God of War III
di
Davide Ottagono
Giocare a fare la guerra, si sa, é una cosa da bambini. Ma Kratos, alla guerra, non ci gioca; lui la guerra la fa. Lui la crea, la divinizza. Non per nulla fu proclamato nuovo Dio della Guerra, prima di essere costretto ad abdicare a causa del timore che Zeus provava nei suoi confronti. La storia, infatti, riprende proprio da qui. Dopo essere stato tradito dal suo stesso padre e aver spezzato le catene che imprigionavano i Titani da tempo immemore, Kratos si é tuffato in un'ultima, mortale missione. Una missione che traccerà l'avvento di un nuovo inizio: parliamo della conquista del Monte Olimpo, dell'uccisione dei suoi abitanti e della salita al trono del Dio che ne uscirà vincitore. Questa é guerra vera, ragazzi, non adatta ai deboli di cuore (o di stomaco). Una guerra cruenta, sanguinosa, e in cui solo uno ne uscirà vivo. Un unico spartano dovrà vedersela con un intero pantheon di divinità e con le loro armate. Una lotta squilibrata, dite? Non conoscete Kratos, allora. E se la prenderà molto a male per questo.
La demo che abbiamo testato, che poi é quella già mostrata al pubblico dello scorso E3, inizia con un Kratos bramoso di vendetta, faccia a faccia con il Dio del sole Elio - o Apollo, che dir si voglia. Dall'alto della sua biga alata scatena sul nostro (anti)eroe un vero e proprio inferno di fuoco e fiamme, mentre contemporaneamente un Titano (per qualche motivo a noi ostile) é impegnato a scalare il dorso della montagna adiacente. Presi finalmente i comandi di Kratos, ci investe subito un grande senso di familiarità. Ogni tecnica é lì dove l'avevamo lasciata: concatenazioni veloci per sorprendere i nemici, altre più pesanti per spezzare le loro difese, L1 per la parata, analogico destro per la schivata, ed eccoci ancora una volta a falciare abomini mitologici come grano nella stagione del raccolto. Chi poteva mai immaginare che fossero passati anni interi dall'ultima nostra strage con Kratos?
Avuta la meglio sull'avanguardia, possiamo proseguire per il buio e cavernoso corridoio che ci separa dal nostro obbiettivo. L'abilità di “cavalcare” alcune bestie nemiche é la prima, grande introduzione che salta all'occhio, e il precipizio al centro della stanza é messo lì proprio a farcelo notare. Sotto consiglio del tutorial, impugniamo l'arco magico in dotazione e miriamo all'arpia poco più avanti, solo per stuzzicarla e costringerla ad avvicinarsi. Qui possiamo notare come la barra della magia, praticamente sostituita da un altro contatore, sarà ora ricaricabile con il passare del tempo, e non più tramite gli appositi forzieri. É un modo come un altro per spingere il giocatore a spettacolarizzare l'azione, senza costringerlo a centellinare i benefici di ogni baule aperto in precedenza. Ora, a conoscenza della scorta relativamente illimitata di dardi per il nostro arco, scocchiamo la freccia in direzione della bruttona piumata: volente o nolente, on può più ignorarci. Peccato che non sappia di stare andando incontro al più grosso errore della sua vita. Avvinghiata dalle letali spade gemelle dello spartano, l'arpia non può far altro che subire la sua furia, trasportandolo anche involontariamente dall'altra parte della spaccatura. Ora che non gli serve più, Kratos può anche tranciare l'arpia in due, la quale stride per l'ultima volta prima di esplodere in un bagno di sangue.
