Gran Turismo 5
di
Francesco Romagnoli
Come si fa a scrivere un hands-on obiettivo dopo aver spacchettato con salivoso lubidrio l'edizione Signature di un gioco atteso 6 anni?
Come si fa ad essere equilibrati dopo una delle introduzioni più memorabili della storia in un racing game (un vero tributo all'automobile)?
Si può e si deve, perché siamo professional driver, e Gran Turismo 5 non é solo una scatola e una bella intro. E' tutto quello che c'é oltre il sipario. Installazione ed aggiornamento compresi.
Siamo piloti o caporali?
E allora di corsa sul tracciato. Qualche settaggio ai box: ovviamente tutto full-off, cambio manuale, qualsiasi menù a tendina tramutabile in “realistico” tramutato. Cerchiamo la parola “simulazione” anche nei credits, per sicurezza...
Scelta dell'auto: BMW M3, che altro? Così siamo sicuri della conoscenza del mezzo, e ne verificheremo la trasposizione virtuale di Polyphony.
Circuito? Monza, un'ottima prova del fuoco. Circuito reale, nuovo per la serie, con caratteristiche in grado di testare a fondo il sistema, portando ai limiti l'autovettura.
Chiave inserita, frizione premuta, premiamo il pulsante start.
Primo giro di pista
Parabolica per l'inserimento in rettilineo, schiacciamo a fondo l'acceleratore in uscita, pedal to the metal per tutto il muretto dei box, e poi arriviamo alla staccata della famosa variante del rettifilo.
Sin troppo prudente, non abbiamo pestato sui freni con la carogna ed arrestiamo l'auto con troppa grazia.
Però in uscita digrigniamo i denti e sfidiamo il motore fisico.
Risposta: positiva. Con le ruote ben sterzate ed il gas spalancato il retrotreno accenna ad un'apertura di walzer con noi, che però gli sbattiamo la porta in faccia con una repentina correzione. Come mostrerà in seguito anche la sapiente regia del replay, la manovra raccoglie tutti i crismi del reale nel suo DNA.
Alla Variante della Roggia arriviamo alla sterzata un po' frenati, ed un leggero lungo é giustificato, anche se percepiamo poco feedback, e la manovra nel complesso ci appare un po' troppo “liscia”, nonostante avessimo portato a zero anche l'ABS, situazione irrealistica sulle auto moderne, ma che consigliamo a voi tutti per percepire al massimo le migliori condizioni di guida estrema, come in un vero trackday.
Apprezzabile la precisione allo sterzo (60 fps, sempre siano lodati) che ci concede di pennellare la traiettorie nelle due di Lesmo come se fossero la firma sulla nostra carta d'identità. Apprezzabile ma sin troppo facile, così decidiamo che prima di concludere il giro bsiogna azzardare un po'.
Così alla Variante Ascari arriviamo in piena e ritardiamo la frenata. Una frazione di secondo ed arriva il feedback al cervello: “lungoooo”. Cerchiamo di correggere, ma con le pinze che mordono i dischi peggio di un rottweiler sulla preda, aggrovigliarsi allo sterzo non serve, e finiamo sulla ghiaia come giustamente si conviene di fronte a madre natura.
Vietato fumare
Intanto che ci siamo, e visto che in uscita dalla variante abbiamo un po' di spiazzo, non vedendo nessun cartello “vietato fumare” ci concediamo qualche fumata libera.
La prova del 9 (anche se, visto i segni che lasciamo su asfalto, vi si leggerebbe più un “8”) per il motore fisico, e per capire un po' quanto é stato affinato il grip.
Il passo avanti rispetto al Prologue é notevole. Non solo per il fumo (finalmente su schermo con una sensazione decente), ma anche per la sensazione di attrito delle ruote e della risposta dell'auto.
Dopo aver consumato qualche millimetro di battistrada ripartiamo, ci lanciamo con cura nella parabolica, pronti ad un altro giro di pista. Sarà solo il secondo di un'infinità che seguirà da qui in poi, nei mesi a venire.
Raffreddando i fluidi dell'auto e quelli corporei, possiamo dire che la prima impressione di guida é nel complesso positiva.
Passi avanti notevoli. Sfatato ad esempio il leit motiv del “il piatto scivolar mi é dolce in questo mar”, ma non c'é ancora la precisione inscenata altrove.
Specialmente nei trasferimenti di carico e nella sensibilità allo sterzo sembra ci siano margini di miglioramento, confermati nelle successive prove con altre vetture. L'inevitabile paragone con Forza Motorsport 3 comincia qui a fare capolino.
Ma per il momento ci manteniamo concentrati su GT5 e scacciamo gli echi di Turn 10.
Siamo poi saliti su altre vetture, per affinare il nostro giudizio. E' corretto lo sbilanciamento del retrotreno a ruote bloccate di una trazione anteriore, con cui poi non é semplice riprendere la sbandata senza perdere decimi preziosi, venendo a mancare la possibilità di sovrasterzo di potenza.
Per il momento non dettagliamo oltre sul motore fisico che regola la dinamica delle auto. Sarà necessaria la prova di vetture estreme (rese fin troppo estreme sul Prologue...vedi F40), di superfici diverse o con condizioni di bagnato.
Come si fa ad essere equilibrati dopo una delle introduzioni più memorabili della storia in un racing game (un vero tributo all'automobile)?
Si può e si deve, perché siamo professional driver, e Gran Turismo 5 non é solo una scatola e una bella intro. E' tutto quello che c'é oltre il sipario. Installazione ed aggiornamento compresi.
Siamo piloti o caporali?
E allora di corsa sul tracciato. Qualche settaggio ai box: ovviamente tutto full-off, cambio manuale, qualsiasi menù a tendina tramutabile in “realistico” tramutato. Cerchiamo la parola “simulazione” anche nei credits, per sicurezza...
