, a Hironobu Sakaguchi di capire in che modo impostare il proprio Final Fantasy. Era l’epoca d’oro dei jRPG, ma anche il periodo in cui il genere era molto acerbo e aveva bisogno di qualcosa di particolare per convincere chi era abituato a ben altri giochi e avventure. Così il 14 novembre 2024 sarà il momento di lanciarci all’avventura per riscoprire Dragon Quest III con la sua versione HD-2D, alla quale poi, nel corso del 2025, seguiranno i remake HD-2D di Dragon Quest I e II. Intanto, però, abbiamo avuto modo di provare per un’ora circa il terzo capitolo.
La Roto Trilogy è pronta a tornare
Il motivo per il quale Square-Enix ha deciso di iniziare la propria lavorazione in ambito remake dal terzo capitolo è presto spiegato: Dragon Quest III era a tutti gli effetti un prequel dei precedenti due capitoli, segnando l’avvio della trilogia dedicata a Erdrick (Roto, come originariamente chiamato nella versione giapponese). Per questo motivo, nel tentativo di ricostruire per i nuovi giocatori un percorso narrativo sensato, si è deciso di partire dal terzo capitolo. D’altronde, la ratio dietro queste operazioni è proprio quella di fare in modo che i nuovi giocatori possano avvicinarsi ai titoli del passato, così da scoprire da dove partono le saghe che ancora oggi riescono a mantenersi in vita: visto che l’arrivo di un nuovo capitolo di Dragon Quest non è così lontano come sembra, il senso del remake si avvicina all’obiettivo di scoperta del passato, sul quale costruire il futuro.
Dragon Quest III 2D-HD avrà degli episodi inediti, che sono stati inseriti con la supervisione di Yuji Horii, il creatore della saga, così da evitare di poter deturpare il copione originale. Ci atteniamo a quanto ci è stato comunicato, perché non abbiamo avuto modo di addentrarci così a fondo della vicenda per poter scoprire se effettivamente il remake si è mantenuto fedele, ma allo stesso tempo non vediamo perché non crederlo. Ciò che è stato anche aggiornato, così da permettere un ammodernamento non solo grafico ma anche tecnico, è l’intero impianto della colonna sonora, eseguita ex novo dalla Tokyo Metropolitan Symphony, così da sostituire quella che era stata creata con dei synth alla fine degli anni Ottanta.
Come si aggiorna Dragon Quest
L’aspetto più affascinante è sicuramente relegato a quello che è stato l’aggiornamento del gameplay: Dragon Quest III 2D-HD, d’altronde, per quanto si sia presentato con una nuova veste (e in versione Switch con un po’ di cali di frame-rate, che però immaginiamo possano essere risolti nella versione docked), si concentra molto su quello che è stato il lavoro di miglioria del battle system. In linea con quelle che sono le proposte dei videogiochi mobile, Dragon Quest vi permetterà di saltare tutte le battaglie affidandovi all’automatico, così da potervi preoccupare solo della narrativa e lasciar andare l’avventura da sé. D’altro canto, per chi vorrà rivivere un’esperienza simile a quella vissuta in passato e riscoprire il fascino mai sopito dei combattimenti a turno, sarà possibile gestire le battaglie con la velocità preferita: in sincerità vi diciamo che anche quella più veloce, la massima, ci ha costretto a leggere dei testi molto farraginosi. Da quel punto di vista, Dragon Quest è rimasto molto ancorato a ciò che era, tenendosi ben saldo a un approccio prolisso dal punto di vista dei contenuti testuali, della spiegazione delle azioni e anche del level up dei personaggi.
Tutti gli scontri si sono mantenuti casuali, tanto sull’overworld che nei dungeon, così da accontentare chi voleva un ritorno al passato in pieno stile. L’interfaccia, invece, è stata ridisegnata per fare in modo che sembrasse più moderna possibile, con dei tutorial che permettono di comprendere come gestire al meglio l’intero inventario e anche l’equipaggiamento dei vari membri del party, tutti da assoldare prima di partire all’avventura, così da evitare il rischio di ritrovarsi da solo a combattere orde di nemici.
Sulla difficoltà, invece, c’è da fare una valutazione per ora solo preliminare: la possibilità di effettuare attacchi ad area alla stessa tipologia di nemici, a volte ci ha permesso, sfruttando le potenti magie della classe specifica, di concludere le battaglie in pochi secondi. Aspetto sicuramente positivo per la quality of life, ma che a lungo andare ci ha lasciato quasi intendere che la difficoltà non fosse poi così alta. A venirci incontro in tal senso c’è anche il nuovo sistema di salvataggio, che all’interno di ogni chiesa presente in gioco ci permette di metterci al sicuro e di evitare di perdere i progressi fatti fino a quel punto.
Da segnalare, infine, che per agevolare le fasi di esplorazione e ancora una volta la quality of life di cui sopra, Dragon Quest ha aggiunto un indicatore delle missioni presenti sulla world map: andando a consultarla sarà possibile sapere in che direzione dovremo andare, così da non dover decifrare le eventuali complesse indicazioni degli NPC, che ci diranno di andare a sud est del bosco collocato a ovest del villaggio e così via. Proseguire nell’avventura diventa così molto più immediato, ma vi tranquillizziamo dicendo che l’indicatore può essere tanto tenuto quanto disattivato, così da aumentare la personalizzazione su quello che è l’approccio all’avventura finale.