L'arena successiva ci vede contrapposti ad un centauro e alla sua orda di non-morti. Prestate particolare attenzione a queste situazioni, visto che i nemici non combatteranno più a compartimenti stagni, ognuno per conto proprio. Anzi, stavolta tenderanno a cooperare, caricandoci in gruppo e obbedendo agli ordini dell'attuale comandante in carica. Il centauro, in questo caso. Il quadrupede é una cavia perfetta per le nostre nuove armi, i Cestus, una coppia di guanti particolarmente adatta al corpo a corpo. Una dozzina di colpi ben assestati e vedremo già l'avversario barcollare dolorante, con un grande Cerchio rosso fiammante a campeggiargli sulla testa. Come tutti i fans di vecchia data sapranno, quel bollino sta a precisare una sola cosa: il doversi preparare psicologicamente ad uno spettacolare e cruento Quick Time Event, cavallo di battaglia (che gioco di parole triste..) di ogni God of War che si rispetti. Con l'avanzare della tecnologia, però, qualcosa é cambiato. La violenza e la cattiveria di Kratos nel porre fine alle sofferenze degli avversari si bea dell'hardware di nuova generazione per offrire ai giocatori uno spettacolo di budella, organi interni e gore ai limiti del presentabile. E il centauro ne é la prova. Dopo averlo domato, infatti, il guerriero gli affonda una spada nel petto e lo percorre verticalmente fino ad aprirglielo completamente, con intestini e stomaco che si riversano sul pavimento.
La strada per raggiungere la balestra capace di tirar giù il carro di Elio é ora libera, fatta eccezione per un ulteriore mini-boss che ci sbarra la strada. Tra tutte le creature mitologiche stroncate nel corso dei due precedenti capitoli (tre, se contiamo lo spin-off portatile), la Chimera é sicuramente una di quelle poche fortunate scampate al massacro. Ma, come dice il saggio, un giorno o l'altro tocca a tutti. Forte delle sue tre teste, la bestia assale il nostro alter-ego con ogni potere a sua disposizione. Non é facile anticipare i rapidi morsi della coda serpente, o i soffi infuocati della testa leonina, o le possenti incornate di quella caprina. Ma Kratos, si sa, uccide con ironia, oltre che con rabbia. Se una creatura così pericolosa utilizza tre teste contemporaneamente per combattere, cosa fare se non mozzargliele una ad una? Ed ecco che così, una dopo l'altra, saltano via come pop-corn in una padella rovente. Menzione particolare all'ultima fatality, in cui Kratos stacca via un corno alla Chimera, solo per poi restituirglielo immediatamente (e conficcandoglielo nel cervello, ovvio).
Abbattuta la biga del Dio, é il momento di andare ad assicurare il “luogo dello schianto”. Elio, gravemente ferito, viene protetto da una schiera di scheletri con scudi, appostati intorno a lui a mo' di tartaruga. Caso vuole che, proprio in quel momento, arrivi un ciclope a dare man forte all'impenetrabile difesa, senza immaginare che a breve tornerà utile allo stesso Kratos. Il ciclope potrà infatti essere scalato e domato, per poi essere riutilizzato sui “corazzati” nemici. Niente e nessuno potrà opporsi all'ira del gigante, accecato dal dolore e dalla collera: ogni traccia di rinforzi viene spazzata via nel giro di pochi attimi. Così come per l'arpia, anche l'utilità del bestione é ormai scomparsa. Ci eravamo un po' affezionati, lo ammettiamo. Dopotutto, senza il suo aiuto non avremmo potuto combinare molto. Ma la parola “affezionarsi”, nel vocabolario di Kratos, é stata cancellata via da decenni di vite spezzate. Ecco quindi che balza giù dalla sua groppa, afferra l'unico occhio che si ritrova davanti e inizia a tirare fino ad esportarlo completamente, tra le spaventose urla del mostro e il nervo del bulbo, ormai tranciato, ancora penzolante. Elio non ha più tirapiedi a proteggerlo e, già morente, é facile preda del sadismo dello spartano. Una mano da un lato, una dall'altro. É così che Kratos agguanta il cranio del dio, strappandoglielo via in un indescrivibile spettacolo di tessuti lacerati e spine dorsali recise. L'ex dio della guerra é potente, certo, ma avere con sé la forza di un'altra divinità farebbe comodo a chiunque.
La testa di Elio ha circa gli stessi poteri di quella di Gorgone già ammirata nei capitoli precedenti. L'unica differenza é che può illuminare antri bui, oltre che scovare passaggi segreti. L'epilogo della demo si sta avvicinando, ma c'é ancora qualcuno da sistemare. Il Titano del Fuoco, a noi ostile per motivi ancora ignoti, ci sta infatti vomitando addosso palle infuocate senza ritegno. Approfittando di una forte folata di vento, e spiegando le inseparabili ali di Icaro, lo spartano spicca il volo verso l'alto, evitando al contempo gli attacchi del colosso e lanciandoglisi contro con tutta la determinazione che ha in corpo. Kratos, ai suoi occhi, non é nient'altro che una formica. Come andrà a finire allora? Dovremo aspettare Marzo per saperlo. Intanto, rimaniamo estasiati dalla spettacolarità e dalla varietà offerta in questi soli venti minuti. L'attesa é alle stelle, così come la brama di sangue.
