Duke Nukem Forever
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Come può sentirsi un “vecchio” videogiocatore a sentir parlare ancora una volta, dopo quattordici anni, del sequel di Duke Nukem 3D, del Duca, del Re, dell'uomo (virtuale) che ha dato un senso tutto particolare alla filosofia degli FPS? Ovvio: non può che dire “Non ci casco più: é una balla, un pesce d'aprile, una leggenda metropolitana, nient'altro che vaporware!”. Quando poi l'anno scorso la travagliata casa che ha sviluppato il mitico DN3D, la 3Drealms, ha chiuso i battenti in seguito ad annose questioni legali, nessuno ha avuto più dubbi: Duke Nukem Forever (o 4ever) era morto.
Invece no. Non ci abbiamo creduto finché non l'abbiamo visto, e ancora adesso stentiamo a crederci al 100%. La verità é che i Gearbox, 2K e Take-Two sono stati estremamente saggi (e furbi) a mantenere il segreto, a far calmare le acque, a non fare dichiarazioni avventate... ma addì un anno fa, Randy Pitchford di Gearbox, che ha avuto i natali come programmatore proprio in seno a 3Drealms, si é accollato la responsabilità di rilevare i diritti sul brand e ha cominciato a guidare lo sviluppo, in seguito fortificando la sua affidabilità con l'ottimo risultato di Borderlands.
Dopo un anno di silenzio, l'annuncio: alla fiera PAX sarebbe stato possibile vedere e provare DN4E. Si potrebbero fare dei paragoni mistici sul fatto che schiere di fan si sono ammassate con l'intento di toccare con mano le ferite del Re redivivo, ma evitiamo le blasfemie e limitiamoci a dire che alla fiera Duke c'era davvero. Il motivo del silenzio é presto detto: saggezza, più che sorpresa. Negli ultimi anni chiunque si sia esposto col brand più vaporoso della storia é sempre finito nel ciclone della critica e irrimediabilmente spazzato via. Meglio quindi aspettare e rivelare il segreto solo quando il gioco fosse stato effettivamente ad uno stadio avanzato e sicuro di sviluppo.
Perché la fiera PAX, però? Perché non l'E3, ad esempio? Pitchford ha dichiarato che la scelta é stata fatta per portare Duke direttamente ai giocatori: niente conferenze a luci basse, niente spettacoli pirotecnici, niente vallette poco vestite (che eppure ben si sarebbero sposate con il concept del Duca). Solo una serie di monitor, un gioco nuovo e tanti giocatori che, per quindici minuti cadauno, potessero provare in anteprima l'ebbrezza di quello che li attende l'anno venturo su PC, PS3 e Xbox360 - e che hanno atteso, lo ricordiamo, per quattordici anni.
Ma cosa si é visto esattamente? Tralasciamo l'aspetto grafico/tecnico, anche perché tutto il mondo é adesso in attesa di poter mettere le mani su screenshot, trailer e demo ufficiali, ancora non rilasciati, e per il momento sbava su foto scattate e filmati semi-amatoriali rubati alla fiera (e anche noi possiamo presentarvi per ora solo questo materiale). Vi basti sapere che nella sua travagliata gestazione Duke ha cambiato ben quattro engine grafici: la critica che DN3D, a dispetto del nome, girasse su un software “falso 3D” ereditato da Doom ha perseguitato i 3Drealms per anni, canzonati soprattutto dai fan del “rivale” Quake, e l'incaponirsi a voler utilizzare il motore più prestante possibile é stata il principale motivo dei continui ritardi.
Diciamo che la prima cosa mostrata é stato un veloce trailer, nel quale si spiega il ruolo che avrà Duke nella vicenda. Gli alieni sono tornati sulla terra e vogliono rapire le nostre donne: toccherà all'eroe più maleducato del mondo, una volta inforcati gli occhiali da sole, far capire agli invasori a suon di calci nelle chiappe che il suo harem non si tocca. Ovviamente, nel farlo Duke non si vergognerà di comportarsi nella maniera più irriverente possibile, tampinando le spogliarelliste e leggendo riviste osé; tra gli altri, una regina aliena tritettuta che il nostro eroe non si preoccuperà certo di “colpire”. Lo stesso trailer é auto-ironico quando, sul finale, una ragazza promette a Duke che questa avventura sarà grandiosa e lui risponde che “dopo dodici fo**uti anni (dalla registrazione del brand) deve esserlo per forza!”.
