Electroplankton
di
Stefano Guzzetti
Elektroplankton,(la cui data di pubblicazione non è stata ancora ufficializzata da Nintendo), non sarà l'ennesimo gioco che andrà ad abitare lo slot delle cartucce del vostro DS ma piuttosto è da considerarsi un'applicazione vera e propria. L'embrione del progetto Elektroplankton risale a diversi anni fa quando la stessa Nintendo stanziò dei fondi per la realizzazione di titoli altamente creativi e stimolanti per l'utente, sfruttando le caratteristiche hardware dell'allora nascente (almeno nei laboratori di ricerca di Kyoto) Nintendo DS.
A destare la curiosità di Iwata e compagnia fu un giovane dal nome Toshio Iwai, un vero artista a 360 gradi, capace di concepire fini ed elaborate composizioni audio-video di primo livello. Fu lui stesso a proporre e concepire quello che poi è diventato Elektroplankton, ovvero un gestore sonoro ad oggetti che sfrutta il movimento del pennino e il microfono incorporato nella console.
Anzitutto parliamo del primo impatto, ovvero dell'aspetto stilistico: cosa sono mai questi Plankton? Altro non sono che delle particelle dalle forme diverse e dalle relative sonorità differenziate. Avete presente quei documentari sulle cellule? Ecco, immaginate di avere a che fare con un gruppo di queste (i Plankton appunto) in un microcosmo dove ad ogni reazione o movimento corrisponde un suono (o anche rumore, a seconda del Plankton e dell'eco-sistema in uso). Bene, e che dovrete fare? Nulla di videoludicamente inteso nel senso più comune; non dovrete saltare, ammazzare qualcuno o qualche boss finale, tanto meno dovrete arrivare alla fine di chissà quale livello. Tutto ciò che vi resta da fare è questo: possibilmente attaccate il vostro DS a un'impianto stereo (o a delle cuffie) tramite l'uscita jack della console, immergetevi in un'atmosfera quanto meno comoda e confortevole, e iniziate a toccare i Plankton. Combinateli tra loro, createne delle sequenze, sentite la differenza sonora nel diverso modo in cui passerete loro il pennino, godetevi il suono. Perché qui sarà il suono (o meglio, la sonorità) il vero protagonista. Dal momento che Elektroplankton è un gestore di patterns sonori, non sarete certo chiamati in causa a creare melodie nota per nota, o arrangiare nessun motivo con chissà quali accordi. No, non ci sarà nessuna funzione di microediting, non ci sono velocities da regolare, tantomeno c'è un sequencer interno da programmare.
Avrete a disposizione dei timbri diversi, inseriti in sonorità diverse (da quelle ambient, a quelle acide, passando per sonorità più tradizionalmente mass-user) a seconda delle cellule che state picchiettando con il pennino. Ma il sistema di input per fortuna non si riduce solo all'uso di quest'ultimo e, poiché il DS è dotato di un microfono che rileva ogni vibrazione esterna, avrete la possibilità di stimolare il Planktons anche tramite la vostra voce, un battito di mani, o posizionando il DS vicino alle frequenze subarmoniche di un diffusore. Non mancheranno di certo gli approcci creativi con cui potrete strapazzare le creature del mondo di Iwai, e la forte implementazione di algoritmi con cui è stato assortito il titolo in questione faranno scaturire l'esperienza audio-visiva in un'orgia di imprevedibilità continua.
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Da notare che le tipologie di Plankton disponibili sono ben 10 quindi ce ne sarà davvero per tutti i gusti; se un giorno vi sentirete melanconici userete i Planktons marini, se un altro vi sentirete un po' più aggressivi userete quelli dalle sonorità marcatamente industriali. L'importante sarà sempre e comunque immergersi nella propria sfera sensoriale, aprire le porte della percezione, e godere di cotanto avvolgimento emotivo. Un'altra succulenta caratteristica dell'applicazione audio-visiva di Nintendo sarà la possibilità di registrare la propria voce, stretcharla, ascoltarla al contrario e, comunque, associarla al proprio contesto di Planktons preferito.
Insomma, sotto il punto di vista creativo e della stimolazione sensoriale Elektroplankton fornirà all'utente finale tanto di quel materiale di cui avvalersi che alla fine il titolo stesso potrà essere considerato uno strumento musicale innovativo vero e proprio. E qua sta il nocciolo della questione e sicuramente della finalità di utilizzo dell'applicazione, visto che già in Giappone, ma anche in America, molti artisti audio-visivi stanno usando il titolo DS per ';suonare' in installazioni, performances e quant'altro. Se da un lato quindi Elektroplankton non ci darà la possibilità di registrare le nostre ';sequenze di pennino' su una qualsiasi traccia dati (è del resto vero che ciò comporterebbe una mole immensa di dati da memorizzare su uno spazio virtuale troppo piccolo per quello che è la capacità di una DS card), è altrettanto vero che esso sarà un valido live-tool di primo livello che non cesserà mai di darci soddisfazioni sensoriali, ispirazione permettendo.
