Fallout 3
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Mai provata l'emozione di non avere nessun ostacolo tra se stessi e l'oggetto dei desideri? Ecco, proprio quella. Allora basta un pc muscoloso, una confortevole seggiola, uno schermo 24” lcd e ... una lettera seguirta da un numero: F3, Fallout 3. Tutto mio. Una prova su strada senza freni, senza divieti, senza limiti. Le prime scene di gioco riproducevano un'angusta sala macchine da cui il fortunatissimo eroe sopravvissuto all'ecatombe nucleare riesce facilmente ad uscire azionando l'apertura di una porta pressurizzata. Pochi metri e si dischiude la meraviglia di un orizzonte visivo sconfinato. Prima dentro, buio, stretto.
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Poi subito fuori, aperto, spazioso. Con una transizione grafica che crea l'effetto di abbaglio per gli occhi. Il cinema in un gioco. Stop. Indicazioni per l'uso corretto di Fallout 3. Il sistema di controllo é come Dio comanda. Mouse più tastiera uguale controllo totale. Non ci sono movimenti speciali o tecniche rivoluzionarie. Il botto é il contenuto del gioco. Play. L'esplorazione é il pane quotidiano, attraverso ambientazioni di rovine urbane, macerie industriali, resti di una civiltà estinta. L'orizzonte acquista una valore tattico perché é con l'indicazione di queste grandi strutture architettoniche che diventa possibile orientarsi e prendere una direzione.
Il cammino non é mai monotono, ma costringe a selezionare una traiettoria transitabile, a modificarla per superare ostacoli, a ritrovarsi in un luoghi sconosciuti. Piccola città fantasma, aree industriali, autostrade. Dopo qualche intenso minuto di cammino, con gli occhi affascinati ad ammirare le rovine e con i timpani che ascoltano il soffio del vento, ecco una città fantasma con edifici diroccati - tra cui una scuola. Neanche il tempo di tirare il fiato che subito arrivano i pizzicotti rosso sangue di proiettili sparati dall'interno dell'edificio. Difficile centrare un bersaglio lontano e riparato. Meglio entrare, scovarlo ma senza esporsi.
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Fallout 3 é anche uno sparatutto più rilassato, che offre situazioni di gioco classiche ma senza imporre una soluzione banale - e il nemico é già un ricordo, a parte i suoi oggetti che possono essere prelevati e riutilizzati. Dall'esplorazione al combattimento e di nuovo all'esplorazione. La noia ha vita breve. Dagli ambienti chiusi agli ambienti aperti e di nuovo in ambienti chiusi. E' un continuo di differenti situazioni che pongono differenti obiettivi. Sempre nuovi, come trovare una chiave, un passaggio, un oggetto. Il divertimento é scoprire le novità e allo stesso tempo raccapezzarsi in uno scenario irreale. In completa solitudine. Gli altri sono esseri umani impazziti, assetati di sangue, ridotti a sopravvivere allo stato brado, ricoperti di stracci e armi di fortuna.
E' possibile colpirli provocando impressionanti decomposizioni e infierire sui cadaveri. Niente limiti. Nemmeno nell'uso delle armi, dalle più primitive alla più sofisticate, senza dimenticare che il datario di Fallout 3 é rimasto inchiodato agli anni cinquanta. Quindi il design generale riflette i gusti e le forme dell'epoca, offrendo un aggancio alla realtà per evitare che il gioco si sgonfi in un delirio onirico. Resta però un quasi impercettibile fastidio per una qualità grafica che popola lo schermo di poligoni e traduce in realtà visiva la volontà di porre il giocatore al centro di un mondo intero - ma appanna il suo smalto brillante fissando i singoli dettagli.
