Dragon's Crown
C’è un fatto, anzi due, che sono più che consolidati nell’immaginario comune dei giocatori di Dragon’s Crown, picchiaduro a scorrimento con forti contaminazioni ruolistiche di Vanillaware. La prima è ovviamente la certezza di aver visto e toccato con mano una delle pochissime killer application per PSVita; uno di quei titoli che hanno letteralmente fatto invidare la portatile di Sony.
La seconda è la forte identità spirituale che trae profonda ispirazione da pezzi storici come D&D Shadow Over Mystara e Tower of Doom. Titoli che ancora oggi rappresentato lo stato dell’arte del genere, avvalorati da una licenza fortissima, da sempre legata al concetto di fantasy classico.
Durante una presentazione stampa abbiamo avuto la possibilità di toccare con la nuova versione di Dragon’s Crown Pro, in uscita nei prossimi mesi sia su PS4, che su PS4 Pro.
Botte da orbi
Dragon’s Crown, nonostante un gameplay discretamente immediato, è sempre stato visto come un prodotto “difficile”: incredibilmente attraente ed affascinante, ma allo stesso tempo complesso sotto più di un aspetto. Alla componente dello scorrimento orizzontale, veniva attaccata una parte ruolistica tutto'altro che ausiliaria.
La versione per l’attuale generazione di console è praticamente identica a quella uscita su PS3, con le uniche due eccezioni che riguardano da una parte una grafica in 4K e l’altra la registrazione di una nuova colonna sonora totalmente orchestrata, oltre ad una localizzazione in lingua italiana per quanto riguarda i sottotitoli.
Proprio per tale motivo, questa tipologia di operazione si rivolge ad un pubblico nuovo (oppure fortemente desiderose di giocare un titolo con una risoluzione validissima), capace di comprendere quanto l’accoppiata divano-pad-console, sia probabilmente la migliore configurazione possibile di un titolo che su PSVita era bellissimo, ma si notava essere palesemente sacrificato.
Provato su PS4 invece, il gioco di Vanillaware sboccia e fiorisce in un tutta la sua prorompente bellezza. Uno stile particolare, unico, a volte quasi contestato ma incredibilmente ricco di fascino e carisma.
Tolto questo però, è bene sottolineare che il gioco non offre nuovi contenuti, ma un semplice porting uno ad uno di quello che già è stato giocato. Di conseguenza è altrettanto chiara la direzione che intraprende questo progetto per l'attuale generazione. Dragon’s Crown è chiaramente indirizzato a coloro che per un motivo o per un altro, non hanno avuto modo di poter giocare le versioni su PS3 e PSVita.
Se siete all’interno di questa cerchia di giocatori, il nostro consiglio spassionato è quello di immergervi senza remore all’interno di un mondo fantasy conturbante, esteticamente eccessivo ma incredibilmente divertente, in grado di far tornare in mente echi di un periodo in cui giochi di questo genere dettavano legge.
Se invece siete tra coloro che hanno avuto di immergersi già in questa fantastica avventura, l'acquisto può diventare una buona possibilità per tornare all'interno di un mondo che vale sempre la pena tornare a rovistare ogni tanto, specialmente quando è così bello da vedere e ascoltare.