El Shaddai Ascension of the Metatron

Nuovo gioco, Vecchio Testamento
Una cosa é certa: El Shaddai: Ascension of the Metatron non é un titolo che passa inosservato. Stiamo parlando dell'ultima fatica degli UTD Ignition (casa che ha dato i natali a Deadly Premonition), team dove hanno trovato posto programmatori di alto livello e che in passato hanno dato vita a titoli del calibro di Okami e Devil May Cry. Se El Shaddai ha già trovato posto sugli scaffali dei negozi di Giappone e Stati Unici, ancora un po' di tempo é richiesto per l'esordio in Europa, che giungerà il prossimo 9 Settembre. Perché tanto interesse verso un gioco che potrebbe essere semplicemente uno degli innumerevoli action che arrivano sulle nostre console ad alta definizione? Basta far cadere i propri occhi su una qualsiasi immagine del titolo per capirne il motivo...

I colori irreali sono una costante
I colori irreali sono una costante
Combattere a mani nude non é il massimo...
Combattere a mani nude non é il massimo...
Una figura molto particolare
Una figura molto particolare


Prima ancora di mostrare anche un solo frame di gameplay, lo stile grafico di El Shaddai ha saputo catalizzare l'attenzione di esperti e appassionati di tutto il mondo, andando a utilizzare un cell shading di fattura particolarissima, unito alla ricerca di uno stile minimalista dove a dominare sono ambientazioni stilizzate, ma non per questo poco curate, con scelte cromatiche inusuali a cavallo tra chiaroscuri e colori accesi. Facile, insomma, rimanere stregati da certe “cartoline”. Anche la trama riesce a colpire, andando a pescare nella tradizione apocrifa della religione ebraica, ambientazione decisamente non abusata e sempre affascinante. Alla base c'é il libro di Enoch (il nonno di Noé, giusto per fare un po' di gossip), al punto che sarà lo stesso patriarca biblico ad essere il nostro protagonista. I nostri peggiori incubi sono rappresentati da alcuni angeli ribelli, cacciati da Dio sulla Terra e decisi a contaminare ogni elemento con il loro influsso impuro.

In attesa di poter mettere le mani sulla versione completa del gioco ci siamo dedicati alla prova della versione dimostrativa, così da iniziare a capire il reale valore dell'opera, con l'enorme curiosità di vedere in movimento quanto gustato in foto in questi mesi.

Ed eccoci qui, pad alla mano al comando di Enoch, davanti ad un mondo che sembrerebbe essere passato sotto la lente d'ingrandimento del più visionario dei pittori. Possiamo quindi misurarci in una ambientazione dove vanno a prendere i ruoli principali due elementi: sezioni platform e combattimento. La struttura appare infatti molto lineare e guidata al punto che, almeno per ora, non siamo mai stati colti da dubbio sulla strada da seguire... essendo appunto una sola!

La sottile arte di purificare
Seguito passo passo dalla ambigua figura di Lucifer (diavolo in abiti eleganti?), Enoch segue appunto un percorso ben preciso, alternando situazioni di movimento a quelle di lotta. Da quanto visto l'esplorazione sembra essere del tutto assente, senza quindi opzioni per variare il tema del “tirare dritto”. Nei movimenti però non dovrete semplicemente andare avanti verso la meta, ma utilizzerete le vostre capacità legate ai cari vecchi platform, tra salti più o meno difficili che potrebbero variare nella impostazione. La breve demo ha infatti mostrato sia situazioni con la classica visuale in terza persona dietro all'eroe, ma non ha fatto mistero di avere a disposizione anche passaggi con telecamera laterale di scuola “2D”. Attualmente soprattutto queste ultime sembrano convincere di più, con quelle “3D” che non sempre ci hanno dato il giusto senso di profondità, portandoci spesso a morire per qualche balzo mal calibrato.