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A destare la curiosità di Iwata e compagnia fu un giovane dal nome Toshio Iwai, un vero artista a 360 gradi, capace di concepire fini ed elaborate composizioni audio-video di primo livello. Fu lui stesso a proporre e concepire quello che poi è diventato Elektroplankton, ovvero un gestore sonoro ad oggetti che sfrutta il movimento del pennino e il microfono incorporato nella console.
Anzitutto parliamo del primo impatto, ovvero dell'aspetto stilistico: cosa sono mai questi Plankton? Altro non sono che delle particelle dalle forme diverse e dalle relative sonorità differenziate. Avete presente quei documentari sulle cellule? Ecco, immaginate di avere a che fare con un gruppo di queste (i Plankton appunto) in un microcosmo dove ad ogni reazione o movimento corrisponde un suono (o anche rumore, a seconda del Plankton e dell'eco-sistema in uso). Bene, e che dovrete fare? Nulla di videoludicamente inteso nel senso più comune; non dovrete saltare, ammazzare qualcuno o qualche boss finale, tanto meno dovrete arrivare alla fine di chissà quale livello. Tutto ciò che vi resta da fare è questo: possibilmente attaccate il vostro DS a un'impianto stereo (o a delle cuffie) tramite l'uscita jack della console, immergetevi in un'atmosfera quanto meno comoda e confortevole, e iniziate a toccare i Plankton. Combinateli tra loro, createne delle sequenze, sentite la differenza sonora nel diverso modo in cui passerete loro il pennino, godetevi il suono. Perché qui sarà il suono (o meglio, la sonorità) il vero protagonista. Dal momento che Elektroplankton è un gestore di patterns sonori, non sarete certo chiamati in causa a creare melodie nota per nota, o arrangiare nessun motivo con chissà quali accordi. No, non ci sarà nessuna funzione di microediting, non ci sono velocities da regolare, tantomeno c'è un sequencer interno da programmare.
Avrete a disposizione dei timbri diversi, inseriti in sonorità diverse (da quelle ambient, a quelle acide, passando per sonorità più tradizionalmente mass-user) a seconda delle cellule che state picchiettando con il pennino. Ma il sistema di input per fortuna non si riduce solo all'uso di quest'ultimo e, poiché il DS è dotato di un microfono che rileva ogni vibrazione esterna, avrete la possibilità di stimolare il Planktons anche tramite la vostra voce, un battito di mani, o posizionando il DS vicino alle frequenze subarmoniche di un diffusore. Non mancheranno di certo gli approcci creativi con cui potrete strapazzare le creature del mondo di Iwai, e la forte implementazione di algoritmi con cui è stato assortito il titolo in questione faranno scaturire l'esperienza audio-visiva in un'orgia di imprevedibilità continua.
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Da notare che le tipologie di Plankton disponibili sono ben 10 quindi ce ne sarà davvero per tutti i gusti; se un giorno vi sentirete melanconici userete i Planktons marini, se un altro vi sentirete un po' più aggressivi userete quelli dalle sonorità marcatamente industriali. L'importante sarà sempre e comunque immergersi nella propria sfera sensoriale, aprire le porte della percezione, e godere di cotanto avvolgimento emotivo. Un'altra succulenta caratteristica dell'applicazione audio-visiva di Nintendo sarà la possibilità di registrare la propria voce, stretcharla, ascoltarla al contrario e, comunque, associarla al proprio contesto di Planktons preferito.
Insomma, sotto il punto di vista creativo e della stimolazione sensoriale Elektroplankton fornirà all'utente finale tanto di quel materiale di cui avvalersi che alla fine il titolo stesso potrà essere considerato uno strumento musicale innovativo vero e proprio. E qua sta il nocciolo della questione e sicuramente della finalità di utilizzo dell'applicazione, visto che già in Giappone, ma anche in America, molti artisti audio-visivi stanno usando il titolo DS per ';suonare' in installazioni, performances e quant'altro. Se da un lato quindi Elektroplankton non ci darà la possibilità di registrare le nostre ';sequenze di pennino' su una qualsiasi traccia dati (è del resto vero che ciò comporterebbe una mole immensa di dati da memorizzare su uno spazio virtuale troppo piccolo per quello che è la capacità di una DS card), è altrettanto vero che esso sarà un valido live-tool di primo livello che non cesserà mai di darci soddisfazioni sensoriali, ispirazione permettendo.
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