Ghost Recon: Future Soldier
di
Marco Modugno
Il 24 maggio 1915 le truppe del Regio Esercito prendevano l'iniziativa contro i nemici austriaci, varcando la fatidica linea del Piave, come immortalato dall'omonima canzone. Il 24 maggio 2012 decine di migliaia di soldati virtuali, fan sfegatati del pluriacclamato franchise Ghost Recon o semplici neofiti, imbracceranno ancora una volta i loro gamepad per salvare il mondo civilizzato dall'ennesima cospirazione. Partorita, ancora una volta, dalla fertile penna/tastiera del famoso scrittore di techno-thriller Tom Clancy.
La serie, caratterizzata sin dalle origini da una dedizione maniacale all'evoluzione tecnica dell'equipaggiamento del soldato di fanteria, impegnato in moderni conflitti asimmetrici, fissa con questo capitolo un nuovo standard di dettaglio degli equipaggiamenti e delle tecniche di combattimento. Lo slogan promozionale del gioco spiega che "combatte in modo leale solo chi non ha davvero voglia di riportare a casa la pelle", o giù di là. Incassiamo con una certa indulgenza quest'apologia del giocare sporco anche in guerra, consci del fatto che gli appelli al fair-play e alla cavalleria lanciati quando é in corso un'attività che prevede che degli uomini ammazzino i loro simili per le più svariate ragioni, possano suonare quantomenobizzarri. La guerra é da sempre una gran porcheria, che la si combatta a cavallo con la spada, su un biplano con la sciarpa di setache garrisce al ventoo in una buca del terreno con un fucile. Si ammazza o si muore, e in questo c'é assai poco di nobile. Perciò non c'é da meravigliarsi che, nell'era della connettività globale, degli smartphone e di internet anche le forze armate dei paesi più ricchi abbiano pensato da tempodi dotarsi di apparati che facilitino il compito dei loro soldati di restare in vita e, nel contempo, di mettere fuori combattimento più nemici possibili.
Ai visori notturni, ai droni e ai sistemi di assistenza al tiro il nostro buon Tom Clancy ci ha abituato ormai da anni e, in questo ennesimo capitolo della fortunata serie di giochi da lui sponsorizzata, vengono aggiunte ancora altre sorprese, come la tuta fotoriflettente dello Scout, in grado di renderlo quasi invisibile come il Predator del film, o il rilevatore di movimento del Geniere. Completa le tre classi disponibili fin da subito il Fuciliere, mentre nulla possiamo ancora dire delle altre tre, da sbloccare a colpi di avanzamenti. La panoplia di armi primarie e secondarie, granate e accessori di ogni tipo a disposizione dei nostri alter ego sul campo é a dir poco imbarazzante. Se all'inizio la scelta dovrà necessariamente essere limitata, man mano che si acquisiscono punti e livelli diverrà via via sempre più complicato districarsi nei menu che vi permetteranno di decidere come modificare e perfino colorare i vostri gingilli mortali.
Il primo impatto con il gioco, quindi, anche se veterani di tanti altri titoli del genere, é un po' disorientante e la tentazione di ripassare immediatamente a Battlefield o Modern Warfare, dotatidi un approccio molto meno tecnicistico, é fortissima. Il dovere del recensore chiama, però, e dopo aver speso qualche minuto a ragionare e configurare, speriamo, al meglio il nostro soldato, entriamo in gioco. Le mappe a disposizione dei beta tester sono due, una che riproduce una raffineria abbandonata e l'altra un villaggio rurale con fattoria e mulino annessi. Sufficientemente corte e compatte per non annoiare anche se non si gioca in moltissimi, le due location appaiono ben congegnate, sia che si scelga l'opzione Conflitto, in cui si vince conquistando e tenendo obiettivi, sia che si preferisca Bomba, nella quale é il possesso e il successivo collocamento sul bersaglio di un ordigno esplosivo a regalare la vittoria ad una squadra o ad un'altra. Dovessi proprio scegliere, preferisco la prima, più immediata e diretta, mentre la seconda, con la sua maggiore complessità, richiede di essere digerita meglio e più a lungo, per non prestare il fianco all'immancabile camperaggio di qualcuno.