Il primo God of War, così come il suo seguito, fu uno dei pochi titoli capaci di spingere l'hardware PS2 a livelli mai raggiunti prima. Vuoi per la bravura degli sviluppatori, vuoi per i vari trucchetti utilizzati (telecamera fissa in primis), le avventure di Kratos andavano a posizionarsi tra gli spettacoli visivi più prelibati della passata generazione. Le aspettative per questo terzo capitolo, quindi, non possono che essere altissime. E parliamo anche del livello tecnico. Dopotutto, é stato lo staff stesso di Santa Monica a promettere un'ulteriore rivoluzione visiva, con questo ennesimo avvento della serie. Le promesse sono state mantenute? Difficile dirlo con una versione così acerba del gioco tra le mani, ma che abbiano imboccato la via giusta é ormai palese. Pulito, fluido e con un Kratos spaventoso in quanto a dettaglio, God of War 3 va però a perdersi in alcune piccolezze, texture slavate tra le tante. E non gliene facciamo neanche troppo una colpa, visto che di tempo per migliorare ne ha a vagonate. In più, i fans saranno contenti di sapere che la direzione artistica e l'atmosfera, aspetti imprescindibili che da sempre contraddistinguono la saga, sono state mantenute: panorami mozzafiato, bestie mastodontiche che campeggiano sullo sfondo e la solita, epica colonna sonora contornano ancora il tutto. La rinnovata gestione dell'illuminazione in tempo reale permette anche di godersi gli effetti speciali degli attacchi di Kratos da un'angolazione completamente nuova. Come ovvio, però, rimandiamo ogni ulteriore commento al giorno in cui avremo il titolo completo tra le mani.
La demo che abbiamo testato, che poi é quella già mostrata al pubblico dello scorso E3, inizia con un Kratos bramoso di vendetta, faccia a faccia con il Dio del sole Elio - o Apollo, che dir si voglia. Dall'alto della sua biga alata scatena sul nostro (anti)eroe un vero e proprio inferno di fuoco e fiamme, mentre contemporaneamente un Titano (per qualche motivo a noi ostile) é impegnato a scalare il dorso della montagna adiacente. Presi finalmente i comandi di Kratos, ci investe subito un grande senso di familiarità. Ogni tecnica é lì dove l'avevamo lasciata: concatenazioni veloci per sorprendere i nemici, altre più pesanti per spezzare le loro difese, L1 per la parata, analogico destro per la schivata, ed eccoci ancora una volta a falciare abomini mitologici come grano nella stagione del raccolto. Chi poteva mai immaginare che fossero passati anni interi dall'ultima nostra strage con Kratos?
Avuta la meglio sull'avanguardia, possiamo proseguire per il buio e cavernoso corridoio che ci separa dal nostro obbiettivo. L'abilità di “cavalcare” alcune bestie nemiche é la prima, grande introduzione che salta all'occhio, e il precipizio al centro della stanza é messo lì proprio a farcelo notare. Sotto consiglio del tutorial, impugniamo l'arco magico in dotazione e miriamo all'arpia poco più avanti, solo per stuzzicarla e costringerla ad avvicinarsi. Qui possiamo notare come la barra della magia, praticamente sostituita da un altro contatore, sarà ora ricaricabile con il passare del tempo, e non più tramite gli appositi forzieri. É un modo come un altro per spingere il giocatore a spettacolarizzare l'azione, senza costringerlo a centellinare i benefici di ogni baule aperto in precedenza. Ora, a conoscenza della scorta relativamente illimitata di dardi per il nostro arco, scocchiamo la freccia in direzione della bruttona piumata: volente o nolente, on può più ignorarci. Peccato che non sappia di stare andando incontro al più grosso errore della sua vita. Avvinghiata dalle letali spade gemelle dello spartano, l'arpia non può far altro che subire la sua furia, trasportandolo anche involontariamente dall'altra parte della spaccatura. Ora che non gli serve più, Kratos può anche tranciare l'arpia in due, la quale stride per l'ultima volta prima di esplodere in un bagno di sangue.
