Fallout 3
di
Impatto imminente
Passano gli anni, si avvicendano le generazioni, ma il mondo dei videogame continua ad essere solcato da una ristretta cerchia di nomi che, in barba alle novità puramente tecnologiche, persevera nel far sussultare il cuore del giocatore di vecchia data, portando echi tutt'altro che irrilevanti nell'immaginario delle nuove leve. Uno di questi nomi é sicuramente quello di Fallout, saga post-atomica creata dai mai abbastanza compianti Balck Isle Studios, in quella che ancora per molti é da considerarsi come una vera e propria età dell'oro dei giochi di ruolo.
I motivi di tanto affetto sono molteplici, da un background degno dei migliori film di fantascienza apocalittica, sino ad un gameplay appassionante dove si incontrano azioni in tempo reale e combattimenti a turni, passando per una più che soddisfacente libertà d'azione lasciata all'utente impegnato a barcamenarsi ,seguendo le inclinazioni e le capacità del proprio alter ego, in tantissime sotto-quest inserite in una story line di ampio respiro. Più che logico il clamore suscitato dalla notizia riguardo l'acquisizione di Bethesda dei diritti della serie, con l'intenzione di crearne un terzo capitolo capace di ricalcare i fasti del passato e di far dimenticare i passi falsi dei vari spin off che, senza troppa convinzione, si sono affacciati al mercato di qualche anno fa.
La nuova strada per interpretare il mondo di Fallout, passa dall'esperienza maturata dal team della Betehsda nello sviluppo della ormai storica serie “The Elder Scroll”, giunta alla sua quarta incarnazione con il best seller Oblivion. Più che naturale, quindi, il passaggio ad un gameplay derivato direttamente da quest'ultima produzione, scelta “rivoluzionaria” che ha lasciato molta curiosità in tutti gli appassionati. Dopo il gran parlare e la presa visione del materiale rilasciato, abbiamo finalmente potuto toccare con mano la nuova strada presa dal glorioso marchio. Nonostante la versione del gioco messaci a disposizione sia ancora da ritenersi “work in progress”, ci siamo potuti fare un'idea di quel che potremo avere tra le mani con l'uscita nei negozi di Fallout 3.
Dopo una terribile guerra nucleare, l'umanità vive rinchiusa sotto terra, in bunker chiamati Valut, costruiti appositamente per fornire i propri occupanti di tutte (o quasi) le comodità necessarie per portare avanti un'esistenza dignitosa. Sulla superficie non rimangono che i resti di quel che era il mondo, con l'inquietante presenza dei sopravvissuti, sulla cui pelle é logicamente visibile il pesante segno delle radiazioni. Non una perfetta trasposizione del nostro mondo in chiave pessimista, ma una società parallela dove la moda sembra aver fermato le lancette del tempo agli anni trenta, creando una suggestiva atmosfera fatta di tecnologia applicata ad uno stile squisitamente retrò.
Dopo una giovinezza passata avendo come nostro unico riferimento le pareti del valut, scopriamo che nostro padre, senza motivi apparentemente plausibili, ha deciso di lasciare il rifugio in fretta e furia, tra l'incredulità generale. In nome dei legami di sangue, decidiamo di partire alla sua ricerca, mettendo piede sulla martoriata crosta terrestre, continuamente alla mercé di bande di sbandati e mutanti, spaventoso residuo di quel che un tempo erano esseri umani. Sin dalle primissime battute e dalle schermate di caricamento, ci rallegriamo osservando disegni e stile ispirati completamente dagli art-work che hanno accompagnato i primi due capitoli di Fallout, dandoci immediatamente la sensazione che, in casa Bethesda, ci sia una forte componente di rispetto e ammirazione per il lavoro creato dalla Black Isle.
La creazione del personaggio non si discosta dalla tradizione, vedendoci impegnati a distribuire punti alle varie skill, con l'aggiunta di particolari capacità da sbloccare sempre in base ad un numero limitato di preferenze assegnabili (con relativi upgrade ogni qualvolta saliremo di livello). Veniamo così introdotti all'uso del Pip Boy, pratico computer da polso del nostro eroe che, all'atto pratico, rappresenta per noi l'intera interfaccia dei menù, in cui possiamo navigare grazie ai tasti dorsali del joypad. I dati da tenere sotto controllo sono davvero molti, ma in pochi minuti riusciamo a prendere la mano con il sistema di gestione e possiamo apprezzare il meccanismo che offre un buon compromesso tra comodità d'uso e completezza informativa, offrendoci la scheda del personaggio, il riassunto sulle quest da compiere, il nostro equipaggiamento e molte altre nozioni indispensabili per una “gita” in una landa desolata.