Non avendo potuto provare il gioco in single player, nulla posso dire della trama principale, se non scommettere sull'ennesima prodezza dei "fantasmi", in versione "2.0" (sono ormai d'ordinanza gli occhiali simil Oakley e le kefiah verdi e nere come quelle adoperate in Iraq e Afghanistan dai soldati e dai contractors veri), per scongiurare qualche nefando complotto di portata mondiale. Di contro, abbiamo potuto provare il gameplay e il sistema di controllo, che presenta luci ed ombre. La varietà dei comandi e delle opzioni tiene occupata la totalità dei tasti del nsotro gamepad, non sempre seguendo lo schema adottato dalla maggior parte dei FPS in circolazione. Lo so che sarebbe troppo pretendere che team di sviluppo concorrenti si mettano d'accordo su quale tasto assegnare alla ricarica dell'arma, alla messa in copertura o alla selezione di un bersaglio, ma non toglieteci perlomeno la libertà di augurarcelo.
La complessità dell'HUD, ricchissimo, forse troppo, di feedback di ogni genere provenienti dal campo di battaglia e del sistema di comando del soldato, tirano di fatto una riga divisoria drastica tra Ghost Recon e il resto degli FPS. Là dove il resto del mercato, senza nessuna eccezione, sembra prediligere un approccio immediato che non richieda al giocatore un lungo e qualche volta indesiderato addestramento con sistemi d'arma rappresentati in modo molto realistico, il franchise di UbiSoft legato a Tom Clancy sceglie senza mezzi termini la linea dei "bullonari" (appassionati di dettagli tecnici, ndR), addentrandosi nel tecnicismo più sfrenato, rischiando di trascinare ilmarchio Ghost Reconnel regno elitario, ma poco popolato, dei giochi di nicchia, un po' come accadeva qualche lustro or sono con certi simulatori di volo troppo prodighi di comandi, bottoni e opzioni. Ottima quindi l'implementazione di un comando che, dopo esserci messi al coperto, ci fa sbalzare di corsa verso il riparo successivo con un un'unica azione. O la possibilità di curare i compagni feriti durante gli scontri.
Però tra droni, mirini, sensori, tute camaleontiche e granate EMP, confesso che mi sono sentito un po' perso. E quando la voce di un compagno mi ha annunciato allarmata che ci stavano "hackerando", invitandomi a sopprimere l'hacker nemico, ho trasalito, rimpiangendo l'MP-40 e le granate "schiacciapatate" del primo MoH. Sarà che sto invecchiando, forse, ma mi sento personalmente a disagio con la pletora di technogadgets messi a disposizione del soldato del futuro, rimpiangendo decisamente quello del passato, che doveva pensare solo a mettere il colpo in canna, mirare al nemico e tirare il dannato grilletto prima che quello facesse la stessa cosa.
Se la tecnica nel gameplay é spinta al massimo, é lecito invece esprimere qualche riserva su quella del motore grafico, che ha manifestato qualche incertezza. perdonabile, se pensiamo che si tratta di una Beta e che c'é tutto il tempo di mettere a posto quel che ancora non va, comunque. In ottima forma il sonoro, invece, con effetti realistici e senza sbavature. Attendiamo di ascoltare il doppiaggio delle voci dei personaggi coinvolti nella trama per una pronuncia definitiva.
Le ultime note trattano, come da tradizione, il sistema multiplayer, che é anche l'unico che ho potuto provare. Il sistema di matchmaking, se si fa eccezione per qualche sporadico crash che costringe ad uscire dal gioco e ripartire daccapo in sede di scelta della partita, sembra funzionare sempre meglio ogni giorno che passa. I server sono sufficientemente stabili e popolati, a quanto pare, e le riconfigurazioni al volo degli host solo occasionali. Penalizzante, invece, un eccesso di lag sperimentato in partita, che privilegia decisamente gli utenti esteri con linee più performanti. Colpa del gioco o dei difetti della banda larga ancora così tecnologicamente arretrata nel nostro Paese?
