Drakengard
di
Antonio 'Treasure Hunter' Norfo
Chaos Below
Il mondo è offuscato dalle instancabili tenebre e la guerra imperversa mietendo vittime tra due fronti che si contendono vita e vittoria. L'Impero ostacola le forze dell'Unione e Caim è il principe esponente di quest'ultima, irriducibile fazione. Per mantenere intatto il suo onore e garantire la salvezza della sua divina sorella (una dea mortale di nome Furiae su cui grava l'ordine del mondo) egli dedica la sua vita alla via del guerriero. Le forze imperiali marciano sempre più potenti fino a minacciare Furiae alle porte della sua stessa dimora. L'assedio ha inizio e la battaglia divampa in piccole e grandi scaramucce con Caim impegnato a fronteggiare centinaia di nemici sul campo.
Un incontro però è pronto ad intrecciare i sottili fili tessuti dalle Parche, e l'incontro è di quelli epici: uomo e dragone. Un drago rosso di ingente massa è infatti collassato nei quartieri del castello e Caim, vagando per dirigersi dalla sorella tanto amata, si ritrova al suo agonizzante cospetto.
Vedendo il mitologico rettile moribondo egli vorrebbe porre fine alla sua esistenza, ricordando inoltre l'orribile fine dei propri genitori (la loro vita fu schiacciata proprio dall'ignea stirpe). Un drago però è pur sempre tale e un uomo al suo cospetto può ben poco, pur chiamandosi Caim ed essendo nobile di cuore e di fatto. Sopraffatti ambedue dal fato e dalle circostanze i due stringono un patto dettato dalla mera necessità di aver salva la vita (Caim infatti ha subito letali ferite durante gli scontri precedenti). La profonda simbiosi che ne deriva priverà Caim della parola (la sua lingua sarà tatuata a vita dal segno di quanto inumanamente patuito) e lo renderà partecipe della forza ultraterrena della belva (che di rimando accetterà di essere spalleggiata e cavalcata da un mortale). Questo il preludio plasmato da dei, draghi ed eroi che ci introduce alle vicissitudini narrate dall'action rpg di casa Square Enix (affidato, nello sviluppo, al gruppo Cavia). Una trama che come da consuetudine è scandita dall'alternarsi di capitoli narrativi arricchiti da magistrali FMV, creati per l'occasione dall'esperta ditta nipponica cinematografica "Sasaharagumi" (nelle cui file ritroviamo i responsabili di filmati che arzigogolano titoli del passato prossimo Capcom quali, ad esempio, Resident Evil: Code Veronica).
Crimson Skies
Senza dilungarsi sul lato del sonoro (orchestrato discretamente e con un buon parlato anglosassone) e sulla grafica (i cui elementi meglio saranno analizzati in fase di recensione) è bene soffermarci, hands on effettuato, sul gameplay ibridato che forgia Drakengard (in Giappone diversamente noto come Drag-on Dragoon). Combattimenti e locomozione avverranno e a piedi e a cavallo del vermiglio dragone. Il feeling iniziale dell'avere un così imponente destriero potrà ricordare ai più malinconici (ed intenditori) quel capolavoro senza tempo che corrisponde al nome di Azel Panzer Dragoon Rpg (Team Andromeda). La citazione non è causale perché vera musa deve essere stato il J-rpg apparso su Saturn nel 1998 (vero ed encomiabile canto del cigno di una console fin troppo sfortunata). Anche in Drakengard, infatti, si potranno "targettare" più nemici alla volta (premendo il tasto quadrato e rilasciandolo al fine di rigettargli contro il fuoco distruttore) e anche nel gioco Square Enix sono presenti le metamorfosi draghesche (nel numero di tre). Qui però il ritmo d'azione è ben più elevato e parimenti si comporta il ruotare della telecamera e la frenesia generale sul campo di battaglia. Il paragone fra i due titoli è dunque fattibile, ma con il dovuto specificare che le due formule di gioco sono fra loro diversissime (senza considerare che il parto Cavia manca dello stile dominante e del vento innovativo che contribuirono a rendere indimenticabile l'esponente ruolistico della saga Sega).
