Grand Theft Auto: San Andreas
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Il nostro viaggio a Londra agli studi Rockstar è cominciato senza dubbio nel migliore dei modi, potendo assistere alla presentazione in esclusiva del nuovo San Andreas, ma soprattutto è terminato in maniera ancor più esaltante: GTA è semplicemente stupendo, magnifico. All'uscita dalla visita a Rockstar avremmo facilmente toccato il cielo semplicemente spiccando anche un leggero salto, tanta era l'eccitazione che ci scorreva nelle vene. E che ci scorre tuttora. Pensavate che Vice City avesse stabilito un limite invalicabile, uno standard ultimo, un emblema inattaccabile a livello di gameplay? Pensavate che Tommy Vercetti avesse davvero raggiunto la più alta vetta esistente in quanto a libertà di gioco? Ebbene, San Andreas si spinge oltre riprendendo tutto ciò che di buono abbiamo potuto apprezzare in Liberty City e in Vice City, e potenziando, anzi, ingigantendo l'elemento fondamentale della serie, l'elemento su cui GTA ha sempre fondato le sue radici: la libertà.
Esattamente: San Andreas triplica, quadruplica, eleva a potenza infinita la libertà di muoversi, di esplorare, di fare tutto ciò che si vuole. Ma attenzione, Rockstar non ha semplicemente ingrandito quella che negli ultimi due capitoli era stata una semplice città (Liberty City prima e Vice City dopo), bensì ha ampliato in maniera oculata e studiata i confini che prima circoscrivevano la nostra esperienza ludica, traendone profitti in svariate direzioni ed aggiungendo delle sfaccettature sempre più ricercate e stupefacenti alla ricetta vincente della serie. Tommy Vercetti lascia spazio a CJ (Carl Johnson), ragazzo di colore estremamente carismatico che vive insieme ai suoi compagni in un quartiere di Los Santos, nello stato di San Andreas. La tranquillità e la flemma tipicamente italiane che contraddistinguevano Tommy si trasformano nell'energia e nella vitalità di CJ, che ben presto si troverà immischiato in affari tanto pungenti quanto loschi. Egli giunge a Los Santos dopo aver vissuto per cinque anni a Liberty City e soprattutto dopo aver dovuto sopportare l'assassinio di sua madre.
San Andreas dicevamo, uno stato enorme costituito da tre vaste città: Los Santos (Los Angeles), San Fierro (San Francisco) e Las Venturas (Las Vegas), attorniate da un territorio immenso, il countryside.
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Città e countryside: questa la prima delle importanti novità introdotte in San Andreas; zone più popolate, più costruite, e zone più tranquille e pacifiche. Quello che stupisce è la cura riposta da Rockstar nella caratterizzazione di questi luoghi: tre città totalmente differenti una dall'altra, con i propri edifici, la propria conformazione delle strade, i propri veicoli e la propria gente. E poi tutto il countryside: decine e decine di chilometri di campagna, colline, pinete, fiumi, laghi e campi arati, senza dimenticare i piccoli paesi sparsi qua e là che donano un tocco di realismo assurdo all'impatto generale. Usciamo di casa, saliamo sul nostro bolide anni '70, magari in compagnia di qualche amico, e cominciamo a scorazzare per Los Santos; dal centro città ci dirigiamo verso la periferia e poi pian piano cominciamo a intravedere la campagna aperta. Via verso San Fierro, attraverso una pineta e oltre quella collina. Ma aspetta: cosa si nasconde dietro quei campi? Un piccolo paesino. Un'angusta strada sterrata per raggiungerlo e poi in giro per le sue quattro strade, dove notiamo qualche trattore agricolo che attraversa l'incrocio seguito da due camper di turisti diretti chissà dove. Ah guarda, c'è anche una ragazza su una Goldwing! Magari arriva da Las Venturas! Incredibile, ogni singola porzione di san Andreas ha la propria identità, i propri costumi e i propri ritmi: in città sarà facile trovare traffico anche nel bel mezzo della notte (sempre che circoliate nel centro, i quartieri di periferia sono malfamati nevvero?) mentre facilmente deserti saranno nelle ore più assolate gli agglomerati di poche case sparsi qua e là nel countryside.