La serie, caratterizzata sin dalle origini da una dedizione maniacale all'evoluzione tecnica dell'equipaggiamento del soldato di fanteria, impegnato in moderni conflitti asimmetrici, fissa con questo capitolo un nuovo standard di dettaglio degli equipaggiamenti e delle tecniche di combattimento. Lo slogan promozionale del gioco spiega che "combatte in modo leale solo chi non ha davvero voglia di riportare a casa la pelle", o giù di là. Incassiamo con una certa indulgenza quest'apologia del giocare sporco anche in guerra, consci del fatto che gli appelli al fair-play e alla cavalleria lanciati quando é in corso un'attività che prevede che degli uomini ammazzino i loro simili per le più svariate ragioni, possano suonare quantomenobizzarri. La guerra é da sempre una gran porcheria, che la si combatta a cavallo con la spada, su un biplano con la sciarpa di setache garrisce al ventoo in una buca del terreno con un fucile. Si ammazza o si muore, e in questo c'é assai poco di nobile. Perciò non c'é da meravigliarsi che, nell'era della connettività globale, degli smartphone e di internet anche le forze armate dei paesi più ricchi abbiano pensato da tempodi dotarsi di apparati che facilitino il compito dei loro soldati di restare in vita e, nel contempo, di mettere fuori combattimento più nemici possibili.
Ai visori notturni, ai droni e ai sistemi di assistenza al tiro il nostro buon Tom Clancy ci ha abituato ormai da anni e, in questo ennesimo capitolo della fortunata serie di giochi da lui sponsorizzata, vengono aggiunte ancora altre sorprese, come la tuta fotoriflettente dello Scout, in grado di renderlo quasi invisibile come il Predator del film, o il rilevatore di movimento del Geniere. Completa le tre classi disponibili fin da subito il Fuciliere, mentre nulla possiamo ancora dire delle altre tre, da sbloccare a colpi di avanzamenti. La panoplia di armi primarie e secondarie, granate e accessori di ogni tipo a disposizione dei nostri alter ego sul campo é a dir poco imbarazzante. Se all'inizio la scelta dovrà necessariamente essere limitata, man mano che si acquisiscono punti e livelli diverrà via via sempre più complicato districarsi nei menu che vi permetteranno di decidere come modificare e perfino colorare i vostri gingilli mortali.
Il primo impatto con il gioco, quindi, anche se veterani di tanti altri titoli del genere, é un po' disorientante e la tentazione di ripassare immediatamente a Battlefield o Modern Warfare, dotatidi un approccio molto meno tecnicistico, é fortissima. Il dovere del recensore chiama, però, e dopo aver speso qualche minuto a ragionare e configurare, speriamo, al meglio il nostro soldato, entriamo in gioco. Le mappe a disposizione dei beta tester sono due, una che riproduce una raffineria abbandonata e l'altra un villaggio rurale con fattoria e mulino annessi. Sufficientemente corte e compatte per non annoiare anche se non si gioca in moltissimi, le due location appaiono ben congegnate, sia che si scelga l'opzione Conflitto, in cui si vince conquistando e tenendo obiettivi, sia che si preferisca Bomba, nella quale é il possesso e il successivo collocamento sul bersaglio di un ordigno esplosivo a regalare la vittoria ad una squadra o ad un'altra. Dovessi proprio scegliere, preferisco la prima, più immediata e diretta, mentre la seconda, con la sua maggiore complessità, richiede di essere digerita meglio e più a lungo, per non prestare il fianco all'immancabile camperaggio di qualcuno.
Non avendo potuto provare il gioco in single player, nulla posso dire della trama principale, se non scommettere sull'ennesima prodezza dei "fantasmi", in versione "2.0" (sono ormai d'ordinanza gli occhiali simil Oakley e le kefiah verdi e nere come quelle adoperate in Iraq e Afghanistan dai soldati e dai contractors veri), per scongiurare qualche nefando complotto di portata mondiale. Di contro, abbiamo potuto provare il gameplay e il sistema di controllo, che presenta luci ed ombre. La varietà dei comandi e delle opzioni tiene occupata la totalità dei tasti del nsotro gamepad, non sempre seguendo lo schema adottato dalla maggior parte dei FPS in circolazione. Lo so che sarebbe troppo pretendere che team di sviluppo concorrenti si mettano d'accordo su quale tasto assegnare alla ricarica dell'arma, alla messa in copertura o alla selezione di un bersaglio, ma non toglieteci perlomeno la libertà di augurarcelo.
