Halo 3: ODST
di
Ferdinando Saggese
Inesperti, soli, dietro le linee nemiche! É così che Bungie ci immagina in “Halo 3: ODST”, spin-off che tra un paio di mesi arricchirà l'universo di “Halo” con un nuovo, interessante capitolo. Dall'annuncio ufficiale ad oggi, la software statunitense ha mostrato il gioco solamente a Los Angeles, in occasione dell'Electronic Entertainment Expo. Con piacere abbiamo quindi risposto alla chiamata di Microsoft, che qualche giorno fa ha organizzato un evento dedicato a questo sparatutto, direttamente nei suoi uffici italiani. La presentazione, tenuta dal senior designer Bungie Lars Bakken, ci ha fornito un'idea precisa su quello che giocheremo a partire dal prossimo mese di Settembre, mentre la successiva prova dell'inedita modalità multiplayer “Firefight” ha stampato sulle nostre facce un sorrisetto ebete che fatichiamo a cancellare. Senza indugi vi lasciamo quindi alla cronaca di una mattina passata a New Mombasa!
Chi considera “Halo 3: ODST” come una semplice espansione dell'ancora giocatissimo “Halo 3” sbaglia, o meglio sbaglia in parte. Il gioco verrà infatti distribuito su due dischi; il primo raccoglierà tutti i dlc pubblicati e tre nuove arene multiplayer, il secondo proporrà una nuova avventura in singolo giocatore, la già citata modalità “Firefight” e la chiave d'accesso alla beta pubblica dell'ancora misterioso “Halo Reach”. Un'offerta ricchissima, che a giudicare da quanto mostrato durante la presentazione, non espanderà l'universo di “Halo” solamente sotto il profilo contenutistico. L'intera produzione é incentrata sulla figura delle truppe orbitali d'assalto, composte principalmente da guerrieri specializzati in azioni di disturbo.
Non giocheremo quindi “Halo 3: ODST” nei panni del classico Spartan, ma in quelli di un soldato meno forte e meno veloce, ma più umano. Questa nuova prospettiva ha imposto una modifica delle meccaniche di gioco, che condizionerà l'esperienza rendendola meno frenetica e più ragionata che in passato. La trama elaborata dagli sceneggiatori di Bungie costituisce un antefatto alle vicende narrate in “Halo 3”; in particolare, nei panni di una recluta senza nome, dovremo liberare la metropoli terrestre di New Mombasa, oppressa dall'occupazione Covenant. La missione, difficile di per se, si complicherà ulteriormente sin dalle sue fasi iniziali. L'atterraggio sul pianeta non sarà dei più felici, e le capsule monoposto che proteggono i componenti della squadra, si schianteranno in diverse zone della città. Inizierà così una difficile ricerca dei nostri compagni, dispersi non si sa dove a New Mombasa, che ci permetterà di capire le vere ragioni dell'attacco alla terra.
Come abbiamo detto qualche riga più su, in “Halo 3: ODST” impersoneremo una giovane recluta, meno potente e decisiva di uno Spartan, ma equipaggiata appositamente per affrontare missioni delicate dietro le linee nemiche. Il primo gadget con cui faremo pratica é il visore integrato nell'elmetto della tuta da combattimento. Questo dispositivo, oltre a migliorare la visibilità notturna, ci permetterà di individuare facilmente i Covenant, che pattugliano le strade della città, ed evidenzierà alcuni elementi dello scenario di particolare interesse. Un indicatore posto nella parte alta dell'interfaccia, ci fornirà una chiara rappresentazione grafica dei danni che saremo in grado di sopportare prima di morire. I soldati ODST non disporranno infatti di uno scudo difensivo come i soldati d'elite, dovremo quindi fare affidamento sulla sola corazza, che inevitabilmente cederà sotto i colpo nemici, esponendoci ai danni.
Esattamente come avviene per lo scudo degli Spartan, la resistenza della corazza verrà automaticamente ripristinata dopo un certo intervallo di tempo, non verrà invece ripristinata la salute del personaggio, che potremo recuperare individuando le stazioni di cura che gli sviluppatori hanno disseminato per i livelli. Le caratteristiche del personaggio, unitamente alla particolare conformazione degli ambienti di gioco, ci faranno quindi optare per tattiche di guerriglia, per loro natura più conservative rispetto agli scontri in campo aperto a cui siamo abituati. Anche le armi a disposizione sono state modificate per assecondare questa nuova impostazione di gioco. Molte sputafuoco monteranno infatti silenziatori e mirini telescopici, che ci torneranno utili per eliminare piccoli gruppi di nemici da posizioni di sicurezza. L'intelligenza artificiale della città, che installeremo nel nostro elmetto durante le fasi iniziali dell'avventura, ci fornirà un aiuto prezioso nella pianificazione degli attacchi e guiderà il nostro cammino grazie ad un sofisticato sistema di navigazione, o proiettando le indicazioni direttamente sui pannelli pubblicitari di New Mombasa. Senza rovinare la trama del gioco, possiamo dirvi che la corsa della recluta terminerà nei pressi di un ponte, dove si imbatterà in un piccolo indizio sulla sorte dei compagni.
