Fear Effect 2: Retro Helix
di
Redazione
SI PUO' FARE DI PIU'
La tecnica del primo Fear Effect sembrava già difficilmente migliorabile, eppure Kronos riesce a spiazzarci con delle specifiche a dir poco sorprendenti. Retro Helix vanta una nuova, più avanzata routine di Motion FX 3D (quella che sostituisce i background inanimati dei comuni survival horror con piccoli filmati MPEG in costante movimento) che annulla quasi totalmente i lunghi tempi di caricamento che piagavano il precedente episodio della serie. A quanto pare il primo caricamento del gioco conterrà già tutti gli elementi chiave per la costruzione degli ambienti isometrici di Retro Helix, dopodiché i fondali animati fluiranno quasi istantaneamente dal lettore di CD-ROM, questo permetterà di ridurre al minimo la frustrazione di riprendere dall'ultimo punto salvato in seguito a un prematuro Game Over, evento che, in Fear Effect, ci sottoponeva a lunghe attese
Secondo dato, non proprio secondario, é l'incredibile abbondanza di inquadrature: ne sono state disegnate addirittura 800, che, considerata la media di viste diverse per i survival horror, sono veramente moltissime. Evidentemente Fear Effect si svolgerà in molti ambienti diversi. Per il momento sono stati preannunciati i seguenti scenari: Honk Kong (sperando, questa volta, di poterci confondere tra la folla della pittoresca megalopoli orientale, anziché essere segregati in un asettico grattacielo, come nel primo gioco), Hells Kitchen, un quartiere in apparenza assai poco raccomandabile di New York City, l'antica città fortificata di Xi'an e la tomba del primo imperatore Cinese. Come si può osservare anche in questo prequel le influenze della cultura e della religione orientali sono tutt'altro che sbiadite
Nel vecchio Fear Effect molte critiche erano state suscitate dall'inventario, che molti avevano giudicato complicato e poco pratico. Kronos deve avere evidentemente recepito queste critiche (sebbene quel famoso inventario fosse in realtà perfetto per chi passava più di 2 ore al giorno di fronte al gioco) e ha semplificato il sistema di selezione delle armi e degli oggetti. Aggiungete a tutto questo la bellezza di due ore di filmati elaborati al computer e più di sessanta nemici diversi dotati di nuove routine di I.A. E ne ricaverete un cocktail che si preannuncia come minimo esplosivo!
CHI TORNA E CHI VA
Tra tante novità ci sono anche delle caratteristiche che sono rimaste invariate o dei graditi ritorni. Tornerà, ovviamente, Jakob Decourt, assente in buona parte di Fear Effect a causa di una prematura dipartita, ma si riaffaccerano anche il mirino-indicatore che diventa verde quando si può sparare a colpo sicuro e la caratteristica visuale tipo schermo sedici noni che contraddistingueva il primo capitolo del gioco. Torna anche la possibilità di usare le armi a corto raggio nella modalità imboscata, per cogliere di sorpresa i nemici e ucciderli con un colpo solo, anzi, in occasione di questo seguito la varietà di armi bianche a disposizione si é ampliata ulteriormente
La tecnica del primo Fear Effect sembrava già difficilmente migliorabile, eppure Kronos riesce a spiazzarci con delle specifiche a dir poco sorprendenti. Retro Helix vanta una nuova, più avanzata routine di Motion FX 3D (quella che sostituisce i background inanimati dei comuni survival horror con piccoli filmati MPEG in costante movimento) che annulla quasi totalmente i lunghi tempi di caricamento che piagavano il precedente episodio della serie. A quanto pare il primo caricamento del gioco conterrà già tutti gli elementi chiave per la costruzione degli ambienti isometrici di Retro Helix, dopodiché i fondali animati fluiranno quasi istantaneamente dal lettore di CD-ROM, questo permetterà di ridurre al minimo la frustrazione di riprendere dall'ultimo punto salvato in seguito a un prematuro Game Over, evento che, in Fear Effect, ci sottoponeva a lunghe attese
Secondo dato, non proprio secondario, é l'incredibile abbondanza di inquadrature: ne sono state disegnate addirittura 800, che, considerata la media di viste diverse per i survival horror, sono veramente moltissime. Evidentemente Fear Effect si svolgerà in molti ambienti diversi. Per il momento sono stati preannunciati i seguenti scenari: Honk Kong (sperando, questa volta, di poterci confondere tra la folla della pittoresca megalopoli orientale, anziché essere segregati in un asettico grattacielo, come nel primo gioco), Hells Kitchen, un quartiere in apparenza assai poco raccomandabile di New York City, l'antica città fortificata di Xi'an e la tomba del primo imperatore Cinese. Come si può osservare anche in questo prequel le influenze della cultura e della religione orientali sono tutt'altro che sbiadite
Nel vecchio Fear Effect molte critiche erano state suscitate dall'inventario, che molti avevano giudicato complicato e poco pratico. Kronos deve avere evidentemente recepito queste critiche (sebbene quel famoso inventario fosse in realtà perfetto per chi passava più di 2 ore al giorno di fronte al gioco) e ha semplificato il sistema di selezione delle armi e degli oggetti. Aggiungete a tutto questo la bellezza di due ore di filmati elaborati al computer e più di sessanta nemici diversi dotati di nuove routine di I.A. E ne ricaverete un cocktail che si preannuncia come minimo esplosivo!
CHI TORNA E CHI VA
Tra tante novità ci sono anche delle caratteristiche che sono rimaste invariate o dei graditi ritorni. Tornerà, ovviamente, Jakob Decourt, assente in buona parte di Fear Effect a causa di una prematura dipartita, ma si riaffaccerano anche il mirino-indicatore che diventa verde quando si può sparare a colpo sicuro e la caratteristica visuale tipo schermo sedici noni che contraddistingueva il primo capitolo del gioco. Torna anche la possibilità di usare le armi a corto raggio nella modalità imboscata, per cogliere di sorpresa i nemici e ucciderli con un colpo solo, anzi, in occasione di questo seguito la varietà di armi bianche a disposizione si é ampliata ulteriormente