Ghost Recon 2: Summit Strike
di
Luca Gambino
Non paga dell'ottimo risultato ottenuto con Ghost Recon 2 e soprattutto non con contenta di aver lasciato di stucco l'intera platea dell'E3 con il primo filmato del prossimo Ghost Recon 3, Ubisoft ripropone le gesta del team "Fantasma" con questo Summit Strike che difatto "espande" l'esperienza di gioco di Ghost Recon 2 pur risultano un prodotto interamente a sé stante. Avevamo lasciato il team dei Fantasmi nella lontana Corea, nel tentativo di eliminare dalla scena politica il Generale Jung, intendo a far diventare la Corea una potenza nucleare. Li ritroviamo, grazie alla fervida mente dell'onnipresente Tom Clancy (o di chi per lui) ad affrontare una nuova crisi che tiene sotto scacco l'est europeo. Il nuovo nemico si chiama Asad Rahil, un signore della guerra pakistano, responsabile dell'omicidio del presidente del Kazakistan e che ora mira ad aprofittare del clima di incertezza e terrore che regna nel territorio Kazaco.
Ovviamente sarà nostro compito fermarlo e riportare la serenità in tutta la regione. Summit Strike si presenta come un massiccio update di Ghost Recon 2, non potendo contare su un completo restyling del motore grafico o delle modalità di gioco principali. Al comando del team capitanato da Steven Miller potremo disporre del supporto di altri 3 soldati (e in alcune missioni anche da qualche "special Guest") che potranno sottostare ai nostri ordini, attivabili tramite gli appositi comandi via Pad o con l'ausilio del Voice Communicator (ovviamente i comandi dovranno essere impartiti in perfetto inglese).
Nessun tipo di stravolgimento nemmeno sulle fasi di startup della missione che prevede il classico briefing informativo e la successiva scelta dell'equipaggiamento da assegnare a voi stessi e ai vostri uomini, dandovi ovviamente la possibilità di rifiutare l'equipaggiamento di default e di provvedere voi stessi all'armamento. A tal proposito è da segnalare l'introduzione nella serie dello SCAR (SOF Combat Assault Rifle), arma a dir poco letale e utilissima in tutte le situazioni. Ed è questo l'aspetto forse più strategico del titolo in questione perché, cosi come ormai accade da Rainbow Six 3 in poi, la serie patrocinata da Ubisoft ha abbandonato (forse per sempre), le sponde del tactical shooter più intransigente per approdare sulle rive più popolate (ma forse meno affascinanti) dell'action game con risvolti tattici.
Ciò vuol dire, quindi, che avremo sempre e solo il controllo "diretto" di un unico componente e che dovremo affidarci all'IA comandata dal sistema, peraltro di buona fattura, per far muovere e agire autonomamente i nostri compagni di team. Non saremo noi la pedina sacrificabile, questo sia intesi. La nostra uscita di scena rappresenterà senza appelli la fine dei giochi. Una scelta drammatica, questa, che porterà il giocatore a ponderare con cura le scelta dell'azione da portare a compimento, tenendo bene a mente che un colpo diretto ad un punto vitale del corpo ci metterà definitivamente fuori gioco, con conseguente reload dell'ultimo salvataggio. Così come in GR2, anche Summit Strike non presenterà alcun checkpoint di sorta, lasciando all'utente un tot di salvataggi (generalmente tre), da "spendere" all'interno della missione nei punti che giudicherà strategicamente più adatti. La natura delle missioni da svolgere (11 in tutto) non sarà dissimile da quanto già visto nell'intera saga e ci vedrà quindi protagonisti assoluti della liberazione di villaggi presidiati dalle forze nemiche, alla distruzione di difese antiaeree della fazione avversaria.
Quello che invece è stato rinnovato è l'approccio alle missioni stesse, rese più dinamiche e imprevedibili dai finali multipli e dal poter affrontare le stesse senza dover sottostare a nessun tipo di percorso pre impostato. Anche tecnicamente Summit Strike non si discosta da quanto già ammirato in Ghost Recon 2. Il motore grafico sarà però messo più alla frusta da alcune situazioni (vedi le prime missioni sotto la neve), dove nella nostra versione preview ha dimostrato qualche incertezza di troppo.
E' da dire, comunque, che il team responsabile del progetto non ha voluto scendere a compromessi di sorta, presentando una modellazione poligonale di unità e ambienti ben al di sopra della media, aggiungendo in alcuni casi anche realistici effetti atmosferici. Il Major upgrade, probabilmente, Summit Strike lo presenta nella sua parte multiplayer che, dopo aver riscosso un ottimo successo con GR2, tende a rinnovarsi nella forma e nella sostanza grazie alle 24 mappe presenti (alcune riprese direttamente dalle migliori mappe realizzate per Ghost Recon 2) e dalle due nuove modalità presenti, che rispondono al nome di "Heli Hunt" e "Armor Strike" che vi vedranno impegnati, rispettivamente, a distruggere gli elicotteri e i mezzi corazzati nemici.
Queste due modalità vanno ad aggiungersi alle 24 già presenti in Ghost Recon 2 andando a rappresentare il titolo multiplayer con più opzioni, qualcuno potrebbe dire che sono anche troppe, dedicate agli appassionati del Tactical Shooter. Pur non stravolgendo le regole d'ingaggio di Ghost recon 2, Summit Strike conferma quanto di buono visto in occasione della seconda uscita del team su Xbox, nella speranza che nel breve tempo che ci separa dalla sua pubblicazione definitiva (si parla del 25 Agosto), Ubisoft riesca a mettere a posto quei piccoli, ma fastidiosi, rallentamenti riscontrati durante le sessioni di gioco.