A questo punto “Halo 3 ODST” cambierà il punto di vista con cui ha raccontato la storia, mettendoci nei panni di un altro componente della squadra, precipitato in un punto differente della città. Questo espediente narrativo, ancora poco sfruttato in campo videoludico, sarà per giunta funzionale al gameplay. I componenti della squadra ODST sono infatti cinque, ed ognuno di essi può contare su di una classe di specializzazione differente. Affrontare la trama con personaggi dalle caratteristiche opposte, come possono essere il cecchino e lo specialista in armamenti pesanti, darà ritmo alla narrazione e ci costringerà a variare spesso lo stile di gioco.
Come abbiamo visto, la modalità in singolo giocatore proporrà uno stile differente a quello cui la serie ci ha abituato con i tre capitoli precedenti. La modalità “Firefight” é stata analogamente concepita per proporre qualcosa di nuovo anche in multigiocatore. Trattasi di una modalità cooperativa fino a quattro giocatori, che li vedrà impegnati a respingere ondate consecutive di agguerriti nemici.
Questa specialità, differentemente da quanto avviene in altri titoli del genere, non imporrà alcun limite di tempo ai giocatori, che però potranno contare solamente su di un numero finito di vite, peraltro condivise da tutti gli elementi della squadra. Nelle intenzioni di Bungie, questa caratteristica dovrebbe stimolare la profonda cooperazione trai giocatori, anche se il sistema ricompenserà differentemente i partecipanti a seconda del contributo in termini di uccisioni. Un'altra particolarità risiede nel fatto che, prima di ogni partita, sarà possibile impostare un livello di difficoltà, che non modificherà gli attributi degli avversari, ma la loro tipologia, proponendo di volta in volta ondate completamente casuali ed imprevedibili. Niente di complesso insomma, ma un opzione divertentissima e dalla longevità potenzialmente infinita, che non mancherà di coinvolgere i giocatori che ancora oggi affollano i server di “Halo 3”.
Chi considera “Halo 3: ODST” come una semplice espansione dell'ancora giocatissimo “Halo 3” sbaglia, o meglio sbaglia in parte. Il gioco verrà infatti distribuito su due dischi; il primo raccoglierà tutti i dlc pubblicati e tre nuove arene multiplayer, il secondo proporrà una nuova avventura in singolo giocatore, la già citata modalità “Firefight” e la chiave d'accesso alla beta pubblica dell'ancora misterioso “Halo Reach”. Un'offerta ricchissima, che a giudicare da quanto mostrato durante la presentazione, non espanderà l'universo di “Halo” solamente sotto il profilo contenutistico. L'intera produzione é incentrata sulla figura delle truppe orbitali d'assalto, composte principalmente da guerrieri specializzati in azioni di disturbo.
Non giocheremo quindi “Halo 3: ODST” nei panni del classico Spartan, ma in quelli di un soldato meno forte e meno veloce, ma più umano. Questa nuova prospettiva ha imposto una modifica delle meccaniche di gioco, che condizionerà l'esperienza rendendola meno frenetica e più ragionata che in passato. La trama elaborata dagli sceneggiatori di Bungie costituisce un antefatto alle vicende narrate in “Halo 3”; in particolare, nei panni di una recluta senza nome, dovremo liberare la metropoli terrestre di New Mombasa, oppressa dall'occupazione Covenant. La missione, difficile di per se, si complicherà ulteriormente sin dalle sue fasi iniziali. L'atterraggio sul pianeta non sarà dei più felici, e le capsule monoposto che proteggono i componenti della squadra, si schianteranno in diverse zone della città. Inizierà così una difficile ricerca dei nostri compagni, dispersi non si sa dove a New Mombasa, che ci permetterà di capire le vere ragioni dell'attacco alla terra.