É stato poi possibile, come accennato, provare il gioco, per il momento in un paio di livelli di SinglePlayer. Il primo iniziava col tutorial, e già qui l'irriverenza del protagonista veniva a galla, dato che per insegnarci il corretto uso del puntamento siamo invitati a dirigere il getto urinario dentro una turca. Segue un veloce breafing insieme a un gruppo di soldati, e Duke viene invitato a proporre una strategia per affrontare il boss ciclopico che ha invaso il campo da football: pennarello in mano, possiamo descrivere la nostra tattica, che si può più o meno riassumere in “fate muro, che io lo prendo da solo”.
A questo punto Duke imbraccia un'arma che i vecchietti ricorderanno bene, il mitico doppio-lanciamissili automatico meglio noto come “Devastator”, e si getta in mischia. Ed anche il boss é una vecchia conoscenza: altri non é che il Cycloid, il boss finale di Duke Nukem 3D, e come nell'ending dell'intramontabile capolavoro, schiatta col suo unico occhio calciato dal protagonista oltre la meta - ma stavolta con un'azione tramite QTE. In seguito Duke é rapito da un fascio alieno, ma ciò non gli impedisce di salutare i suoi ospiti sollevando il dito medio.
Il secondo livello Demo mostrava invece il gioco in un contesto più “standard”, ma anche numerose delle novità proposte. Tanto per cominciare, una parte alla guida di veicoli, nella fattispecie un bigfoot con cui trebbiare allegramente i PigCops, fino al punto dove fermarsi in una cittadina in mezzo al deserto e continuare l'operazione a piedi. Ricompaiono armi come il Minigun, lo Shrinker capace di miniaturizzare i nemici o il Freeze-thrower dai colpi che congelano, ma fanno la loro comparsa anche novità come un Railgun da cecchinaggio e la possibilità di sollevare l'arma in modo da prendere la mira più accuratamente, fino a vedere Duke salire su una postazione di artiglieria fissa con cui bombardare PigCops e astronavi.
Ma poi il cronometro raggiunge lo zero, la Demo si ferma e per il momento dobbiamo salutare il Duca. Non sappiamo quando potremo metterci di nuovo le mani sopra, né sappiamo quando arriverà nei negozi: sappiamo solo un “generico” 2011 (quindi ben quindici anni dopo DN3D) e che sarà disponibile per PC, PS3 e Xbox360. Ma soprattutto sappiamo questo: sappiamo che il Duca, anzi no, il Re é vivo, é tornato, é brioso e irriverente come sempre e ha tanta voglia di prendere a calci nelle chiappe i nemici. Gearbox, 2K e Take-Two si sono presi una bella responsabilità, perché lavorare a DN4E é come allenare una nazionale di calcio che debba vincere per forza i campionati del mondo: non é permesso neppure un errore, o la critica e i tifosi se li mangeranno vivi...
Invece no. Non ci abbiamo creduto finché non l'abbiamo visto, e ancora adesso stentiamo a crederci al 100%. La verità é che i Gearbox, 2K e Take-Two sono stati estremamente saggi (e furbi) a mantenere il segreto, a far calmare le acque, a non fare dichiarazioni avventate... ma addì un anno fa, Randy Pitchford di Gearbox, che ha avuto i natali come programmatore proprio in seno a 3Drealms, si é accollato la responsabilità di rilevare i diritti sul brand e ha cominciato a guidare lo sviluppo, in seguito fortificando la sua affidabilità con l'ottimo risultato di Borderlands.
Dopo un anno di silenzio, l'annuncio: alla fiera PAX sarebbe stato possibile vedere e provare DN4E. Si potrebbero fare dei paragoni mistici sul fatto che schiere di fan si sono ammassate con l'intento di toccare con mano le ferite del Re redivivo, ma evitiamo le blasfemie e limitiamoci a dire che alla fiera Duke c'era davvero. Il motivo del silenzio é presto detto: saggezza, più che sorpresa. Negli ultimi anni chiunque si sia esposto col brand più vaporoso della storia é sempre finito nel ciclone della critica e irrimediabilmente spazzato via. Meglio quindi aspettare e rivelare il segreto solo quando il gioco fosse stato effettivamente ad uno stadio avanzato e sicuro di sviluppo.
Perché la fiera PAX, però? Perché non l'E3, ad esempio? Pitchford ha dichiarato che la scelta é stata fatta per portare Duke direttamente ai giocatori: niente conferenze a luci basse, niente spettacoli pirotecnici, niente vallette poco vestite (che eppure ben si sarebbero sposate con il concept del Duca). Solo una serie di monitor, un gioco nuovo e tanti giocatori che, per quindici minuti cadauno, potessero provare in anteprima l'ebbrezza di quello che li attende l'anno venturo su PC, PS3 e Xbox360 - e che hanno atteso, lo ricordiamo, per quattordici anni.
