Eternal Eye

Eternal Eye
di
Oriente ed occidente: due modi di vivere, di interpretare usi e costumi, di pensare le cose. E di intendere il divertimento elettronico. Il videogioco, in effetti, é uno dei tanti campi dove si fanno illuminanti i contrasti tra le due culture, e la spaccatura diventa tanto più evidente quanto più ci si avvicina al gioco di ruolo e allo strategico. Differenti sono le interpretazioni date ai suddetti generi, e se in Europa e in America sono tenuti attentamente distinti, spesso nelle produzioni nipponiche ruolo e strategia si mischiano e si intrecciano con soluzioni sempre nuove. E così, dalla navigata SunSoft, proviene Eternal Eye con il quale la softco giapponese intende miscelare, con un'alchimia senza precedenti, gli aspetti ruolistici con quelli strategici
Eternal Eye
Il primo dungeon non presenta alcun pericolo

La strategia di scuola nipponica differisce sostanzialmente da quella occidentale, e gli aspetti distintivi sono tutt'altro che marginali. In particolare nel paese del Sol Levante non é mai stato accettato un sistema di gestione in tempo reale, rimanendo legati al collaudato sistema a turni. L'altro importante elemento di distinzione é quello numerico: folti eserciti e ricche unità popolano gli strategici occidentali, ma i giapponesi continuano a preferire il controllo di pochi elementi ma meglio caratterizzati
Per il gioco di ruolo le considerazioni si sviluppano similmente, ma si estendono alle differenze che corrono tra PC e console, e, tranne rarissimi casi, l'uno non accenna a voler sconfinare nel territorio dell'altro
Ciò detto, Eternal Eye si presenta come una sorta di multievento, in cui vengono adottate sezioni in stile RPG ed altre in stile strategico alla giapponese a seconda delle situazioni di gioco, accomunati da una trama in sintonia con quanto il Giappone ci ha proposto fino ad ora: un intenso combattimento tra le forze del bene e quelle del male, intrecciato a sentimenti quali l'amicizia, l'amore, l'onore e la fedeltà, e dove avvenimenti collaterali danno improvvisi cambi di direzione al dipanamento della storia. La Dea della Distruzione é in procinto di risvegliarsi, e gli unici in grado di combatterla sono gli stessi che sono riusciti ad imprigionarla la prima volta: gli appartenenti alla stirpe degli Eternal Eye. Sfortunatamente gli unici sopravvissuti del clan sono Luke e sua sorella Elena, che, del tutto ignari della loro origine, acquisiscono gradatamente la consapevolezza del loro essere. Farà piacere sapere che la storia é stata redatta da un vero artista del campo: Kenji Terada ha al suo attivo le sceneggiature dei primi tre capitoli di Final Fantasy