Grand Theft Auto III
di
Redazione
Nell'estate del 1997 un vero e proprio terremoto scosse l'opinione pubblica, che non perse l'occasione di scagliarsi nuovamente contro il popolo dei videogiocatori, stavolta con una ferocia del tutto inedita. La colpa? Tutta di Carmaggeddon, che grazie ai suoi violentissimi contenuti (tirar sotto alla propria auto il maggior numero di pedoni possibili mi sembra tutto fuorché il massimo del politically correct) istigò flotte di associazioni di genitori, psicologi e politici a dar contro al nostro passatempo, arrivando al ritiro del gioco dagli scaffali in molti paesi (è il caso del Brasile) oppure a distribuirlo in una versione riveduta e corretta con deglii zombie-fantoccio al posto dei pedoni
Ben lungi dal voler agitare nuovamente le acque attorno a un caso così deplorevole e confidando che nel tempo si perda traccia di quella vera e propria caccia alle streghe (che appare ancor di più vergognosa e imperdonabile ai giorni nostri), questa mia prefazione vuole solo rapportare il gioco che andremo tra poco a esaminare più approfonditamente con uno dei suoi "padri spirituali", Carmaggeddon appunto, con il quale Grand Theft Auto condivide una delle sue caratteristiche clou: il poter uccidere con la nostra autovettura qualsivoglia passante e pedone. Certo, presentare il titolo a chi non fosse mai venuto a contatto con la serie di DMA Design (il cui primo episodio vide i natali sul finire del 1998 su PC e PlayStation) sarebbe decisamente riduttivo e quindi si rende necessario sprecare alcune righe per rendere più completa l'idea sull'originale meccanica di gioco: il giocatore, comandando il suo alter ego digitale, si ritroverà immerso in una immensa e pulsante città tipicamente americana, cercando di scalare mano a mano l'insidiosa piramide della criminalità organizzata. Si, avete letto bene, partendo dal nulla dovremo guadagnarci la fiducia delle mafie locali abusando di doppi giochi e tradimenti, completando le più tipiche missioni del provetto delinquente (trasporto di droga, omicidi, attentati, rapimenti, stragi e via così di questo passo...), tutte a bordo di auto rubate sul posto ed, eccoci al punto, senza troppi patemi d'animo per i pedoni che verranno trasformati in cadaveri falciati dalle ruote della nostra macchina
Ben lungi dal voler agitare nuovamente le acque attorno a un caso così deplorevole e confidando che nel tempo si perda traccia di quella vera e propria caccia alle streghe (che appare ancor di più vergognosa e imperdonabile ai giorni nostri), questa mia prefazione vuole solo rapportare il gioco che andremo tra poco a esaminare più approfonditamente con uno dei suoi "padri spirituali", Carmaggeddon appunto, con il quale Grand Theft Auto condivide una delle sue caratteristiche clou: il poter uccidere con la nostra autovettura qualsivoglia passante e pedone. Certo, presentare il titolo a chi non fosse mai venuto a contatto con la serie di DMA Design (il cui primo episodio vide i natali sul finire del 1998 su PC e PlayStation) sarebbe decisamente riduttivo e quindi si rende necessario sprecare alcune righe per rendere più completa l'idea sull'originale meccanica di gioco: il giocatore, comandando il suo alter ego digitale, si ritroverà immerso in una immensa e pulsante città tipicamente americana, cercando di scalare mano a mano l'insidiosa piramide della criminalità organizzata. Si, avete letto bene, partendo dal nulla dovremo guadagnarci la fiducia delle mafie locali abusando di doppi giochi e tradimenti, completando le più tipiche missioni del provetto delinquente (trasporto di droga, omicidi, attentati, rapimenti, stragi e via così di questo passo...), tutte a bordo di auto rubate sul posto ed, eccoci al punto, senza troppi patemi d'animo per i pedoni che verranno trasformati in cadaveri falciati dalle ruote della nostra macchina
Grand Theft Auto III
Grand Theft Auto III
Grand Theft Auto promette di divenire uno dei titoli di punta di PlayStation 2 di fine anno, e riesce già ora ad essere dannatamente convincente. Gameplay migliorato, grafica ad alto livello ed il freedoom of movement sono gli assi che è lecito aspettarsi dal terzo capitolo di una delle serie più violente mai apparse sul mercato. Non ci resta che aspettare settembre fiduciosi.