Guarda che luna... radioattiva!
Posare i nostri occhi al di fuori del valut, fa un certo effetto. Si nota immediatamente il lavoro infuso nel voler rappresentare ampie aree ormai devastate, ricreate in modo molto curato. Basta girare lo sguardo per osservare un mondo sconfinato, ricreato con dovizia di particolari e perizia tecnica. Certo, abbiamo assistito a diversi rallentamenti del motore grafico e ad alcune texture visibilmente migliorabili, ma il fatto che la versione del gioco provata non fosse ancora quella definitiva, rende più che plausibili le dovute correzioni in sede di sviluppo.
Tra una maceria e l'altra, rimaniamo quasi senza fiato quando a all'orizzonte inizia a intravedersi lo skyline di Washington che, con il nostro avvicinarsi, prende sempre più forma per mostrare quel che rimane di una monumentale città ormai in rovina, con il Campidoglio semi-distrutto a fare da monito, ricordandoci la follia della razza umana. La nostra esplorazione é gestibile sia in prima persona che in terza, in modo da far vivere l'esperienza in salsa FPS o con la visuale da dietro le spalle del protagonista, in base alle preferenza del giocatore. Entrambe le possibilità si sono rivelate comode, nonostante alcune animazioni in terza persona ci siano sembrate in un qualche modo “artificiose”.
Sperare in una passeggiata calma e rilassata in mezzo a un simile paesaggio, non é certamente plausibile, non per nulla non ci vuole molto perché alcuni cani da troppo tempo soggetti alle radiazioni decidano di farci diventare il loro pasto. Entra dunque in gioco il sistema di combattimento, anche questo disponibile in due modalità, intercambiabili in qualsiasi momento del gioco. Come in un qualsiasi sparatutto, ci siamo messi a scaricare il piombo delle nostre pistole sui feroci animali, per poi passare a colpirli con una mazza da baseball una volta finite le munizioni. Volendo invece aumentare la componente riflessiva delle battaglie, abbiamo sfruttato la seconda opzione che, con la semplice pressione di un tasto, permette di mettere in pausa il gioco e osservare tutto quello che ci circonda.
Vengono in questo modo visualizzati tutti i potenziali obbiettivi dentro il nostro raggio visivo, lasciandoci la scelta di quale avversario colpire con la nostra prossima mossa. Una volta presa la nostra decisione, é il momento di pensare su che parte del corpo avversario indirizzare il colpo, sia in base al diverso danno che siamo intenzionati a fare, sia rispetto alle diverse possibilità di successo. Ogni arto selezionabile, viene infatti evidenziato da una cifra espressa in percentuale, dicendoci con che probabilità potremo mettere a segno il nostro attacco. Se i colpi al cranio portano alla morte rapida dei malcapitati, accanirsi sulle loro gambe ci darà un discreto vantaggio in termini di movimento, rendendo meno rapidi i nostri inseguitori.
Gli attacchi migliori vengono mostrati tramite alcune brevi sequenze, dove il sangue non manca, a sottolineare la fine di chi ha osato mettersi sul nostro cammino. I nostri nemici si sono rivelati decisamente coriacei, pronti a combattere con furia sino all'ultimo, mettendoci in seria difficoltà. Se i cani si sono limitati a caricarci a testa bassa, non sono mancati esempi di buona intelligenza artificiale, come nel caso di alcuni mostri acquatici umanoidi che, dopo i nostri spari da discreta distanza, hanno cercato il miglior punto per uscire dall'acqua e assalirci in massa, non lasciandoci via di scampo.
Ma Fallout 3 non é composto solo da sparatorie e combattimenti, e ce ne siamo resi conto appena arrivati in uno degli insediamenti sparsi per quel che resta del territorio degli Stati Uniti. I villaggi brulicano di vita, offrendo le classiche figure ruolistiche come i negozianti, affiancandoli ad una nutrita schiera di personaggi e animali (fuori dal valut é in auge l'allevamento della mucca a due teste...), tutti intenti a portare avanti le proprie attività, seguendo il ciclo giorno-notte rappresentato a dovere nelle sue variazioni dal calare del sole e il sorgere della luna. Ogni persona incontrata é risultata dotata di una propria voce e, quando ci siamo trovati a parlare con individui di particolare interesse ai fini delle nostre missioni, abbiamo testato anche le possibilità offerte dai dialoghi.
