Halo 5: Guardians
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Se c'é una cosa che 343 Industries ha dimostrato di non temere é il cambiamento. Fin dalla sua fondazione il team Microsoft ha raccolto senza timore la sfida lasciata dall'eredità di Bungie e ha portato Halo su una nuova strada. Halo 5 segnerà ancora una volta qualcosa di nuovo: il primo episodio su questa generazione e, non da meno con Halo 4 alle spalle a fare da cuscinetto, il primo vero capitolo della nuova trilogia a totale gestione 343. Per questo abbiamo deciso fosse il momento perfetto per fare il punto dell'universo Halo con una serie di speciali che ci accompagneranno da oggi fino al 27 Ottobre, giorno di lancio di Halo 5: Guardians.
Nel raccontare l'epica storia di Master Chief contro il Covenant, Bungie ha sempre puntato in una direzione precisa: avanti. Una volta conclusa la guerra più pericolosa mai affrontata dalla razza umana il team di sviluppo ha messo in congelatore -letteralmente- Spartan117 e ha puntato la sua attenzione su altri personaggi.
Questo, unito all'immenso patrimonio creatosi negli anni grazie a romanzi, fumetti, serie animate e cortometraggi, ha dato vita ad un universo che si é espanso nel tempo e nello spazio non solo in avanti (leggasi: seguendo le vicende di Master Chief) ma anche in orizzontale e, alcune volte in modo speculare con profonde digressioni sulla storia degli avversari. 343 Industries, una volta preso il timone della serie ha pensato di sfruttare il potenziale rimasto inespresso andando a collegare puntini fino a quel momento isolati e riportando sotto i riflettori degli aspetti dell'universo narrativo accennati in passato ma mai sviluppati.
Ecco che torna al centro del mondo il conflitto fra UNSC e ribelli, fra le diverse fazioni Covenant, le controversie legate al progetto Spartan, i problemi di un'intelligenza artificiale troppo vecchia e troppo potente e, dulcis in fundo, i Precursori, l'origine del tutto. un cambiamento considerevole, chi magari aveva apprezzato la serie fino a quel momento per i suoi scorci strettamente fantascientifici e “guerrieri” si é trovato ben presto ad alternarsi fra una guerra latente, giochi di potere intestini alla razza umana, problematiche etiche (dopo che per 10 anni non si é fatto altro che sparare in ogni direzione) e una minaccia completamente diversa, e più subdola, di quella affrontata nel ménage à trois fra UNSC, Covenant e Flood.
Tutto questo meriterebbe un capitolo a parte, e nelle prossime settimane arriverà: un'ottima occasione per presentarsi all'appuntamento con Halo 5: Guardians con i compiti fatti e pronti per essere interrogati. Nelle prossime righe ci concentreremo sulle caratteristiche più ludiche di questo nuovo capitolo della Trilogia dell'Attivatore.
343 Industries é rimasta molto abbottonata sulla trama, anche se diverse cose possono essere dedotte dal materiale rilasciato in questi mesi. Master Chief é in fuga, almeno secondo quanto dichiarato dall'UNSC. Non é più l'eroe della galassia ma un disertore, e per tanto é nel mirino di una squadra speciale: il team Osiris. A capo del team vi é l'agente Locke, un militare ONI che ha ricevuto i potenziamenti derivanti dal programma Spartan IV (sia messo agli atti che gli Spartan II rimangono i più devastanti e forti guerrieri umani).
Il motivo di facciata per cui Locke, insieme alla sua squadra, é sulle tracce di John é un atto di accusa che lo vuole protagonista di un attentato su una colonia umana durante un'importante riunione fra statisti, di fatto dietro tutta questa manovra vi é l'ONI, l'apparato di intelligence dell'esercito che vede in Master Chief un cane sciolto con troppi ricordi e troppe informazioni nella sua testa. Oltre a questo sappiamo che Locke, come primo passo nella ricerca, si é rivolto niente meno che a Thel ‘Vadamee, per gli amici Arbiter. Il Sangheili é impegnato in una letale lotta di potere per il controllo del suo pianeta natale, Sanghelios, dopo lo scioglimento dell'alleanza Covenant e il ritorno dei Precursori.