L'arena successiva ci vede contrapposti ad un centauro e alla sua orda di non-morti. Prestate particolare attenzione a queste situazioni, visto che i nemici non combatteranno più a compartimenti stagni, ognuno per conto proprio. Anzi, stavolta tenderanno a cooperare, caricandoci in gruppo e obbedendo agli ordini dell'attuale comandante in carica. Il centauro, in questo caso. Il quadrupede é una cavia perfetta per le nostre nuove armi, i Cestus, una coppia di guanti particolarmente adatta al corpo a corpo. Una dozzina di colpi ben assestati e vedremo già l'avversario barcollare dolorante, con un grande Cerchio rosso fiammante a campeggiargli sulla testa. Come tutti i fans di vecchia data sapranno, quel bollino sta a precisare una sola cosa: il doversi preparare psicologicamente ad uno spettacolare e cruento Quick Time Event, cavallo di battaglia (che gioco di parole triste..) di ogni God of War che si rispetti. Con l'avanzare della tecnologia, però, qualcosa é cambiato. La violenza e la cattiveria di Kratos nel porre fine alle sofferenze degli avversari si bea dell'hardware di nuova generazione per offrire ai giocatori uno spettacolo di budella, organi interni e gore ai limiti del presentabile. E il centauro ne é la prova. Dopo averlo domato, infatti, il guerriero gli affonda una spada nel petto e lo percorre verticalmente fino ad aprirglielo completamente, con intestini e stomaco che si riversano sul pavimento.
La strada per raggiungere la balestra capace di tirar giù il carro di Elio é ora libera, fatta eccezione per un ulteriore mini-boss che ci sbarra la strada. Tra tutte le creature mitologiche stroncate nel corso dei due precedenti capitoli (tre, se contiamo lo spin-off portatile), la Chimera é sicuramente una di quelle poche fortunate scampate al massacro. Ma, come dice il saggio, un giorno o l'altro tocca a tutti. Forte delle sue tre teste, la bestia assale il nostro alter-ego con ogni potere a sua disposizione. Non é facile anticipare i rapidi morsi della coda serpente, o i soffi infuocati della testa leonina, o le possenti incornate di quella caprina. Ma Kratos, si sa, uccide con ironia, oltre che con rabbia. Se una creatura così pericolosa utilizza tre teste contemporaneamente per combattere, cosa fare se non mozzargliele una ad una? Ed ecco che così, una dopo l'altra, saltano via come pop-corn in una padella rovente. Menzione particolare all'ultima fatality, in cui Kratos stacca via un corno alla Chimera, solo per poi restituirglielo immediatamente (e conficcandoglielo nel cervello, ovvio).
Abbattuta la biga del Dio, é il momento di andare ad assicurare il “luogo dello schianto”. Elio, gravemente ferito, viene protetto da una schiera di scheletri con scudi, appostati intorno a lui a mo' di tartaruga. Caso vuole che, proprio in quel momento, arrivi un ciclope a dare man forte all'impenetrabile difesa, senza immaginare che a breve tornerà utile allo stesso Kratos. Il ciclope potrà infatti essere scalato e domato, per poi essere riutilizzato sui “corazzati” nemici. Niente e nessuno potrà opporsi all'ira del gigante, accecato dal dolore e dalla collera: ogni traccia di rinforzi viene spazzata via nel giro di pochi attimi. Così come per l'arpia, anche l'utilità del bestione é ormai scomparsa. Ci eravamo un po' affezionati, lo ammettiamo. Dopotutto, senza il suo aiuto non avremmo potuto combinare molto. Ma la parola “affezionarsi”, nel vocabolario di Kratos, é stata cancellata via da decenni di vite spezzate. Ecco quindi che balza giù dalla sua groppa, afferra l'unico occhio che si ritrova davanti e inizia a tirare fino ad esportarlo completamente, tra le spaventose urla del mostro e il nervo del bulbo, ormai tranciato, ancora penzolante. Elio non ha più tirapiedi a proteggerlo e, già morente, é facile preda del sadismo dello spartano. Una mano da un lato, una dall'altro. É così che Kratos agguanta il cranio del dio, strappandoglielo via in un indescrivibile spettacolo di tessuti lacerati e spine dorsali recise. L'ex dio della guerra é potente, certo, ma avere con sé la forza di un'altra divinità farebbe comodo a chiunque.