In diverse occasioni abbiamo potuto rapportarci, nei confronti dei nostri interlocutori, in modi diametralmente opposti, dando un importante tocco interpretativo alla nostra avventura. Davanti alla richiesta d'aiuto di un bambino, é stato possibile offrirci immediatamente disponibili per aiutarlo, ignorarlo senza troppi patemi o persino cacciarlo in male parole (il linguaggio colorito, non fa certo difetto a Fallout 3). Oltre ad avere una differente reazione da chi ci stava davanti, abbiamo visto aumentare o diminuire il punteggio del nostro “karma”, skill adibita a dirci quanto il nostro comportamento sia esemplare o meno.
E' da segnalare la presenza di alcune opzioni di dialogo con accanto una percentuale di riuscita, più o meno alta in base a come avremo distribuito i nostri punti nei vari passaggi di livello, ad esempio, per convincere un viandante a darci informazioni particolarmente riservate, avere un alto carisma sarà molto utile. Nelle quest che siamo riusciti a portare a termine, si sono evidenziati diversi modi per risolverle, dandoci così l'impressione della presenza di una buona libertà di scelta da parte del giocatore, sempre tenendo conto delle conseguenze delle nostre azioni (volendo provare ad attaccare un membro di una comunità, ci siamo visti in pochi minuti assaliti da tutto il villaggio, passando a miglior vita).
La nostra prova sul campo di Fallout 3 ci ha quindi dato la possibilità di toccare con mano la realizzazione di diversi punti che suscitavano molte aspettative nello sviluppo del gioco, dandoci la conferma che Bethesda non si é limitata ad adagiarsi sul buon nome del marchio rilevato. Tecnicamente il prodotto sembra avere molto da dire, soprattutto in previsione della versione finale, che dovrebbe eliminare i problemi da noi riscontrati, mentre l'intelligenza artificiale s'é mostrata capace di offrire una sfida interessante e varia.
Per quanto riguarda la libertà d'azione e il grado di interpretazione ruolistica, possiamo segnalare diversi spunti interessanti, nonostante sia impossibile potersi esprimere a riguardo, vista la ampiezza di respiro del gioco, che si propone di farci vivere un'avventura longeva ed eterogenea. Con un nuovo bagaglio di buone premesse e diverse conferme, attendiamo il momento di misurarci con la versione finale di Fallout 3, per poter finalmente saggiare e giudicare il titolo nella sua interezza. E non ditemi che, per colpa di qualche radiazione, rinuncereste ad una simile avventura...
Passano gli anni, si avvicendano le generazioni, ma il mondo dei videogame continua ad essere solcato da una ristretta cerchia di nomi che, in barba alle novità puramente tecnologiche, persevera nel far sussultare il cuore del giocatore di vecchia data, portando echi tutt'altro che irrilevanti nell'immaginario delle nuove leve. Uno di questi nomi é sicuramente quello di Fallout, saga post-atomica creata dai mai abbastanza compianti Balck Isle Studios, in quella che ancora per molti é da considerarsi come una vera e propria età dell'oro dei giochi di ruolo.
I motivi di tanto affetto sono molteplici, da un background degno dei migliori film di fantascienza apocalittica, sino ad un gameplay appassionante dove si incontrano azioni in tempo reale e combattimenti a turni, passando per una più che soddisfacente libertà d'azione lasciata all'utente impegnato a barcamenarsi ,seguendo le inclinazioni e le capacità del proprio alter ego, in tantissime sotto-quest inserite in una story line di ampio respiro. Più che logico il clamore suscitato dalla notizia riguardo l'acquisizione di Bethesda dei diritti della serie, con l'intenzione di crearne un terzo capitolo capace di ricalcare i fasti del passato e di far dimenticare i passi falsi dei vari spin off che, senza troppa convinzione, si sono affacciati al mercato di qualche anno fa.
La nuova strada per interpretare il mondo di Fallout, passa dall'esperienza maturata dal team della Betehsda nello sviluppo della ormai storica serie “The Elder Scroll”, giunta alla sua quarta incarnazione con il best seller Oblivion. Più che naturale, quindi, il passaggio ad un gameplay derivato direttamente da quest'ultima produzione, scelta “rivoluzionaria” che ha lasciato molta curiosità in tutti gli appassionati. Dopo il gran parlare e la presa visione del materiale rilasciato, abbiamo finalmente potuto toccare con mano la nuova strada presa dal glorioso marchio. Nonostante la versione del gioco messaci a disposizione sia ancora da ritenersi “work in progress”, ci siamo potuti fare un'idea di quel che potremo avere tra le mani con l'uscita nei negozi di Fallout 3.
