F1 Racing Championship

La prova del nove, il test sulle buone intenzioni, arriva immediatamente dopo: basta scegliere se affrontare le prove libere, le qualificazioni, la gara vera e propria
L'impostazione di guida diviene chiara fin dalle prime accelerate: le ruote si limitano a sgommare per qualche secondo per riprendere immediatamente aderenza, qualunque sia la "violenza" dell'accelerata o la posizione dello sterzo. L'ombra dell'arcade invade, purtroppo, anche questo titolo che presenta delle routine comportamentali assolutamente lontane da ogni realtà conosciuta: i testa coda sono occasioni mai riscontrate, e le gomme assicurano un'aderenza tale da far pensare ad una tecnologia aliena. Le variazioni all'assetto non incidono quanto dovrebbero, e neanche i danni alla vettura ricoprono il giusto peso. Per fortuna i comandi rispondono con la necessaria prontezza ad ogni sollecitazione, rivelando una grossa attenzione verso la giocabilità a scapito, purtroppo, della simulazione

L'apparato grafico non stupisce, ma si fa apprezzare per più di un aspetto. Lo scrolling si attesta sui canonici 25 fps senza accennare a diminuire, rivelando una stabilità che esula da rallentamenti occasionali. Il dettaglio, seppur non elevatissimo, riproduce discretamente gli sponsor sulle vetture ed é completato da effetti di riflessione sulle auto molto simili a quelli esibiti da GT. Un po' eccessivo é forse l'utilizzo dell'effetto lens flare, quello, per intenderci, che simula il riflesso del sole. Non mancano piccole chicche, tra le quali spiccano le animazioni del pilota, perfettamente visibile dalla visuale esterna: la sua testa é continuamente sottoposta alle sollecitazioni aerodinamiche, con sbalzi in avanti o indietro che seguono frenate ed accelerazioni ed eventuali curve
Una novità sulla quale si rimane piacevolmente sorpresi risiede nella programmazione dell'intelligenza artificiale, che permette ai piloti avversari di comportarsi non più come automi che seguono dei binari precisi, ma variando le traiettorie a seconda delle situazioni. Solitamente, infatti, l'unica preoccupazione dell'avversario computerizzato é quella di seguire le esatte traiettorie, senza curarsi di eventuali contatti. Finalmente questa lacuna pare aver trovato un rimedio, anche se la IA va rivista in alcune circostanze, quando, ad esempio, gli avversari impediscono con insistenza al giocatore umano di sorpassare, con frenetici cambi di posizione