Fuga da Monkey Island

Guybrush Threepwood. Questa preview potrebbe anche fermarsi qua
Dopo quattro ore di scaricamento (e un ringraziamento al nostro provider e alla sua offerta flat), con la bava alla bocca abbiamo installato, finalmente, la prima versione giocabile della nuovissima avventura della LucasArts
Un gioco inaspettato, di cui non si sapeva molto fino a pochi mesi fa: giusto qualche sospetto e qualche rumor timidamente pubblicato dai numerosissimi siti dedicati alla saga più divertente che abbia mai visto la luce sui nostri schermi. Le prime immagini hanno dato luogo a discussioni infinite ma solo oggi tutti possono giudicare avendo sottomano, finalmente, il gioco vero e proprio

3D O NON 3D
Leviamoci subito il dente: Escape from Monkey Island é veramente 3D. Non era uno scherzo! Utilizza sul serio il motore di Grim Fandango e lo fa al meglio. Sono state mantenute le soluzioni tecniche alla base del motore di Grim Fandango (movimento via tastiera o joypad) e il sistema di hotspots, con Guy che girerà la testa rivolto a particolari oggetti o personaggi con i quali può interagire. E' cambiato, invece, l'inventario, che era forse il punto debole del bellissimo gioco ambientato nella terra dei morti: ora abbiamo un bell'inventario rotante alla Tomb Raider, dove potremo conservare, usare e combinare i nostri oggetti
La grafica é bella, e non ci sono dubbi: i fondali sono favolosi, disegnati nello stile fumettoso che ci si aspetterebbe in un prodotto del genere, ricchi di dettagli e molto d'atmosfera. I personaggi... Beh, perdono qualcosa in dettaglio, com'é lecito aspettarsi, nel passaggio da 2D a 3D ma é innegabile che risultino molto più vicini - almeno a livello "filosofico" - ai personaggi "classici" che tutti abbiamo amato nei primi due giochi. Molto del look dei personaggi era stato perso in Curse o Monkey Island, specialmente Guybrush così alto e cavallone faceva pietà. Qui il nostro protagonista é di nuovo uno sfigatissimo, pacioccoso, impacciato Guybrush e tanto ci basta. Insomma, il passaggio dal 2D di Curse al 3D di Escape pare aver riportato lo stile grafico agli albori, fermo restando il fatto che oggi non possiamo certo sentire la mancanza, se non per nostalgia, dei pixelloni del primo Guybrush