Empires Apart
Quello degli strategici in tempo reale è probabilmente uno dei generi ludici più complessi e sfaccettati, secondo soltanto ai giochi di ruolo più integralisti ed elaborati. Dal lontano 1992, quando gli RTS prendevano forma su Dune 2 abbiamo assistito ad un naturale perfezionamento delle meccaniche di gioco e ad una amalgama sempre più importante legata ad ambientazioni e periodi storici, che spaziano agevolmente tra passato e futuro.
Due esempi su tutti possono essere proprio il futuristico Starcraft 2 (2010), diventato portabandiera dell’eSport strategico e il più “storico” Age of Empires, il prodotto Microsoft che dopo il fallimento di Age of Empires Online (2011) si è preso un lungo periodo di riposo, interrotto solo ora dalla riedizione in HD del primo capitolo della saga. All’interno di un genere che negli ultimi tempi ha visto susseguirsi produzioni interessanti ma incapaci di attirare nuove frange d’utenza, si inserisce il team tutto italiano di DestinyBit, che con questo Empires Apart promette di estendere i concetti visti proprio in Age of Empires per lanciare sul mercato un prodotto fresco e carico di idee davvero interessanti.
E da quello che abbiamo visto, Empires Apart nasconde tra le sue righe di codice interessanti meccaniche di gioco che sapranno farsi apprezzare non soltanto per la loro piacevole complessità, e originalità.
LA SCOPERTA DEL NUOVO MONDO
Nella closed beta in nostro possesso abbiamo avuto la possibilità di giocare molteplici match in singolo, suddivisi tra la skirmish più classica e la modalità sopravvivenza, seguite da un pratico tutorial utile a tutti quelli che non masticano la strategia in tempo reale.
Affrontare il tutorial, comunque, non serve soltanto a capire in breve la distribuzione delle risorse e la loro economia nel gioco, ma offre al contempo la possibilità di comprendere meglio le caratteristiche uniche delle civiltà proposte nel titolo, senza disdegnare un minimo studio dell’interfaccia di gioco.
Un’interfaccia rinnovata e minimalista, che permette al giocatore di avere immediate e chiare informazioni su strutture e unità senza gli eccessivi e inutili ingombri che spesso abbiamo visto in altre produzione. In Empires Apart tutto è invece molto chiaro e pulito, liberando l’area di gioco e facendo guadagnare importante spazio visivo, esentandolo da interfacce troppo pesanti e complesse.
In alto a destra la piccola mini-mappa consente di seguire gli spostamenti delle unità, mentre quattro piccoli pulsanti danno accesso alle schermate di gestione legate a diplomazia, skill-tree della civiltà, cambio mini-mappa e menù di gioco. In alto a sinistra troverete gli indicatori delle risorse in vostro possesso, accompagnate da pratiche shortcut necessarie per evidenziare lavoratori senza impiego oppure impostare il rinnovo automatico delle fattorie.
Tornando alle modalità di gioco in singolo, la closed beta permette come brevemente accennato di accedere a due opzioni: conquista e sopravvivenza. Se la prima può essere riassunta nel più semplice gioco di potere in cui scegliere tipo di mappa, condizioni di vittoria e quant’altro, il secondo offre al contrario una piccola parentesi alternativa, dove il giocatore deve cercare di mantenere in piedi il suo unico centro città (non è possibile costruirne altri) sviluppando villaggio e unità di giorno mentre di notte, al contrario, cerca di sopravvivere alle varie ondate comandate dalla IA.
A questo dobbiamo aggiungere l'interessantissima modalità Regicidio, dove il nostro scopo sarà quello di raggiungere e assassinare il reggente avversario, cercando al contempo di difendere il nostro dagli assalti nemici.
AD OGNUNO IL SUO
Come spesso accade per titoli come questo, ogni civiltà presente all’interno del gioco vanta dei punti di forza e debolezza unici nel loro genere, che ovviamente cercano di avvicinarsi ai diversi approcci che il giocatore può sfruttare sul terreno di gioco. Si comincia con il costruire le case per aumentare gli slot per la popolazione, si passa al farming più spinto delle risorse principali (cibo, legname, oro e pietra) producendo cittadini con parsimonia e infine, come di consueto, si edifica la guarnigione per cominciare il reclutamento delle unità militari.