Forse la pretesa di ricostruire un mondo in macerie é al di là del passo della gamba umana. Forse é ancora presto per emettere la sentenza definitiva. Ci sono tanti forse, ma alla fine resta un'unica sensazione, di quelle epidermiche, che é difficile staccarsi dalla memoria: Fallout 3, tanto atteso, tanto sospirato e adesso anche provato. Coinvolgente come tuffarsi in mare da una scogliera; immediato come il piacere di un frutto fresco; ma sotto alla morbida buccia c'é una polpa soda, sia tecnicamente (sì, comunque sì) sia nei contenuti. Ma questo finale é solo l'inizio.
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Poi subito fuori, aperto, spazioso. Con una transizione grafica che crea l'effetto di abbaglio per gli occhi. Il cinema in un gioco. Stop. Indicazioni per l'uso corretto di Fallout 3. Il sistema di controllo é come Dio comanda. Mouse più tastiera uguale controllo totale. Non ci sono movimenti speciali o tecniche rivoluzionarie. Il botto é il contenuto del gioco. Play. L'esplorazione é il pane quotidiano, attraverso ambientazioni di rovine urbane, macerie industriali, resti di una civiltà estinta. L'orizzonte acquista una valore tattico perché é con l'indicazione di queste grandi strutture architettoniche che diventa possibile orientarsi e prendere una direzione.
Il cammino non é mai monotono, ma costringe a selezionare una traiettoria transitabile, a modificarla per superare ostacoli, a ritrovarsi in un luoghi sconosciuti. Piccola città fantasma, aree industriali, autostrade. Dopo qualche intenso minuto di cammino, con gli occhi affascinati ad ammirare le rovine e con i timpani che ascoltano il soffio del vento, ecco una città fantasma con edifici diroccati - tra cui una scuola. Neanche il tempo di tirare il fiato che subito arrivano i pizzicotti rosso sangue di proiettili sparati dall'interno dell'edificio. Difficile centrare un bersaglio lontano e riparato. Meglio entrare, scovarlo ma senza esporsi.
Fallout 3 é anche uno sparatutto più rilassato, che offre situazioni di gioco classiche ma senza imporre una soluzione banale - e il nemico é già un ricordo, a parte i suoi oggetti che possono essere prelevati e riutilizzati. Dall'esplorazione al combattimento e di nuovo all'esplorazione. La noia ha vita breve. Dagli ambienti chiusi agli ambienti aperti e di nuovo in ambienti chiusi. E' un continuo di differenti situazioni che pongono differenti obiettivi. Sempre nuovi, come trovare una chiave, un passaggio, un oggetto. Il divertimento é scoprire le novità e allo stesso tempo raccapezzarsi in uno scenario irreale. In completa solitudine. Gli altri sono esseri umani impazziti, assetati di sangue, ridotti a sopravvivere allo stato brado, ricoperti di stracci e armi di fortuna.
E' possibile colpirli provocando impressionanti decomposizioni e infierire sui cadaveri. Niente limiti. Nemmeno nell'uso delle armi, dalle più primitive alla più sofisticate, senza dimenticare che il datario di Fallout 3 é rimasto inchiodato agli anni cinquanta. Quindi il design generale riflette i gusti e le forme dell'epoca, offrendo un aggancio alla realtà per evitare che il gioco si sgonfi in un delirio onirico. Resta però un quasi impercettibile fastidio per una qualità grafica che popola lo schermo di poligoni e traduce in realtà visiva la volontà di porre il giocatore al centro di un mondo intero - ma appanna il suo smalto brillante fissando i singoli dettagli.
Forse la pretesa di ricostruire un mondo in macerie é al di là del passo della gamba umana. Forse é ancora presto per emettere la sentenza definitiva. Ci sono tanti forse, ma alla fine resta un'unica sensazione, di quelle epidermiche, che é difficile staccarsi dalla memoria: Fallout 3, tanto atteso, tanto sospirato e adesso anche provato. Coinvolgente come tuffarsi in mare da una scogliera; immediato come il piacere di un frutto fresco; ma sotto alla morbida buccia c'é una polpa soda, sia tecnicamente (sì, comunque sì) sia nei contenuti. Ma questo finale é solo l'inizio.