Dopo una terribile guerra nucleare, l'umanità vive rinchiusa sotto terra, in bunker chiamati Valut, costruiti appositamente per fornire i propri occupanti di tutte (o quasi) le comodità necessarie per portare avanti un'esistenza dignitosa. Sulla superficie non rimangono che i resti di quel che era il mondo, con l'inquietante presenza dei sopravvissuti, sulla cui pelle é logicamente visibile il pesante segno delle radiazioni. Non una perfetta trasposizione del nostro mondo in chiave pessimista, ma una società parallela dove la moda sembra aver fermato le lancette del tempo agli anni trenta, creando una suggestiva atmosfera fatta di tecnologia applicata ad uno stile squisitamente retrò.
Dopo una giovinezza passata avendo come nostro unico riferimento le pareti del valut, scopriamo che nostro padre, senza motivi apparentemente plausibili, ha deciso di lasciare il rifugio in fretta e furia, tra l'incredulità generale. In nome dei legami di sangue, decidiamo di partire alla sua ricerca, mettendo piede sulla martoriata crosta terrestre, continuamente alla mercé di bande di sbandati e mutanti, spaventoso residuo di quel che un tempo erano esseri umani. Sin dalle primissime battute e dalle schermate di caricamento, ci rallegriamo osservando disegni e stile ispirati completamente dagli art-work che hanno accompagnato i primi due capitoli di Fallout, dandoci immediatamente la sensazione che, in casa Bethesda, ci sia una forte componente di rispetto e ammirazione per il lavoro creato dalla Black Isle.
La creazione del personaggio non si discosta dalla tradizione, vedendoci impegnati a distribuire punti alle varie skill, con l'aggiunta di particolari capacità da sbloccare sempre in base ad un numero limitato di preferenze assegnabili (con relativi upgrade ogni qualvolta saliremo di livello). Veniamo così introdotti all'uso del Pip Boy, pratico computer da polso del nostro eroe che, all'atto pratico, rappresenta per noi l'intera interfaccia dei menù, in cui possiamo navigare grazie ai tasti dorsali del joypad. I dati da tenere sotto controllo sono davvero molti, ma in pochi minuti riusciamo a prendere la mano con il sistema di gestione e possiamo apprezzare il meccanismo che offre un buon compromesso tra comodità d'uso e completezza informativa, offrendoci la scheda del personaggio, il riassunto sulle quest da compiere, il nostro equipaggiamento e molte altre nozioni indispensabili per una “gita” in una landa desolata.
Guarda che luna... radioattiva!
Posare i nostri occhi al di fuori del valut, fa un certo effetto. Si nota immediatamente il lavoro infuso nel voler rappresentare ampie aree ormai devastate, ricreate in modo molto curato. Basta girare lo sguardo per osservare un mondo sconfinato, ricreato con dovizia di particolari e perizia tecnica. Certo, abbiamo assistito a diversi rallentamenti del motore grafico e ad alcune texture visibilmente migliorabili, ma il fatto che la versione del gioco provata non fosse ancora quella definitiva, rende più che plausibili le dovute correzioni in sede di sviluppo.
Tra una maceria e l'altra, rimaniamo quasi senza fiato quando a all'orizzonte inizia a intravedersi lo skyline di Washington che, con il nostro avvicinarsi, prende sempre più forma per mostrare quel che rimane di una monumentale città ormai in rovina, con il Campidoglio semi-distrutto a fare da monito, ricordandoci la follia della razza umana. La nostra esplorazione é gestibile sia in prima persona che in terza, in modo da far vivere l'esperienza in salsa FPS o con la visuale da dietro le spalle del protagonista, in base alle preferenza del giocatore. Entrambe le possibilità si sono rivelate comode, nonostante alcune animazioni in terza persona ci siano sembrate in un qualche modo “artificiose”.
Sperare in una passeggiata calma e rilassata in mezzo a un simile paesaggio, non é certamente plausibile, non per nulla non ci vuole molto perché alcuni cani da troppo tempo soggetti alle radiazioni decidano di farci diventare il loro pasto. Entra dunque in gioco il sistema di combattimento, anche questo disponibile in due modalità, intercambiabili in qualsiasi momento del gioco. Come in un qualsiasi sparatutto, ci siamo messi a scaricare il piombo delle nostre pistole sui feroci animali, per poi passare a colpirli con una mazza da baseball una volta finite le munizioni. Volendo invece aumentare la componente riflessiva delle battaglie, abbiamo sfruttato la seconda opzione che, con la semplice pressione di un tasto, permette di mettere in pausa il gioco e osservare tutto quello che ci circonda.