Da un momento all'altro tutto potrebbe cambiare
Da un momento all'altro tutto potrebbe cambiare
L'arma necessità di essere purificata
L'arma necessità di essere purificata
Il nostro eroe
Il nostro eroe


I combattimenti, a quanto testato, sembrano essere basati su due situazioni: alcune legate ai percorsi da compiere, altre racchiuse rigidamente in apposite arene da dove potremo uscire solo da vincitori o da cadaveri. Le battaglie ci sono sembrate abbastanza simili a quelle viste in altri titoli action, tra parate, contrattacchi, mosse speciali e simili. Spicca però la possibilità di disarmare un nemico per impossessarsi della sua arma che, purificata dagli influssi maligni grazie ad un apposito comando, diventerà il nostro mezzo di distruzione. Abbiamo potuto testare sia armi da corpo a corpo che a distanza, notando naturalmente un cambio radicale nella fisionomia della lotta e capendo che sarà necessario prendere un po' di dimestichezza con le varie tipologie di avversari per capire cosa sarà meglio impugnare in ogni occasione.

A dire la verità però, non tutto ci é sembrato funzionare a dovere. Le telecamere sembrano essere migliorabili, dandoci talvolta una visuale poco utile e la mancanza di un sistema di puntamento con “lock” dell'avversario ci ha spesso fatti finire a mandare colpi a vuoto piuttosto che prendere il bersaglio. Il livello di difficoltà poi appare capace di dare buone sfide: settando su “facile” tutto scorre liscio, ma già passare a “normale” significa doversi impegnare a dovere. Particolare il sistema legato alla nostra sconfitta: ogni volta che saremo a terra senza forze dovremo premere a più non posso alcuni tasti, cercando così di risvegliarci prima che Enoch chiuda definitivamente gli occhi. Ovviamente ogni volta che “moriremo” il minigame sarà più difficile, sino a diventare quasi impossibile.

Una mano di pittura digitale
Tecnicamente il gioco dona già diverse gioie, sfruttando la vena artistica di programmatori come Masato Kimura. Lo stile riesce a mostrarsi più che adatto alla situazione, incantando grazie a repentine variazioni che in un lampo cambiano tutto quello che abbiamo sotto agli occhi. La realizzazione é poi di buon livello, con un po' di aliasing che non scalfisce troppo la resa di elementi pregevoli come, ad esempio, volti e animazioni. Buono anche il sonoro che punta ovviamente alle atmosfere oniriche, siamo dunque molto curiosi di capire quanto il sistema riuscirà a incantare sulla lunga distanza.

Questo é ovviamente il dubbio che permea tutti gli elementi di gioco, a partire dal gameplay che dovrà dimostrare una certa solidità per reggere il livello del lato tecnico. D'altro canto, solo l'aspetto artistico sarebbe troppo poco per sperare di trovare un posto al sole nell'attuale mercato, ma quanto abbiamo testato ha dato buoni indizi anche dal punto di vista della trama. La storia potrebbe infatti rivelarsi avvincente e piena di colpi di scena, a fronte di una base narrativa già di per sé interessante. Ancora pochi giorni e potremo addentrarci in questa nuova incarnazione del libro di Enoch!

La strada parrebbe essere obbligata
La strada parrebbe essere obbligata
Non mancano i momenti platform
Non mancano i momenti platform
Citazioni mistico-religiose come se piovessero
Citazioni mistico-religiose come se piovessero


El Shaddai Ascension of the Metatron

El Shaddai Ascension of the Metatron

Se il lato stilistico sembra già essere piacevolissimo e di pregio, El Shaddai deve ancora darci una prova convincente sul lungo periodo riguardante il gameplay. In un panorama decisamente affollato come quello degli action, un gioco deve offrire quel “qualche cosa in più” per emergere oltre, naturalmente, a dover essere tecnicamente solido e appagante. Confidando in una sorpresa da parte del team di sviluppo, senza dubbio colmo di figure di talento, attendiamo di capire le armiche cui El Shaddai: Ascension of the Metatron saprà sfruttare per imporsi agli occhi dei giocatori.

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