Come abbiamo detto qualche riga più su, in “Halo 3: ODST” impersoneremo una giovane recluta, meno potente e decisiva di uno Spartan, ma equipaggiata appositamente per affrontare missioni delicate dietro le linee nemiche. Il primo gadget con cui faremo pratica é il visore integrato nell'elmetto della tuta da combattimento. Questo dispositivo, oltre a migliorare la visibilità notturna, ci permetterà di individuare facilmente i Covenant, che pattugliano le strade della città, ed evidenzierà alcuni elementi dello scenario di particolare interesse. Un indicatore posto nella parte alta dell'interfaccia, ci fornirà una chiara rappresentazione grafica dei danni che saremo in grado di sopportare prima di morire. I soldati ODST non disporranno infatti di uno scudo difensivo come i soldati d'elite, dovremo quindi fare affidamento sulla sola corazza, che inevitabilmente cederà sotto i colpo nemici, esponendoci ai danni.
Esattamente come avviene per lo scudo degli Spartan, la resistenza della corazza verrà automaticamente ripristinata dopo un certo intervallo di tempo, non verrà invece ripristinata la salute del personaggio, che potremo recuperare individuando le stazioni di cura che gli sviluppatori hanno disseminato per i livelli. Le caratteristiche del personaggio, unitamente alla particolare conformazione degli ambienti di gioco, ci faranno quindi optare per tattiche di guerriglia, per loro natura più conservative rispetto agli scontri in campo aperto a cui siamo abituati. Anche le armi a disposizione sono state modificate per assecondare questa nuova impostazione di gioco. Molte sputafuoco monteranno infatti silenziatori e mirini telescopici, che ci torneranno utili per eliminare piccoli gruppi di nemici da posizioni di sicurezza. L'intelligenza artificiale della città, che installeremo nel nostro elmetto durante le fasi iniziali dell'avventura, ci fornirà un aiuto prezioso nella pianificazione degli attacchi e guiderà il nostro cammino grazie ad un sofisticato sistema di navigazione, o proiettando le indicazioni direttamente sui pannelli pubblicitari di New Mombasa. Senza rovinare la trama del gioco, possiamo dirvi che la corsa della recluta terminerà nei pressi di un ponte, dove si imbatterà in un piccolo indizio sulla sorte dei compagni.
A questo punto “Halo 3 ODST” cambierà il punto di vista con cui ha raccontato la storia, mettendoci nei panni di un altro componente della squadra, precipitato in un punto differente della città. Questo espediente narrativo, ancora poco sfruttato in campo videoludico, sarà per giunta funzionale al gameplay. I componenti della squadra ODST sono infatti cinque, ed ognuno di essi può contare su di una classe di specializzazione differente. Affrontare la trama con personaggi dalle caratteristiche opposte, come possono essere il cecchino e lo specialista in armamenti pesanti, darà ritmo alla narrazione e ci costringerà a variare spesso lo stile di gioco.
Come abbiamo visto, la modalità in singolo giocatore proporrà uno stile differente a quello cui la serie ci ha abituato con i tre capitoli precedenti. La modalità “Firefight” é stata analogamente concepita per proporre qualcosa di nuovo anche in multigiocatore. Trattasi di una modalità cooperativa fino a quattro giocatori, che li vedrà impegnati a respingere ondate consecutive di agguerriti nemici.
Questa specialità, differentemente da quanto avviene in altri titoli del genere, non imporrà alcun limite di tempo ai giocatori, che però potranno contare solamente su di un numero finito di vite, peraltro condivise da tutti gli elementi della squadra. Nelle intenzioni di Bungie, questa caratteristica dovrebbe stimolare la profonda cooperazione trai giocatori, anche se il sistema ricompenserà differentemente i partecipanti a seconda del contributo in termini di uccisioni. Un'altra particolarità risiede nel fatto che, prima di ogni partita, sarà possibile impostare un livello di difficoltà, che non modificherà gli attributi degli avversari, ma la loro tipologia, proponendo di volta in volta ondate completamente casuali ed imprevedibili. Niente di complesso insomma, ma un opzione divertentissima e dalla longevità potenzialmente infinita, che non mancherà di coinvolgere i giocatori che ancora oggi affollano i server di “Halo 3”.
Halo 3: ODST
Halo 3: ODST
"Halo 3: ODST" non é un espansione, ma un titolo a se stante, capace di variare una formula di gioco collaudata e vincente, e di proporre sano divertimento in multigiocatore. Nulla é stato cambiato sotto il profilo tecnico, anche se la maggior confidenza dei grafici Bungie con gli strumenti di sviluppo ha sensibilmente migliorato la resa grafica del gioco. Le 24 mappe multiplayer per "Halo 3" e, sopratutto, la chiave per la beta pubblica dell'atteso "Halo Reach" completano un offerta che potrebbe risultare irrinunciabile, sopratutto considerando il prezzo a cui Microsoft intende proporla, 49.99€; un vero affare!