Driver - Parallel lines

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Driver4 non maschera di certo la propria intenzione: emulare da vicino la formula di gioco di quel campione d'incassi che risponde al nome di Grand Theft Auto, ponendo l'enfasi sulle sezioni di guida.
Senza grossi pudori, l'ultima incarnazione della serie Driver punta dritto al sodo: ambientazione metropolitana statunitense, trama dominata da vicende di criminalità, gameplay fondato sul free-roaming e sul furto d'auto.

L'angolo di ripresa dal retro del veicolo, la struttura dell'agglomerato urbano, la popolazione di pedoni dalle fattezze ridondanti, la mappa stradale di riferimento, gli indicatori luminosi a segnalare il seguente obbiettivo da perseguire: tutto richiama fortemente la fortunata serie di Rockstar.
Lo stesso protagonista appartiene alla stirpe dei Tommy Vercetti e dei Carl Johnson, un giovane che parte dai bassifondi con l'intenzione di diventare qualcuno, naturalmente in barba a qualsiasi principio di legalità; purtroppo le cose non andranno come previsto, ed il nostro eroe dovrà scontare lunghi anni in gattabuia, tradito dalle sue cattive compagnie... per poi tornare a vendicarsi nelle vie di una città che il tempo ha cambiato.


Sarà New York a fare da scenario a scorribande ed inseguimenti, riprodotta nei suoi eterogenei quartieri, dalle degradate zone di periferia fino al centro fitto di traffico e grattacieli; quel che lascia interdetti è la sua caratterizzazione, che sembra peccare di personalità e di un stile davvero originale. Analoghe considerazioni possono riguardare il character design, che per quanto esplori tutte le tipologie di individui che ci si aspetterebbe di trovare in un titolo del genere (drogati, papponi, poliziotti corrotti, prostitute, mafiosi e via discorrendo), cade troppo spesso nello stereotipo e sembra mancare della necessaria dose d'ironia. Restando nell'ambito del carisma e delle suggestioni riprodotte, anche il sonoro suscita qualche perplessità; in confronto alla fantastica selezione di brani celebri e di stazioni radio "a tema" offerte da San Andreas e Vice City, le anonime tracce musicali di Driver4 fanno davvero una magra figura.

Durante le varie missioni che costituiranno lo sviluppo dell'avventura, sarà la componente "racing" a fare la parte del leone; varie tipologie di vetture, mezzi pesanti e motociclette saranno pronti all'occorrenza, basterà attingere dal traffico secondo una meccanica di furto che ha ben poco di nuovo. Il modello di guida è sicuramente ben fatto, ma l'impressione è che tutte le auto si comportino un po' alla stessa maniera, senza drammatiche variazioni di prestazione; dagli appositi garage si potranno apportare delle modifiche, personalizzando il proprio scassone con componenti particolari (vetri affumicati, gomme antiproiettile, scarichi potenziati...) o magari incrementandone l'accelerazione con l'implementazione della nitro. Completano la formula di gioco le immancabili contaminazioni action-shooter, che prevedono pirotecnici scontri a fuoco contro le forze dell'ordine o gli eventuali delinquenti antagonisti; a questo scopo è stato realizzato un apposito sistema di puntamento basato sul lock-on, che sfrutta principalmente i tasti dorsali del dualshock dando risultati tutto sommato apprezzabili, probabilmente superiori per efficacia alle maldestre soluzioni giocabilistiche viste in un GTA qualsiasi.


Sul piano prettamente tecnologico, Driver4 sembra in grado di tener testa alla diretta concorrenza; il motore grafico appare funzionale, forse non impeccabile nel framerate ma capace di convincere dal lato della sensazione di velocità e della quantità di dettagli. Un punto a favore dell'impianto grafico è segnato dall'implementazione di routine fisiche nell'interazione con gli elementi del fondale; basterà percorrere in auto un vicolo sudicio per veder saltare via piuttosto realisticamente bidoni dell'immondizia, casse di legno, cartacce e rifiuti assortiti.
Non male neppure l'illuminazione, sia naturale che artificiale, e l'effetto di motion blur che rimarca gli incidenti più spettacolari.
La visualizzazione sullo schermo televisivo sarà letterboxed nel caso di formato 4:3, con l'opzione widescreen attivabile per un'immagine ottimale anche su 16:9; tale impostazione è probabilmente dovuta al tentativo di dare un taglio cinematografico all'esperienza di gioco, ma forse anche alla riduzione del carico computazionale che grava sulla console. Apprezzabile inoltre la presenza della modalità 480p, che garantirà maggiore definizione e pulizia video a chi disponga di una TV compatibile.

Driver - Parallel lines

Driver - Parallel lines

Il più grande limite di Driver4, titolo che appare in generale curato e moderatamente promettente, sembra la mancanza di una spiccata personalità che lo elevi con decisione dallo status di generico clone di Grand Theft Auto; un'intera città da esplorare, uno sviluppo narrativo dai toni adulti e tanta azione condita da inseguimenti e sparatorie non basteranno a fare del titolo Atari un classico.
Vedremo se nella sua versione definitiva l'esperienza riuscirà ad acquisire il carisma e l'unicità necessari a sfondare sul mercato e a conquistare il cuore dei videogiocatori.

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