Scelta dell'auto: BMW M3, che altro? Così siamo sicuri della conoscenza del mezzo, e ne verificheremo la trasposizione virtuale di Polyphony.
Circuito? Monza, un'ottima prova del fuoco. Circuito reale, nuovo per la serie, con caratteristiche in grado di testare a fondo il sistema, portando ai limiti l'autovettura.
Chiave inserita, frizione premuta, premiamo il pulsante start.
Primo giro di pista
Parabolica per l'inserimento in rettilineo, schiacciamo a fondo l'acceleratore in uscita, pedal to the metal per tutto il muretto dei box, e poi arriviamo alla staccata della famosa variante del rettifilo.
Sin troppo prudente, non abbiamo pestato sui freni con la carogna ed arrestiamo l'auto con troppa grazia.
Però in uscita digrigniamo i denti e sfidiamo il motore fisico.
Risposta: positiva. Con le ruote ben sterzate ed il gas spalancato il retrotreno accenna ad un'apertura di walzer con noi, che però gli sbattiamo la porta in faccia con una repentina correzione. Come mostrerà in seguito anche la sapiente regia del replay, la manovra raccoglie tutti i crismi del reale nel suo DNA.
Alla Variante della Roggia arriviamo alla sterzata un po' frenati, ed un leggero lungo é giustificato, anche se percepiamo poco feedback, e la manovra nel complesso ci appare un po' troppo “liscia”, nonostante avessimo portato a zero anche l'ABS, situazione irrealistica sulle auto moderne, ma che consigliamo a voi tutti per percepire al massimo le migliori condizioni di guida estrema, come in un vero trackday.
Apprezzabile la precisione allo sterzo (60 fps, sempre siano lodati) che ci concede di pennellare la traiettorie nelle due di Lesmo come se fossero la firma sulla nostra carta d'identità. Apprezzabile ma sin troppo facile, così decidiamo che prima di concludere il giro bsiogna azzardare un po'.
Così alla Variante Ascari arriviamo in piena e ritardiamo la frenata. Una frazione di secondo ed arriva il feedback al cervello: “lungoooo”. Cerchiamo di correggere, ma con le pinze che mordono i dischi peggio di un rottweiler sulla preda, aggrovigliarsi allo sterzo non serve, e finiamo sulla ghiaia come giustamente si conviene di fronte a madre natura.
Vietato fumare
Intanto che ci siamo, e visto che in uscita dalla variante abbiamo un po' di spiazzo, non vedendo nessun cartello “vietato fumare” ci concediamo qualche fumata libera.
La prova del 9 (anche se, visto i segni che lasciamo su asfalto, vi si leggerebbe più un “8”) per il motore fisico, e per capire un po' quanto é stato affinato il grip.
Il passo avanti rispetto al Prologue é notevole. Non solo per il fumo (finalmente su schermo con una sensazione decente), ma anche per la sensazione di attrito delle ruote e della risposta dell'auto.
Dopo aver consumato qualche millimetro di battistrada ripartiamo, ci lanciamo con cura nella parabolica, pronti ad un altro giro di pista. Sarà solo il secondo di un'infinità che seguirà da qui in poi, nei mesi a venire.
Raffreddando i fluidi dell'auto e quelli corporei, possiamo dire che la prima impressione di guida é nel complesso positiva.
Passi avanti notevoli. Sfatato ad esempio il leit motiv del “il piatto scivolar mi é dolce in questo mar”, ma non c'é ancora la precisione inscenata altrove.
Specialmente nei trasferimenti di carico e nella sensibilità allo sterzo sembra ci siano margini di miglioramento, confermati nelle successive prove con altre vetture. L'inevitabile paragone con Forza Motorsport 3 comincia qui a fare capolino.
Ma per il momento ci manteniamo concentrati su GT5 e scacciamo gli echi di Turn 10.
Siamo poi saliti su altre vetture, per affinare il nostro giudizio. E' corretto lo sbilanciamento del retrotreno a ruote bloccate di una trazione anteriore, con cui poi non é semplice riprendere la sbandata senza perdere decimi preziosi, venendo a mancare la possibilità di sovrasterzo di potenza.
Per il momento non dettagliamo oltre sul motore fisico che regola la dinamica delle auto. Sarà necessaria la prova di vetture estreme (rese fin troppo estreme sul Prologue...vedi F40), di superfici diverse o con condizioni di bagnato.
Gran Turismo 5
Gran Turismo 5
Ciò che emerge da questo primo hands-on, é che si tratta comunque di un gioco imprescindibile per ogni amante dei racing-game, degno di questa definizione. Ma su questo i dubbi probabilmente erano retorici.
Sui pregi e difetti invece passeremo i giorni e le notti a discuterne assieme. Sulle aspettative e le elucubrazioni da tecnici del settore, sullo sviluppo del gioco, spenderemo interi serbatoi di parole.
Sul fatto che possa o meno posizionarsi come vero punto di riferimento per il genere, che possa rappresentare l'esperienza definitiva in questo senso, bisognerà attendere la recensione.
Il verdetto arriverà, ma solo dopo il passaggio al traguardo sotto la bandiera a scacchi, non prima.
Sui pregi e difetti invece passeremo i giorni e le notti a discuterne assieme. Sulle aspettative e le elucubrazioni da tecnici del settore, sullo sviluppo del gioco, spenderemo interi serbatoi di parole.
Sul fatto che possa o meno posizionarsi come vero punto di riferimento per il genere, che possa rappresentare l'esperienza definitiva in questo senso, bisognerà attendere la recensione.
Il verdetto arriverà, ma solo dopo il passaggio al traguardo sotto la bandiera a scacchi, non prima.