Flintlock: The Siege of Dawn, un souls-lite per domarli tutti – Anteprima PC
L’anteprima della demo dell’action-RPG di A44 Games, un’ambiziosa opera che attinge ai vari Souls ai di From Software pur cercando di risultare accessibile a chi non mastica il genere; coraggiosa ma un po’ maldestra nell’esecuzione
Dal team neozelandese A44 Games, che ricordiamo per il loro Ashen, arriva Flintlock: The Siege of Dawn, il nuovo “souls-lite” in terza persona, più accessibile e dinamico dei classici souls-like ispirati ai vari capisaldi targati From Software. Il titolo, in uscita nei prossimi mesi su PC tramite Steam, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, propone un agile formula di gioco che combina esplorazione non-lineare e anche verticale, combattimenti “ritmici” che alternano armi da mischia, a distanza e magia, e un sistema di crescita e setup del personaggio in stile GDR, con loot da raccogliere in giro e power-up dell’arsenale in proprio possesso. Abbiamo provato la demo, che ci porta alla scoperta delle prime ore di gioco; ecco le nostre impressioni.
Come tradizione insegna, quello di Flintlock: The Siege of Dawn è un mondo in rovina, dove i morti sono tornati in vita e le divinità spadroneggiano sulla popolazione, costretta a fuggire dai borghi in cerca di riparo, mentre cadaveri ambulanti e fanatici seminano distruzione in nome dei loro nuovi padroni. In questo marasma, scoppiato proprio a causa nostra durante le prime battute di gioco, in vece di tutorial, guideremo un improbabile coppia di eroi in cerca di vendetta, che li porterà (si spera) ad eliminare gli dèi liberati nel flagellato territorio di Kian.
La premessa narrativa, raccontata attraverso filmati e dialoghi in-game, è piuttosto sui generis, ma si regge perfettamente in piedi da sola grazie all’alchimia tra i due protagonisti. Sia la geniera Nor che la divinità Enki sono due personaggi interessanti, e i loro scambi regalano sempre informazioni utili sulla loro personalità oppure riescono a strappare qualche sorriso, con un’ironia spontanea nata da dialoghi non necessariamente comici e interpretati alla grande da Olive Gray e Alistair Petrie, che infondono grande carisma nei loro alter ego virtuali. Tra gli altri membri del cast va almeno menzionato Baz, che riesce molto bene nel ruolo di mentore vissuto, e sebbene molti dei suoi dialoghi siano perlopiù espositivi, la voce di Elias Toufexis rende ogni scambio con il suo personaggio molto gradevole. In generale la direzione del doppiaggio è di prim’ordine, compresa quella di NPC minori e nemici, per un’esperienza molto piacevole.
Quanto alla formula di gioco, Flintlock: The Siege of Dawn adotta una sistema di combattimento che assembra tutte le dinamiche apprezzate nei Souls di From Software, ma a nostro dire senza riuscire a renderle convincenti al punto giusto, pad alla mano. Gli scontri sono metodici, nonostante la rimozione della barra della stamina assicuri una scioltezza solitamente negata o comunque limitata, come in un Dark Souls a caso; la presenza di un’arma da fuoco sempre a portata di grilletto per interrompere gli attacchi nemici riporta subito alla mente Bloodborne, e la possibilità di utilizzare la magia di Enki per destabilizzare progressivamente i nemici è chiaramente ripreso da Sekiro (o Armored Core 6, ma siamo “leggermente” distanti come esperienza e volevo solo una scusa per citarlo NdR). C’è persino un moltiplicatore di stile alla Devil May Cry per incrementare l’esperienza accumulata dopo ogni uccisione se si adotta un parco mosse variegato, che si resetta solo se si viene colpiti, incentivando giocate pulite.