Gli RTS possono essere presi con due diversi approcci: aggressivo e difensivo. Nel primo caso il giocatore impara tempi di costruzione e gestione delle unità a seconda dei nemici, cercando contestualmente di impostare una politica di attacco mirata e pressante, mentre nel secondo caso tutto si converte a una pacifica evoluzione della propria civiltà, evitando il conflitto almeno fino a quando non si sono sviluppate tutte le tecnologie disponibili nello skill-tree dedicato, limitandosi a difendersi dagli sporadici attacchi avversari, salvo poi sferrare imponenti controffensive agli avamposti nemici.
Al posto del "passaggio" tra le varie ere, che in Age of Empires scandiva l'accesso a novità economiche e militari, Empire Apart propone invece un duplice upgrade per nostra civiltà. Tali progressi permettono chiaramente di accedere a tecnologie importanti per lo sviluppo dei settori di appartenenza, ma come ogni gioco strategico che si rispetti non è possibile vincere escludendone uno dalla formula. La componente civile favorisce il farming delle risorse e la loro economia, mentre quello militare ci consente di produrre unità sempre più forti e skillate, nonchè utili strumenti d'assedio e di conquista del villaggio avversario.
L’inevitabile scontro si risolve per mezzo della solita formula legata a punti di forza e debolezza. Risulta quindi fondamentale tenere conto delle risorse dell’avversario, giocando sulla produzione diverse tipologie di unità al fine di fronteggiare ogni possibile inconveniente.
Ogni strategico che si rispetti imposta il proprio sistema di meccaniche seguendo delle regole ben precise e, nel caso di Empire Apart, ogni aspetto tattico viene delegato alle civiltà.
Seguendo quindi le dinamiche del titolo, il giocatore potrà scegliere di impostare un metodo di gioco più aggressivo scegliendo i Mongoli, muniti di unità di cavalleria pronte ad incrementare le proprie caratteristiche sopravvivendo agli scontri con i nemici, gestendo al contempo la possibilità di spostare gli edifici sottolineando la loro storica inclinazione nomade.
Se invece volete andare sul sicuro con i Bizantini o i Francesi, più propensi a sviluppare velocemente le proprie tecnologie. Il consiglio è quello di tenere d’occhio anche gli eroi assegnati a ogni civiltà, poiché ognuno proporrà diversi power-up utili al fine di essere sfruttati al meglio durante lo scontro.
Sinceramente la bellezza del gioco risiede nella sua freschezza, nel fatto che da ogni clic sembra trapelare il reale interesse degli sviluppatori nell’ascoltare i feedback di una community che tiene conto della sostanza. Quello che infatti più ci colpisce del gioco è l’attenzione con cui ogni civiltà è stata contestualizzata nel gioco, con caratteristiche uniche e pertinenti quasi al 100%. Come non considerare, per esempio, il fatto che gli Aztechi possono catturare schiavi da sacrificare per ottenere potenziamenti?
È giusto spendere anche qualche buona parola nei confronti della comparto estetico. Appoggiandosi al motore grafico Unreal Engine, gli sviluppatori hanno preferito affidarsi a una palettatura di colori chiarissimi, tendenti al cartonato, con forme che sembrano volutamente scolpite con morbidezza al fine di ricercare uno stile tutt’altro che realistico.
In merito ai difetti esistono delle piccole pecche sia nel comparto tecnico, come alcuni cali di framerate o disconnessioni improvvise, accompagnati da alcune piccolezze in gioco che sono risultate difficili da assimilare. L’IA, come ultima istanza, è stata forse il difetto più grande di questo client beta, poiché alcune volte i costruttori avversari si sono bloccati intorno al proprio centro città, smettendo praticamente di costruire qualsiasi cosa e risultando quindi facili prede del nostro esercito. Appuntamento rimandato al 29 Marzo con la versione finale di Empires Apart!