Ma cosa si é visto esattamente? Tralasciamo l'aspetto grafico/tecnico, anche perché tutto il mondo é adesso in attesa di poter mettere le mani su screenshot, trailer e demo ufficiali, ancora non rilasciati, e per il momento sbava su foto scattate e filmati semi-amatoriali rubati alla fiera (e anche noi possiamo presentarvi per ora solo questo materiale). Vi basti sapere che nella sua travagliata gestazione Duke ha cambiato ben quattro engine grafici: la critica che DN3D, a dispetto del nome, girasse su un software “falso 3D” ereditato da Doom ha perseguitato i 3Drealms per anni, canzonati soprattutto dai fan del “rivale” Quake, e l'incaponirsi a voler utilizzare il motore più prestante possibile é stata il principale motivo dei continui ritardi.
Diciamo che la prima cosa mostrata é stato un veloce trailer, nel quale si spiega il ruolo che avrà Duke nella vicenda. Gli alieni sono tornati sulla terra e vogliono rapire le nostre donne: toccherà all'eroe più maleducato del mondo, una volta inforcati gli occhiali da sole, far capire agli invasori a suon di calci nelle chiappe che il suo harem non si tocca. Ovviamente, nel farlo Duke non si vergognerà di comportarsi nella maniera più irriverente possibile, tampinando le spogliarelliste e leggendo riviste osé; tra gli altri, una regina aliena tritettuta che il nostro eroe non si preoccuperà certo di “colpire”. Lo stesso trailer é auto-ironico quando, sul finale, una ragazza promette a Duke che questa avventura sarà grandiosa e lui risponde che “dopo dodici fo**uti anni (dalla registrazione del brand) deve esserlo per forza!”.
É stato poi possibile, come accennato, provare il gioco, per il momento in un paio di livelli di SinglePlayer. Il primo iniziava col tutorial, e già qui l'irriverenza del protagonista veniva a galla, dato che per insegnarci il corretto uso del puntamento siamo invitati a dirigere il getto urinario dentro una turca. Segue un veloce breafing insieme a un gruppo di soldati, e Duke viene invitato a proporre una strategia per affrontare il boss ciclopico che ha invaso il campo da football: pennarello in mano, possiamo descrivere la nostra tattica, che si può più o meno riassumere in “fate muro, che io lo prendo da solo”.
A questo punto Duke imbraccia un'arma che i vecchietti ricorderanno bene, il mitico doppio-lanciamissili automatico meglio noto come “Devastator”, e si getta in mischia. Ed anche il boss é una vecchia conoscenza: altri non é che il Cycloid, il boss finale di Duke Nukem 3D, e come nell'ending dell'intramontabile capolavoro, schiatta col suo unico occhio calciato dal protagonista oltre la meta - ma stavolta con un'azione tramite QTE. In seguito Duke é rapito da un fascio alieno, ma ciò non gli impedisce di salutare i suoi ospiti sollevando il dito medio.
Il secondo livello Demo mostrava invece il gioco in un contesto più “standard”, ma anche numerose delle novità proposte. Tanto per cominciare, una parte alla guida di veicoli, nella fattispecie un bigfoot con cui trebbiare allegramente i PigCops, fino al punto dove fermarsi in una cittadina in mezzo al deserto e continuare l'operazione a piedi. Ricompaiono armi come il Minigun, lo Shrinker capace di miniaturizzare i nemici o il Freeze-thrower dai colpi che congelano, ma fanno la loro comparsa anche novità come un Railgun da cecchinaggio e la possibilità di sollevare l'arma in modo da prendere la mira più accuratamente, fino a vedere Duke salire su una postazione di artiglieria fissa con cui bombardare PigCops e astronavi.
Ma poi il cronometro raggiunge lo zero, la Demo si ferma e per il momento dobbiamo salutare il Duca. Non sappiamo quando potremo metterci di nuovo le mani sopra, né sappiamo quando arriverà nei negozi: sappiamo solo un “generico” 2011 (quindi ben quindici anni dopo DN3D) e che sarà disponibile per PC, PS3 e Xbox360. Ma soprattutto sappiamo questo: sappiamo che il Duca, anzi no, il Re é vivo, é tornato, é brioso e irriverente come sempre e ha tanta voglia di prendere a calci nelle chiappe i nemici. Gearbox, 2K e Take-Two si sono presi una bella responsabilità, perché lavorare a DN4E é come allenare una nazionale di calcio che debba vincere per forza i campionati del mondo: non é permesso neppure un errore, o la critica e i tifosi se li mangeranno vivi...