La testa di Elio ha circa gli stessi poteri di quella di Gorgone già ammirata nei capitoli precedenti. L'unica differenza é che può illuminare antri bui, oltre che scovare passaggi segreti. L'epilogo della demo si sta avvicinando, ma c'é ancora qualcuno da sistemare. Il Titano del Fuoco, a noi ostile per motivi ancora ignoti, ci sta infatti vomitando addosso palle infuocate senza ritegno. Approfittando di una forte folata di vento, e spiegando le inseparabili ali di Icaro, lo spartano spicca il volo verso l'alto, evitando al contempo gli attacchi del colosso e lanciandoglisi contro con tutta la determinazione che ha in corpo. Kratos, ai suoi occhi, non é nient'altro che una formica. Come andrà a finire allora? Dovremo aspettare Marzo per saperlo. Intanto, rimaniamo estasiati dalla spettacolarità e dalla varietà offerta in questi soli venti minuti. L'attesa é alle stelle, così come la brama di sangue.
Il primo God of War, così come il suo seguito, fu uno dei pochi titoli capaci di spingere l'hardware PS2 a livelli mai raggiunti prima. Vuoi per la bravura degli sviluppatori, vuoi per i vari trucchetti utilizzati (telecamera fissa in primis), le avventure di Kratos andavano a posizionarsi tra gli spettacoli visivi più prelibati della passata generazione. Le aspettative per questo terzo capitolo, quindi, non possono che essere altissime. E parliamo anche del livello tecnico. Dopotutto, é stato lo staff stesso di Santa Monica a promettere un'ulteriore rivoluzione visiva, con questo ennesimo avvento della serie. Le promesse sono state mantenute? Difficile dirlo con una versione così acerba del gioco tra le mani, ma che abbiano imboccato la via giusta é ormai palese. Pulito, fluido e con un Kratos spaventoso in quanto a dettaglio, God of War 3 va però a perdersi in alcune piccolezze, texture slavate tra le tante. E non gliene facciamo neanche troppo una colpa, visto che di tempo per migliorare ne ha a vagonate. In più, i fans saranno contenti di sapere che la direzione artistica e l'atmosfera, aspetti imprescindibili che da sempre contraddistinguono la saga, sono state mantenute: panorami mozzafiato, bestie mastodontiche che campeggiano sullo sfondo e la solita, epica colonna sonora contornano ancora il tutto. La rinnovata gestione dell'illuminazione in tempo reale permette anche di godersi gli effetti speciali degli attacchi di Kratos da un'angolazione completamente nuova. Come ovvio, però, rimandiamo ogni ulteriore commento al giorno in cui avremo il titolo completo tra le mani.
God of War III
God of War III
Inutile negarlo, God of War 3 é in assoluto uno dei titoli più attesi di questa generazione. Vero, la sua uscita é prevista solo per il prossimo anno, ma una versione dimostrativa - tanto per ingannare l'attesa - non fa di certo male. Ad una prima prova con mano, non si può far altro che pensare di trovarsi di fronte ad un GoW all'ennesima potenza. Ancora più violento, ancora più cattivo, con ancora più abilità utilizzabili, God of War 3 ha il fardello di dover concludere la serie col botto. E' l'inizio della fine. La fine della storia di Kratos, si intende. Che la sua lotta contro il mondo intero si concluda con una sonora vittoria o con un nulla di fatto, non possiamo ancora dirlo. Quello di cui siamo certi, ora, é che avremo un altro titolo eccezionale tra le mani. Il migliore della saga, forse, ma saranno tanti altri i fattori a determinarlo. Ma l'ottima regia e la spettacolarità della demo, secondo il nostro istinto, sono solo la punta di un iceberg ben più grande. Non ci resta far altro che aspettare Marzo e capire, a conti fatti, quanto realmente misuri, questo famoso iceberg.