Nelle sezioni a piedi, invece, il nostro eroe brandirà inizialmente una spada (il numero di armi a disposizione crescerà col tempo a dismisura) e spazzerà orde su orde di nemici imperiali con l'aiuto delle armi bianche e dell'arte magica (questi frangenti ricordano titoli caoticamente action dalle fattezze Koei). Incursioni aeree e campali non sono scisse fra loro in maniera così rimarcabile, spesso capiterà di dover intervallare i due diversi metodi di spostamento a propria descrizione e tramite il tasto Select (in presenza, ad esempio, di ambientazioni selvose con gli alberi ostacolanti il cammino). Tanto in aria quanto coi piedi ben saldi sul terreno dovremo spesso e volentieri (osservando la mappa tramite pressione del tasto R-3) liquidare il maggior numero di nemici (salendo così di livello) e, al fine di proseguire nella missione e nella trama, raggiungere determinati Target evidenziati in giallo (consistenti o nel raggiungere determinate zone o nell'uccidere particolari nemici). Il minimo comune multiplo di questo dualismo ludico è sia il ruolo evolutivo presente in entrambe le sezioni (con crescita da rpg tradotta in abilità, livelli, parametri bellici e varietà di armi da equipaggiare), sia un piccolo e piacevole fattore strategico infuso nelle belligeranze (la particolare vulnerabilità o il potere di respingere contro, da parte di alcuni nemici, magie e fiamme subite). Dopo una prima ed esauriente occhiata (rimandandovi alla futura recensione del titolo), le premesse per un titolo action divertente ed immediato (con delle sfumature da gioco di ruolo) ci sono davvero tutte.
Il mondo è offuscato dalle instancabili tenebre e la guerra imperversa mietendo vittime tra due fronti che si contendono vita e vittoria. L'Impero ostacola le forze dell'Unione e Caim è il principe esponente di quest'ultima, irriducibile fazione. Per mantenere intatto il suo onore e garantire la salvezza della sua divina sorella (una dea mortale di nome Furiae su cui grava l'ordine del mondo) egli dedica la sua vita alla via del guerriero. Le forze imperiali marciano sempre più potenti fino a minacciare Furiae alle porte della sua stessa dimora. L'assedio ha inizio e la battaglia divampa in piccole e grandi scaramucce con Caim impegnato a fronteggiare centinaia di nemici sul campo.
Un incontro però è pronto ad intrecciare i sottili fili tessuti dalle Parche, e l'incontro è di quelli epici: uomo e dragone. Un drago rosso di ingente massa è infatti collassato nei quartieri del castello e Caim, vagando per dirigersi dalla sorella tanto amata, si ritrova al suo agonizzante cospetto.
Vedendo il mitologico rettile moribondo egli vorrebbe porre fine alla sua esistenza, ricordando inoltre l'orribile fine dei propri genitori (la loro vita fu schiacciata proprio dall'ignea stirpe). Un drago però è pur sempre tale e un uomo al suo cospetto può ben poco, pur chiamandosi Caim ed essendo nobile di cuore e di fatto. Sopraffatti ambedue dal fato e dalle circostanze i due stringono un patto dettato dalla mera necessità di aver salva la vita (Caim infatti ha subito letali ferite durante gli scontri precedenti). La profonda simbiosi che ne deriva priverà Caim della parola (la sua lingua sarà tatuata a vita dal segno di quanto inumanamente patuito) e lo renderà partecipe della forza ultraterrena della belva (che di rimando accetterà di essere spalleggiata e cavalcata da un mortale). Questo il preludio plasmato da dei, draghi ed eroi che ci introduce alle vicissitudini narrate dall'action rpg di casa Square Enix (affidato, nello sviluppo, al gruppo Cavia). Una trama che come da consuetudine è scandita dall'alternarsi di capitoli narrativi arricchiti da magistrali FMV, creati per l'occasione dall'esperta ditta nipponica cinematografica "Sasaharagumi" (nelle cui file ritroviamo i responsabili di filmati che arzigogolano titoli del passato prossimo Capcom quali, ad esempio, Resident Evil: Code Veronica).