Questo ci permette di dedurre che i Sangheili, forse la parte del Covenant più apprezzata dai giocatori, torneranno con un ruolo più importante e profondo rispetto ad Halo 4 dove, sostanzialmente, erano ancora la classica carne da cannone. Ecco quindi che torna la capacità di 343 Industries di tracciare dei fili di collegamento fra i diversi puntini piazzati nella galassia da Bungie negli ultimi 15 anni. A proposito di puntini e ritorni: uno dei componenti del team Osiris guidato dallo Spartan Locke é Buck, ODST già protagonista dello spin-off dalle tinte molto noir Halo 3: ODST.
Ma in tutto questo, Master Chief cosa sta realmente facendo? difficile dirlo. A bruciapelo verrebbe da pensare che sia alla ricerca di trovare un modo per salvare l'univa vera persona che lo capisce e lo conosce: l'intelligenza artificiale Cortana (poi si lamentano dei ragazzi che passano “troppo tempo con i loro computer manco fosse una ragazza…”) ma, se ci si sofferma a pensare più intensamente non si può non ricordare il discorso fatto dal Didatta al termine di Halo 4 e dallo sguardo -avete capito bene: sguardo negli occhi, senza visore- lanciato da John verso la telecamera. Insomma, il suo incontro con i Precursori, Didatta e Bibliotecaria su tutti, lo ha cambiato e forse non solo psicologicamente. Ma sono tutte supposizioni e anche queste meriterebbero un capitolo a parte. Cosa che arriverà.
Tornando nei confini delle certezze sappiamo, per bocca dello stesso team di sviluppo, che il nostro Spartan Preferito sarà aiutato da una serie di ospiti d'onore che faranno strillare i fan di vecchia data come ragazzette ad un concerto pop: il Team Blu.
Per chi non lo conoscesse, il Team Blu é la squadra con cui Master Chief é cresciuto e con cui ha combattuto le prime battaglie. Questo significa due cose: ci sono immense possibilità per aprire scorsi sul suo passato –addirittura, magari, qualche missione in flashback- e… Halo 5 sarà pieno di Spartan II.
Questo é praticamente tutto quello che si conosce sulle vicende che si dipaneranno in Halo 5: Guardians, tutto il resto potrà essere scoperto nei prossimi mesi o, cosa migliore, direttamente pad alla mano ad Ottobre.
Se vogliamo concentrare la nostra attenzione sul gioco vero e proprio, invece, le informazioni sono più corpose e decisamente nuove per quanto visto fino ad oggi nella serie.
Si parlava prima di due team, Blu e Osiris, questo ha permesso a 343 Industries di introdurre il gioco di squadra sia in cooperativa che con i bot. Nel secondo caso, il giocatore sarà in grado di dare degli ordini abbastanza semplici ai propri commilitoni.
Inoltre, sempre concentrandosi sul single player, non si vestiranno i panni solamente di Master Chief ma anche della sua nemesi, Locke, così da portare avanti la storia tenendo conto di entrambe le visioni. Un buon lavoro di sceneggiatura potrebbe addirittura mettere in dubbio la purezza dell'araldo Microsoft, portando i fan a porsi delle domande sull'integrità di Master Chief o sul fatto se é veramente lui il buono… ancora.
Sul versante multigiocatore vi é un parziale ritorno alle origini rispetto a quanto fatto con Halo 4. Le armi, ad esempio non saranno più a richiesta del giocatore ma torneranno a ricomparire in punti della mappa predefiniti. Dall'altra parte, però, sin dalla beta sono balzate all'occhio e alla mano dei giocatori delle novità considerevoli, su tutte la possibilità di mirare lungo la canna dell'arma con tutto l'arsenale, fucile d'assalto compreso. Oltre a questo si aggiunge una rinnovata mobilità degli Spartan IV nell'arena, con tanto di arrampicate sui punti altrimenti non raggiungibili con un semplice salto e una mossa speciale molto in stile Superman che vede il giocatore lanciare in un devastante impatto al suolo il suo personaggio.