Ora, un’infrastruttura così complessa sulla carta dovrebbe regalare grosse soddisfazioni una volta padroneggiata, ma la pratica rivela diverse incrinature che fiaccano l’esecuzione e minano un sistema altrimenti davvero divertente. In primis, l’agilità di Nor viene meno quando non c’è verso di annullare prematuramente qualunque animazione, fendente, schivata o cura che sia, rendendo i suoi movimenti un pelo impacciati. In secondo luogo, gli attacchi normali dei nemici non vengono telegrafati benissimo (a differenza di quelli non parabili) e sono così rapidi e “a ricerca” da trasformare ogni tentativo di combo in un terno al lotto, complice l’assenza randomica di stagger da parte dei nostri colpi. Il feeling dei combattimenti è insomma buono quando tutto funziona, ma diventa irritante quando si viene centrati a tradimento in circostanze che normalmente non lo consentirebbero, come durante una schivata o nel bel mezzo di una sequenza. Diciamo che scoccia alla difficoltà più bassa, poiché si perdono preziosi punti esperienza, e può risultare fatale in quelle più elevate, dove bastano 3-4 randellate per finire al tappetto, specie contro i boss, cui segue la solita solfa del “torna dove sei schiattato per recuperare le anime”, espediente di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Flintlock: The Siege of Dawn è però innanzitutto un’avventura, e il mondo di gioco costruito da A44 Games offre numerosi spunti esplorativi (almeno per quanto si è potuto vedere finora). I livelli sono belli ampi e si è sempre indirizzati verso il prossimo obiettivo, ma guardandosi intorno è possibile scorgere percorsi nascosti e missioni secondarie che rendono l’esperienza molto variegata e dal ritmo cangiante, che si adatta alle esigenze o ai capricci del giocatore. Un sistema di scorciatoie e trasporto rapido limita inoltre il backtracking, con “falò” e aree di ristoro poste molto vicine tra loro; in tal senso il titolo è sicuramente molto più accessibile del vostro classico souls-like. C’è anche spazio per sezioni platform data la possibilità di eseguire salti, doppi salti e schivate in volo per coprire maggiori distanze, regalando scorci niente male ma anche esponendo il fianco a collisioni piuttosto dubbie. Si ha sempre l’impressione di star scivolando giù da un bordo, prima che la presa automatica faccia il suo lavoro, e non è una bella sensazione.
Restando in tema contenuti “segreti”, la demo ne include un bel po’, sia in termini di esplorazione che di sfide, raddoppiandone virtualmente la durata, tra grotte, rovine, altari, villaggi da liberare e boss che celano preziosi tesori. Un pacchetto niente male che se confermato nella release completa fornirà un sacco di ore di intrattenimento extra, e numerose opzioni per costruire la build di Nor, data la presenza di armi ed armature che forniscono bonus che vanno oltre semplici parametri e risultano molto interessanti da sperimentare.
Quanto alla presentazione, personaggi e ambienti sono ricchi di dettagli, e le prestazioni (almeno sulla macchina del sottoscritto, un 3700X con 16GB di RAM e una 2070 Super) sono apparse solide, con sporadici singhiozzi giusto in occasione dei caricamenti, comunque rari. Le location della demo, ispirate al sud delle Alpi con un pizzico di flora e fauna neozelandese, è davvero pittoresca, e ad un setting perlopiù verosimile si uniscono elementi fantasy che non stonano affatto con il tono del titolo, come gli Host delle caffetterie e il loro groviglio di braccia e mani, o i pennuti taglia raptor che pattugliano i livelli. Molto buone anche le animazioni, al di là delle lacune “pratiche” segnalate in precedenza, e gli effetti di luce che accompagnano scontri e traversate. Ottima l’effettistica, un po’ anonime le musiche, perlopiù assenti durante la nostra prova e poco prominenti quando di ronda. I brani che si trovano sulla rete però non sono affatto male, pertanto confidiamo che con l’avanzare della storia e lo scalare delle minacce anche i brani aumentino d’intensità. Non manca poi molto per poterlo verificare di persona.