Crimson Skies
Senza dilungarsi sul lato del sonoro (orchestrato discretamente e con un buon parlato anglosassone) e sulla grafica (i cui elementi meglio saranno analizzati in fase di recensione) è bene soffermarci, hands on effettuato, sul gameplay ibridato che forgia Drakengard (in Giappone diversamente noto come Drag-on Dragoon). Combattimenti e locomozione avverranno e a piedi e a cavallo del vermiglio dragone. Il feeling iniziale dell'avere un così imponente destriero potrà ricordare ai più malinconici (ed intenditori) quel capolavoro senza tempo che corrisponde al nome di Azel Panzer Dragoon Rpg (Team Andromeda). La citazione non è causale perché vera musa deve essere stato il J-rpg apparso su Saturn nel 1998 (vero ed encomiabile canto del cigno di una console fin troppo sfortunata). Anche in Drakengard, infatti, si potranno "targettare" più nemici alla volta (premendo il tasto quadrato e rilasciandolo al fine di rigettargli contro il fuoco distruttore) e anche nel gioco Square Enix sono presenti le metamorfosi draghesche (nel numero di tre). Qui però il ritmo d'azione è ben più elevato e parimenti si comporta il ruotare della telecamera e la frenesia generale sul campo di battaglia. Il paragone fra i due titoli è dunque fattibile, ma con il dovuto specificare che le due formule di gioco sono fra loro diversissime (senza considerare che il parto Cavia manca dello stile dominante e del vento innovativo che contribuirono a rendere indimenticabile l'esponente ruolistico della saga Sega).
Nelle sezioni a piedi, invece, il nostro eroe brandirà inizialmente una spada (il numero di armi a disposizione crescerà col tempo a dismisura) e spazzerà orde su orde di nemici imperiali con l'aiuto delle armi bianche e dell'arte magica (questi frangenti ricordano titoli caoticamente action dalle fattezze Koei). Incursioni aeree e campali non sono scisse fra loro in maniera così rimarcabile, spesso capiterà di dover intervallare i due diversi metodi di spostamento a propria descrizione e tramite il tasto Select (in presenza, ad esempio, di ambientazioni selvose con gli alberi ostacolanti il cammino). Tanto in aria quanto coi piedi ben saldi sul terreno dovremo spesso e volentieri (osservando la mappa tramite pressione del tasto R-3) liquidare il maggior numero di nemici (salendo così di livello) e, al fine di proseguire nella missione e nella trama, raggiungere determinati Target evidenziati in giallo (consistenti o nel raggiungere determinate zone o nell'uccidere particolari nemici). Il minimo comune multiplo di questo dualismo ludico è sia il ruolo evolutivo presente in entrambe le sezioni (con crescita da rpg tradotta in abilità, livelli, parametri bellici e varietà di armi da equipaggiare), sia un piccolo e piacevole fattore strategico infuso nelle belligeranze (la particolare vulnerabilità o il potere di respingere contro, da parte di alcuni nemici, magie e fiamme subite). Dopo una prima ed esauriente occhiata (rimandandovi alla futura recensione del titolo), le premesse per un titolo action divertente ed immediato (con delle sfumature da gioco di ruolo) ci sono davvero tutte.
Drakengard
Drakengard
Drakengard è un titolo dal gameplay ibridato che fa di Azel Panzer Dragoon Rpg (1998) la sua musa ispiratrice per quanto riguarda le sezioni di volo (maggiormente enfatizzate nell'azione) e che strizza parimenti l'occhio alle produzioni action di casa Koei per quanto concerne le caotiche incursioni campali. La miscellanea che ne deriva è senz'altro propensa al divertimento ludico, accompagnato da ottimi FMV, da una orecchiabile colonna sonora e da un oscuro copione in cui coesistono draghi, dei e combattenti.