Ovviamente sarà nostro compito fermarlo e riportare la serenità in tutta la regione. Summit Strike si presenta come un massiccio update di Ghost Recon 2, non potendo contare su un completo restyling del motore grafico o delle modalità di gioco principali. Al comando del team capitanato da Steven Miller potremo disporre del supporto di altri 3 soldati (e in alcune missioni anche da qualche "special Guest") che potranno sottostare ai nostri ordini, attivabili tramite gli appositi comandi via Pad o con l'ausilio del Voice Communicator (ovviamente i comandi dovranno essere impartiti in perfetto inglese).
Nessun tipo di stravolgimento nemmeno sulle fasi di startup della missione che prevede il classico briefing informativo e la successiva scelta dell'equipaggiamento da assegnare a voi stessi e ai vostri uomini, dandovi ovviamente la possibilità di rifiutare l'equipaggiamento di default e di provvedere voi stessi all'armamento. A tal proposito è da segnalare l'introduzione nella serie dello SCAR (SOF Combat Assault Rifle), arma a dir poco letale e utilissima in tutte le situazioni. Ed è questo l'aspetto forse più strategico del titolo in questione perché, cosi come ormai accade da Rainbow Six 3 in poi, la serie patrocinata da Ubisoft ha abbandonato (forse per sempre), le sponde del tactical shooter più intransigente per approdare sulle rive più popolate (ma forse meno affascinanti) dell'action game con risvolti tattici.
Ciò vuol dire, quindi, che avremo sempre e solo il controllo "diretto" di un unico componente e che dovremo affidarci all'IA comandata dal sistema, peraltro di buona fattura, per far muovere e agire autonomamente i nostri compagni di team. Non saremo noi la pedina sacrificabile, questo sia intesi. La nostra uscita di scena rappresenterà senza appelli la fine dei giochi. Una scelta drammatica, questa, che porterà il giocatore a ponderare con cura le scelta dell'azione da portare a compimento, tenendo bene a mente che un colpo diretto ad un punto vitale del corpo ci metterà definitivamente fuori gioco, con conseguente reload dell'ultimo salvataggio. Così come in GR2, anche Summit Strike non presenterà alcun checkpoint di sorta, lasciando all'utente un tot di salvataggi (generalmente tre), da "spendere" all'interno della missione nei punti che giudicherà strategicamente più adatti. La natura delle missioni da svolgere (11 in tutto) non sarà dissimile da quanto già visto nell'intera saga e ci vedrà quindi protagonisti assoluti della liberazione di villaggi presidiati dalle forze nemiche, alla distruzione di difese antiaeree della fazione avversaria.
Quello che invece è stato rinnovato è l'approccio alle missioni stesse, rese più dinamiche e imprevedibili dai finali multipli e dal poter affrontare le stesse senza dover sottostare a nessun tipo di percorso pre impostato. Anche tecnicamente Summit Strike non si discosta da quanto già ammirato in Ghost Recon 2. Il motore grafico sarà però messo più alla frusta da alcune situazioni (vedi le prime missioni sotto la neve), dove nella nostra versione preview ha dimostrato qualche incertezza di troppo.
E' da dire, comunque, che il team responsabile del progetto non ha voluto scendere a compromessi di sorta, presentando una modellazione poligonale di unità e ambienti ben al di sopra della media, aggiungendo in alcuni casi anche realistici effetti atmosferici. Il Major upgrade, probabilmente, Summit Strike lo presenta nella sua parte multiplayer che, dopo aver riscosso un ottimo successo con GR2, tende a rinnovarsi nella forma e nella sostanza grazie alle 24 mappe presenti (alcune riprese direttamente dalle migliori mappe realizzate per Ghost Recon 2) e dalle due nuove modalità presenti, che rispondono al nome di "Heli Hunt" e "Armor Strike" che vi vedranno impegnati, rispettivamente, a distruggere gli elicotteri e i mezzi corazzati nemici.
Queste due modalità vanno ad aggiungersi alle 24 già presenti in Ghost Recon 2 andando a rappresentare il titolo multiplayer con più opzioni, qualcuno potrebbe dire che sono anche troppe, dedicate agli appassionati del Tactical Shooter. Pur non stravolgendo le regole d'ingaggio di Ghost recon 2, Summit Strike conferma quanto di buono visto in occasione della seconda uscita del team su Xbox, nella speranza che nel breve tempo che ci separa dalla sua pubblicazione definitiva (si parla del 25 Agosto), Ubisoft riesca a mettere a posto quei piccoli, ma fastidiosi, rallentamenti riscontrati durante le sessioni di gioco.
Ghost Recon 2: Summit Strike
Ghost Recon 2: Summit Strike
Mettiamo subito le mani avanti. Se da Summit Strike vi aspettate pesanti e importanti stravolgimenti del gameplay, potreste rimanere delusi. Se invece lo si prende per quello che giustamente è, ovvero un massiccio update delle avventure del team Ghost, allora l'ultima fatica Ubisoft saprà ripagarvi adeguatamente. Lo farà con una nuova, avvincente, avventura e con qualche lieve innovazione nell'approccio alle missioni. L'upgrade più "pesante" in termini di novità è riservato forse al versante multiplayer, dove le due nuove modalità di gioco e le nuove mappe inserite, rappresentano nuova linfa vitale per il brand, facendo sì che Summit Strike possa traghettare la comunità fedele a Tom Clancy fino al prossimo Novembre, quando si troverà ad avere a che fare con il meraviglioso (si spera) Ghost Recon 3. Appuntamento rimandato a fine agosto per la recensione completa.