Half-Life

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Decay é invece una modalità ibrida, cooperativa, giocabile sia in solitaria, sia in compagnia di un amico: nel primo caso il giocatore controllerà alternativamente le scienziate Collette Green e Gina Cross che, pur mosse dalla stessa mano dovranno aiutarsi reciprocamente a procedere nell'avventura per giungere in fondo ad essa sane e salve (la morte di una delle due porta a un immediato quanto malaugurato "Game Over"). Giocato da soli quindi, Decay esprime un ritmo del tutto particolare, sicuramente più lento e meno frenetico rispetto a quanto sperimentabile grazie a una vera cooperazione "in tempo reale" fra due giocatori. Nel nostro test in due (il sottoscritto coadiuvato dal temibile Alessandro "Max Payne" Martini - un vero killer in deathmatch) Decay ha sprigionato tutta la sua potenza espressiva regalandoci una sessione di gioco divertente, capace di trasmettere la giusta tensione, grazie a un gameplay vario, a tratti imprevedibile e libero oltre il previsto, perché scritto dall'intreccio di due volontà creative umane seppur nei binari tracciati dal game design di Gearbox Software
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Personaggi umani e alieni godono in Half-Life PS2 di un evidente trattamento cosmentico

Come accennato, Decay inizia in quello sciagurato giorno dell'incidente scatenato dall'ignaro e incolpevole Gordon Freeman e sono proprio Collete e Gina le scienziate preposte all'assistenza del Dottor Freeman nel suo esperimento: sono loro a inviare il campione di cristallo a Gordon e ancora una volta... calerà il buio e il silenzio più completo, rotto questa volta solo dal duplice batticuore e dai respiri delle due donne impaurite. Nella seconda missione di Decay, poi, incominciano a emergere i tratti caratteristici dell'Half-Life style: non solo sarà il momento di sparare e di ripulire gli ambienti di un malconcio "Hazard Course" (la zona in cui si tiene il livello di Training) dalle prime avvisaglie di invasione aliena, ma sarà già tempo di interagire con altri personaggi e in questo caso bisognerà scortare e farsi aiutare da uno scienziato di Black Mesa piuttosto terrorizzato per quanto sta accadendo attorno. La sua paura ci da proprio il "la" per parlare dei miglioramenti tecnici presenti in Half-Life PS2
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Provare con mano Half-Life su PlayStation 2 è stata un'esperienza non priva di qualche sorpresa. Da qualcuno bollato come la copia carbone del vecchio Half-Life, il gioco pur non presentando straordinarie rivoluzioni soprattutto in ambito tecnologico, è stato invece capace di creare curiosità, di emozionare e di suscitare il desiderio che sia completato al più presto per poterne saggiare a fondo tutte le caratteristiche. Quel che promette Half-Life su PS2 non è poco: Gearbox Software intende allargare un'esperienza emozionante e già vincente su PC al vasto pubblico possessore di una PS2, confezionando un titolo rispettoso delle sue qualità originarie quanto del suo debutto per la prima volta su console, grazie in particolare a un sistema di controllo via pad adeguato e ad alcune chicche come la modalità video a sedici noni che lascia intravedere piacevoli pomeriggi su un comodo divano dinanzi alla fiammante TV widescrren alla (ri)scoperta di Half-Life o godendo, magari con un amico di Decay o di una veloce "fraggata" in deathmatch. Affascinati da quanto intravisto in questa nuova dimensione di Black Mesa, non vediamo l'ora i mettere le mani sulla versione finale per verificare se l'impianto di gioco definitivo e la longevità saranno degni dei buoni propositi espressi e che in larga parte abbiamo riscontrato nel nostro primo "hands on".

SECONDO COMMENTO
E' un package davvero completo quello che si prospetta per gli acquirenti di Half-Life. Da una parte abbiamo l'avventura per singolo giocatore, una delle migliori di sempre in ambito PC (se non LA migliore ancora oggi) e dall'altro una serie di extra che elevano questo titolo al di sopra del semplice status di "conversione". Il nuovo episodio Decay, in particolare, sembra in grado di allargare anche ai possessori del monolito l'esperienza di gioco in cooperativa che tanto successo riscuote tra i più assidui netgamer. Nonostante la presenza dello split screen, la nuova mini-avventura riesce a farsi apprezzare, anche da un punto di vista tecnico, in quasi tutte le situazioni testimoniando le ore spese in ottimizzazione dal team di Randy Pitchford. Se l'episodio a parte non bastasse a creare aspettativa negli utenti PlayStation 2, dobbiamo per forza di cose ricordare il gioco in multiplayer e l'ottima configurazione dei controlli, che trova la sua massima espressione nell'accoppiata mouse/tastiera. Aspettiamo la versione completa per dare un giudizio più completo e definitivo sulla qualità del gioco anche se, dopo questo test, la supremazia di Red Faction può già dirsi in serio pericolo...

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