Driver - Parallel lines

di Francesco Romagnoli
Niente più numero all'interno del titolo bensì le "linee parallele", scelta quanto mai sintomatica dopo lo scivolone del terzo capitolo, capace solo di inficiare il prestigio della serie con un'interpretazione non all'altezza e troppo votata all'inseguimento della formula magica di Rockstar.


Due line parallele non si incontrano mai
I ragazzi di Reflections cambiano così direzione: lasciano l'impervia strada dell'emulazione di GTA per concentrare le loro attenzioni sui loro vantaggi competitivi. In particolare ciò che ha sempre contraddistinto il prodotto di Atari rispetto alla concorrenza è una certa cura della fisica di guida delle vetture.
In Paralle Lines questo aspetto torna ad avere un peso consistente nelle dinamiche di gioco, grazie anche all'aggiunta di una sezione di "tuning" alla Need For Speed abbastanza estesa in cui è possibile modificare l'aspetto delle vetture ma anche alcune caratteristiche alquanto importanti su di un'auto che è votata ad essere guidata da un tassista per rapinatori di banche, quali ad esempio i vetri oscurati o quelli anti-proiettile. Ci saranno anche le gomme a prova di pallottola, i classici NOS e altre parti che vanno a migliorare le prestazioni su strada.
Non è un qualcosa di inedito in questa tipologia di giochi (GTA come al solito arriva prima) ma è proposto in maniera che appare decisamente più curata e determinante.
Parlando invece della fisica dei mezzi va segnalato che il gioco in questo senso si dimostra alquanto appagante, evidenziando una buona attenzione allo spostamento dei pesi e soprattutto un attrito dei pneumatici interessante che consente manovre quanto mai cinematografiche ma che conservano allo stesso tempo una certa attinenza a quello che è possibile riscontrare nella realtà.
Per quanto riguarda le collisioni, la reazione dell'automobile agli scontri si dimostra buona anche se non in tutte le occasioni, con qualche episodio che provoca qualche accigliarsi sugli sguardi più meticolosi. I pali della luce e altri ostacoli simili conservano la loro piena fisicità e non sono abbattibili come fuscelli, questo almeno fa piacere, così come risulta credibile una certa presenza di detriti sparsi per la città.
Il gameplay nel complesso si presenta gratificante, con alti e bassi a seconda delle missioni da portare a termine. Viene concessa una maggiore libertà e qualche diversivo dal solito "insegui-spara-scappa" quali ad esempio qualche gara di auto su circuito chiuso e qualche missione fuori dall'ordinario. Le parti a piedi sono sicuramente meno stimolanti così come i momenti in cui si tratta di premere il grilletto, con un puntamento automatico semplificato ma non sempre comodo.
Il tutto condensato in oltre trenta missioni abbastanza diversificate che vi porteranno in giro a scoprire tutte le aree di gioco.


Prima e dopo quell'11 settembre
Per quel che concerne la metropoli che ospiterà le nostre gesta si è deciso per una scelta diversa: non più tre territori ben diversificati bensì una sola capitale, New York, presentata però in due versioni, quella di fine anni '70 e quella attuale. La città è ben riprodotta e presenta una certa attinenza alla realtà (ovviamente le torri gemelle saranno presenti nella parte seventies, sostituite ai giorni nostri da un gioco di luci drammaticamente suggestivo) anche se la presentazione grafica non è tale da lasciare a bocca aperta. Premettiamo che il codice in nostro possesso non è definitivo e che molte incertezze e dettagli verranno rifiniti da qui all'uscita del gioco nei negozi. Per ora ci limitiamo a segnalare una palette di colori non proprio gratificante, qualche struttura non molto rifinita e un certo pop-up a tratti evidente a cui vengono contrapposti una discreta fluidità grafica (anche se non si può dire altrettanto di come si muove il protagonista) e dei buoni effetti di rifrazione della luce (ultimamente ben sfruttati su x-box).
Non male anche la rappresentazione dei veicoli, sia a quattro che a due ruote.
Le scene d'intermezzo sono ben fatte e insieme ad un comparto audio decisamente più curato contribuiscono a ricreare una certa atmosfera, necessaria per donare fascino al protagonista ed appassionarsi alle sue vicissitudini.
Vicissitudini che in questo caso vedranno il giocatore impersonare un TK (che sta per The Kid) appena diciottenne nella parte di uno scarrozza-delinquenti atto a farsi un nome nell'ambiente dell'illegalità. E' un personaggio che si gode la vita e che incarna gli stereotipi del tempo: il classico basettone amante del rock e del fancazzismo che adora le camice sgargianti e i pantaloni a zampa. Un personaggio insomma ben diverso dal rigoroso ed inflessibile Tanner, ma che subirà per questo una bella strigliata, dovendo passare una quindicina d'anni in prigione per poi uscire e tornare sulla scena (ecco il perché la scelta delle due ambientazioni temporali diversificate).

Meglio mantenere basse le aspettative
Questa prima occhiata che ci è stata concessa sulle "linee parallele" lascia per ora immutate le nostre aspettative riguardo questo nuovo Driver. Ovvero ci attendiamo un titolo che migliorerà sicuramente rispetto all'ultimo episodio (e ci sarebbe da preoccuparsi se non fosse altrimenti) ma che ancora una volta difficilmente saprà impensierire quelli di casa Rockstar.


In un settore che si va man mano saturando (vogliamo citarne alcuni? GTA, True Crimes, The Getaway, L.A. Rush, Total Overdose, Gun etc etc...) c'è bisogno di un progetto di proporzioni colossali (e questa è il posizionamento di GTA, in continuo ingigantimento) o di idee originali (chi la butta sul Western, chi sull'umorismo...) per sapersi ritagliare una fetta abbastanza grande di mercato. Driver sceglie forse la strada più giusta, puntare su quello che finora ha fatto meglio degli altri: ovvero presentare una fisica di guida curata ed appagante.
Del resto è questo forse il motivo per cui i primi capitoli della serie hanno riscosso un tale successo, ma la domanda resta: basterà?
Manca ancora poco per poter darvi una risposta definitiva a questo quesito, provvederemo non appena Driver si presenterà a noi rifinito di tutto punto.