Vengono in questo modo visualizzati tutti i potenziali obbiettivi dentro il nostro raggio visivo, lasciandoci la scelta di quale avversario colpire con la nostra prossima mossa. Una volta presa la nostra decisione, é il momento di pensare su che parte del corpo avversario indirizzare il colpo, sia in base al diverso danno che siamo intenzionati a fare, sia rispetto alle diverse possibilità di successo. Ogni arto selezionabile, viene infatti evidenziato da una cifra espressa in percentuale, dicendoci con che probabilità potremo mettere a segno il nostro attacco. Se i colpi al cranio portano alla morte rapida dei malcapitati, accanirsi sulle loro gambe ci darà un discreto vantaggio in termini di movimento, rendendo meno rapidi i nostri inseguitori.
Gli attacchi migliori vengono mostrati tramite alcune brevi sequenze, dove il sangue non manca, a sottolineare la fine di chi ha osato mettersi sul nostro cammino. I nostri nemici si sono rivelati decisamente coriacei, pronti a combattere con furia sino all'ultimo, mettendoci in seria difficoltà. Se i cani si sono limitati a caricarci a testa bassa, non sono mancati esempi di buona intelligenza artificiale, come nel caso di alcuni mostri acquatici umanoidi che, dopo i nostri spari da discreta distanza, hanno cercato il miglior punto per uscire dall'acqua e assalirci in massa, non lasciandoci via di scampo.
Ma Fallout 3 non é composto solo da sparatorie e combattimenti, e ce ne siamo resi conto appena arrivati in uno degli insediamenti sparsi per quel che resta del territorio degli Stati Uniti. I villaggi brulicano di vita, offrendo le classiche figure ruolistiche come i negozianti, affiancandoli ad una nutrita schiera di personaggi e animali (fuori dal valut é in auge l'allevamento della mucca a due teste...), tutti intenti a portare avanti le proprie attività, seguendo il ciclo giorno-notte rappresentato a dovere nelle sue variazioni dal calare del sole e il sorgere della luna. Ogni persona incontrata é risultata dotata di una propria voce e, quando ci siamo trovati a parlare con individui di particolare interesse ai fini delle nostre missioni, abbiamo testato anche le possibilità offerte dai dialoghi.
In diverse occasioni abbiamo potuto rapportarci, nei confronti dei nostri interlocutori, in modi diametralmente opposti, dando un importante tocco interpretativo alla nostra avventura. Davanti alla richiesta d'aiuto di un bambino, é stato possibile offrirci immediatamente disponibili per aiutarlo, ignorarlo senza troppi patemi o persino cacciarlo in male parole (il linguaggio colorito, non fa certo difetto a Fallout 3). Oltre ad avere una differente reazione da chi ci stava davanti, abbiamo visto aumentare o diminuire il punteggio del nostro “karma”, skill adibita a dirci quanto il nostro comportamento sia esemplare o meno.
E' da segnalare la presenza di alcune opzioni di dialogo con accanto una percentuale di riuscita, più o meno alta in base a come avremo distribuito i nostri punti nei vari passaggi di livello, ad esempio, per convincere un viandante a darci informazioni particolarmente riservate, avere un alto carisma sarà molto utile. Nelle quest che siamo riusciti a portare a termine, si sono evidenziati diversi modi per risolverle, dandoci così l'impressione della presenza di una buona libertà di scelta da parte del giocatore, sempre tenendo conto delle conseguenze delle nostre azioni (volendo provare ad attaccare un membro di una comunità, ci siamo visti in pochi minuti assaliti da tutto il villaggio, passando a miglior vita).
La nostra prova sul campo di Fallout 3 ci ha quindi dato la possibilità di toccare con mano la realizzazione di diversi punti che suscitavano molte aspettative nello sviluppo del gioco, dandoci la conferma che Bethesda non si é limitata ad adagiarsi sul buon nome del marchio rilevato. Tecnicamente il prodotto sembra avere molto da dire, soprattutto in previsione della versione finale, che dovrebbe eliminare i problemi da noi riscontrati, mentre l'intelligenza artificiale s'é mostrata capace di offrire una sfida interessante e varia.
Per quanto riguarda la libertà d'azione e il grado di interpretazione ruolistica, possiamo segnalare diversi spunti interessanti, nonostante sia impossibile potersi esprimere a riguardo, vista la ampiezza di respiro del gioco, che si propone di farci vivere un'avventura longeva ed eterogenea. Con un nuovo bagaglio di buone premesse e diverse conferme, attendiamo il momento di misurarci con la versione finale di Fallout 3, per poter finalmente saggiare e giudicare il titolo nella sua interezza. E non ditemi che, per colpa di qualche radiazione, rinuncereste ad una simile avventura...