La complessità dell'HUD, ricchissimo, forse troppo, di feedback di ogni genere provenienti dal campo di battaglia e del sistema di comando del soldato, tirano di fatto una riga divisoria drastica tra Ghost Recon e il resto degli FPS. Là dove il resto del mercato, senza nessuna eccezione, sembra prediligere un approccio immediato che non richieda al giocatore un lungo e qualche volta indesiderato addestramento con sistemi d'arma rappresentati in modo molto realistico, il franchise di UbiSoft legato a Tom Clancy sceglie senza mezzi termini la linea dei "bullonari" (appassionati di dettagli tecnici, ndR), addentrandosi nel tecnicismo più sfrenato, rischiando di trascinare ilmarchio Ghost Reconnel regno elitario, ma poco popolato, dei giochi di nicchia, un po' come accadeva qualche lustro or sono con certi simulatori di volo troppo prodighi di comandi, bottoni e opzioni. Ottima quindi l'implementazione di un comando che, dopo esserci messi al coperto, ci fa sbalzare di corsa verso il riparo successivo con un un'unica azione. O la possibilità di curare i compagni feriti durante gli scontri.
Però tra droni, mirini, sensori, tute camaleontiche e granate EMP, confesso che mi sono sentito un po' perso. E quando la voce di un compagno mi ha annunciato allarmata che ci stavano "hackerando", invitandomi a sopprimere l'hacker nemico, ho trasalito, rimpiangendo l'MP-40 e le granate "schiacciapatate" del primo MoH. Sarà che sto invecchiando, forse, ma mi sento personalmente a disagio con la pletora di technogadgets messi a disposizione del soldato del futuro, rimpiangendo decisamente quello del passato, che doveva pensare solo a mettere il colpo in canna, mirare al nemico e tirare il dannato grilletto prima che quello facesse la stessa cosa.
Se la tecnica nel gameplay é spinta al massimo, é lecito invece esprimere qualche riserva su quella del motore grafico, che ha manifestato qualche incertezza. perdonabile, se pensiamo che si tratta di una Beta e che c'é tutto il tempo di mettere a posto quel che ancora non va, comunque. In ottima forma il sonoro, invece, con effetti realistici e senza sbavature. Attendiamo di ascoltare il doppiaggio delle voci dei personaggi coinvolti nella trama per una pronuncia definitiva.
Le ultime note trattano, come da tradizione, il sistema multiplayer, che é anche l'unico che ho potuto provare. Il sistema di matchmaking, se si fa eccezione per qualche sporadico crash che costringe ad uscire dal gioco e ripartire daccapo in sede di scelta della partita, sembra funzionare sempre meglio ogni giorno che passa. I server sono sufficientemente stabili e popolati, a quanto pare, e le riconfigurazioni al volo degli host solo occasionali. Penalizzante, invece, un eccesso di lag sperimentato in partita, che privilegia decisamente gli utenti esteri con linee più performanti. Colpa del gioco o dei difetti della banda larga ancora così tecnologicamente arretrata nel nostro Paese?
Ghost Recon: Future Soldier
Ghost Recon: Future Soldier
Il troppo a volte stroppia, anche quando si tratta di tecnologia bellica progettata per rendere più facile la vita sul campo al soldato del futuro. La prima impressione ricevuta nel testare questa versione Beta di GR:FS in versione multiplayer é stata la stessa che si prova di fronte ad un tavolo da buffet troppo grande, o ad un menu con troppe pagine. Cioé la sensazione di non avere la situazione sotto controllo, di doversi occupare di troppe scelte, opzioni, settaggi, prima di potersi finalmente rilassare e divertirsi. L'implementazione eccessiva di una tonnellata di gadget ipertecnologici, sui quali i veri soldati si addestrano per anni per arrivare a padroneggiarli sul serio, toglie parecchio del gusto e dell'immediatezza tipici dello sparatutto tradizionale. Dove c'era da preoccuparsi, al massimo, di tenere l'arma sempre carica, continuare a muoversi e tenere sempre il c..o al coperto. Viva la faccia della semplicità!