Fallout 76

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Il mondo distopico immaginato da Bethesda ha subito diverse trasformazioni nel corso del suo ciclo di vita, passando dall’essere un gioco di ruolo in visuale isometrica a un ibrido tra terza e prima persona, e mantenendo sempre una propria identità caratterizzata da un’esperienza rigorosamente in solitaria. Resta quindi difficile dimenticare il momento in cui Pete Hines, durante lo scorso E3, salì sul palco della conferenza Microsoft richiamato alle armi da Phil Spencer, per mostrare quello che sarà il futuro del franchise di Fallout.

Dimenticatevi l’esperienza rigorosamente in solitaria, ma lasciate spazio a un nuovo mondo di gioco pensato per essere “condiviso” insieme ad altri sopravvissuti dei Vault, pronti a decidere arbitrariamente se collaborare con la civiltà oppure sottometterla con violenza. Cosa ci aspetta una volta usciti dal Vault 76?

Gameplay Trailer

I LOVE WEST VIRGINIA

Sulle note dolenti del discorso legato alla “guerra che non cambia mai” il nostro primo contatto con il gioco si traduce con la creazione del nostro alter-ego, grazie a un tool relativamente ricco di opzioni e possibilità di personalizzazione. Conclusa la chirurgia estetica veniamo a conoscenza che il Vault 76 sta festeggiando il Reclamation Day, in pratica la ricorrenza in cui gli abitanti del rifugio possono finalmente uscire nel mondo esterno, scoprendo finalmente cosa è riuscito a sopravvivere all’olocausto nucleare.

La nostra scalata verso l’esterno viene tradotta con un piccolo tutorial, essenziale come di consueto almeno per riprendere familiarità con i comandi e scoprire, allo stesso tempo, una delle piccole novità introdotte nel gioco: il C.A.M.P. Ci verrà infatti spiegato che questo dispositivo portatile ci concede la possibilità di reclamare una piccola area del mondo di gioco, attivando al suo interno la possibilità di costruire i rudimenti di un accampamento, composto principalmente da stazioni di fabbricazione utili a craftare armi, viveri e oggetti di equipaggiamento.

La bellezza di questo tool risiede nella sua portabilità, tant’è che ogni oggetto costruito al suo interno potrà essere semplicemente spostato e ricostruito in qualsiasi luogo. È il C.A.M.P. a decidere le carte in tavola, resta solo a voi l’arduo compito di trovare un luogo “adatto” allo scopo ma soprattutto lontano da occhi indiscreti e avidi di razzie.

Fallout 76

Usciti da vault per la prima volta, assistiamo a uno spettacolo diverso da quello a cui eravamo abituati. Al posto di NPC sparsi per il mondo di gioco, pronti a illustrarci la situazione dandoci magari al contempo qualche missione da svolgere, troviamo invece tanti altri giocatori che, come noi, stanno cercando di familiarizzare con le regole del gioco per scoprire cosa quest’ultimo ha da offrire. La struttura duale dell’ultima fatica di Bethesda sembra poggiarsi su due realtà coese: quella in singolo, scandita da missioni che dovrebbero in qualche modo presentarci le fazioni presenti nel mondo di gioco (e gli NPC che ne fanno parte) e quella in multigiocatore, dove diversi giocatori possono essere pronti a collaborare o combattere tra di loro.

La parte relativa alla B.E.T.A. ci ha lasciato ancora qualche dubbio sul nuovo comparto pensato per l’ultimo capitolo del franchise, se non altro perché la mole di giocatori presenti sul server di test ha pensato piuttosto di portare a termine le missioni legate alla storia, senza effettivamente attivare la modalità PvP per combattere contro gli altri (dal livello 5 in poi). Da questo espediente è emerso che ogni stazione o computer può essere utilizzata soltanto da una persona per volta, creando una sorta di “coda postale” dove è risultato persino difficile finire di completare una quest interagendo con un computer. Il caos si amplifica nei luoghi dove bisogna effettuare le missioni, perché i medesimi risultano condivisi e non istanziati come avviene in un classico MMO, fattore che impedisce ad esempio l’uccisione e l’acquisizione di loot qualora dovessimo arrivare in ritardo.

Simpatico il sistema legato allo S.P.E.C.I.A.L. che adesso prevede l’assegnazione di alcune carte ai parametri di caratteristica: in pratica ad ogni level-up il giocatore ottiene un pacchetto di carte randomiche e, una volta scelto il punteggio caratteristica da aumentare, quest’ultimo garantirà un maggior numero di slot necessario per aggiungere delle carte legate a quella disciplina. Le carte possono essere combinate se trovate dello stesso tipo, ma ancora non sappiamo se è possibile scambiarle nella release finale oppure no.

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