Trovarsi nella zona d'impatto significa morte, o comunque danni rilevanti. La beta, oltre ad aver dato un modesto assaggio del gioco, ha permesso di valutare l'impatto grafico del primo Halo next-gen mostrando un solido motore grafiche che, anche se non fa gridare al miracolo, sarà ancorato ai 60 fps. Su tutto, poi, spiccava un comparto audio che, quello sì, fa gridare al miracolo, con tanto di Spartan in grado di scambiarsi informazioni al volo in automatico. Certo, molto potrebbe essere cambiato nei quasi 10 mesi di sviluppo trascorsi fra Beta e rilascio ma la speranza é che il tempo possa solo regalare miglioramenti. Di certo la base di partenza era estremamente rassicurante -se si esclude un leggero problema di bilanciamento dell'arsenale, nulla di insormontabile.
Infine, durante l'E3, é stata mostrata una nuova modalità: Warzone.
In uno scontro che vedrà due squadre da dodici giocatori impegnate a fare la guerra su mappe gigantesche sono stati introdotti anche degli elementi di disturbo che rispondo al nome di Covenant controllati dalla CPU e che non staranno con nessuna delle due parti. Insomma, siamo nuovamente al menage a trois con la differenza che due parti saranno controllate da giocatori in carne ossa, con tutto quello che ne consegue.
Per arrivare alla vittoria bisognerà totalizzare 1000 punti oppure distruggere la base avversaria. Durante lo svolgimento della partita, inoltre, i punti guadagnati potranno essere spesi per ottenere equipaggiamento migliore, mezzi d'assalto e altri bonus. Un meccanismo che porterà prevedibilmente ad un escalation dello scontro, escalation che include anche la controparte gestita dalla cpu: man mano che le cose si faranno più intense anche i nemici bot diventeranno più feroci e grossi, fino ad arrivare a veri e propri boss da fine livello.
Una galassia complessa
Nel raccontare l'epica storia di Master Chief contro il Covenant, Bungie ha sempre puntato in una direzione precisa: avanti. Una volta conclusa la guerra più pericolosa mai affrontata dalla razza umana il team di sviluppo ha messo in congelatore -letteralmente- Spartan117 e ha puntato la sua attenzione su altri personaggi.
Questo, unito all'immenso patrimonio creatosi negli anni grazie a romanzi, fumetti, serie animate e cortometraggi, ha dato vita ad un universo che si é espanso nel tempo e nello spazio non solo in avanti (leggasi: seguendo le vicende di Master Chief) ma anche in orizzontale e, alcune volte in modo speculare con profonde digressioni sulla storia degli avversari. 343 Industries, una volta preso il timone della serie ha pensato di sfruttare il potenziale rimasto inespresso andando a collegare puntini fino a quel momento isolati e riportando sotto i riflettori degli aspetti dell'universo narrativo accennati in passato ma mai sviluppati.
Ecco che torna al centro del mondo il conflitto fra UNSC e ribelli, fra le diverse fazioni Covenant, le controversie legate al progetto Spartan, i problemi di un'intelligenza artificiale troppo vecchia e troppo potente e, dulcis in fundo, i Precursori, l'origine del tutto. un cambiamento considerevole, chi magari aveva apprezzato la serie fino a quel momento per i suoi scorci strettamente fantascientifici e “guerrieri” si é trovato ben presto ad alternarsi fra una guerra latente, giochi di potere intestini alla razza umana, problematiche etiche (dopo che per 10 anni non si é fatto altro che sparare in ogni direzione) e una minaccia completamente diversa, e più subdola, di quella affrontata nel ménage à trois fra UNSC, Covenant e Flood.
Tutto questo meriterebbe un capitolo a parte, e nelle prossime settimane arriverà: un'ottima occasione per presentarsi all'appuntamento con Halo 5: Guardians con i compiti fatti e pronti per essere interrogati. Nelle prossime righe ci concentreremo sulle caratteristiche più ludiche di questo nuovo capitolo della Trilogia dell'Attivatore.
Nemico pubblico
343 Industries é rimasta molto abbottonata sulla trama, anche se diverse cose possono essere dedotte dal materiale rilasciato in questi mesi. Master Chief é in fuga, almeno secondo quanto dichiarato dall'UNSC. Non é più l'eroe della galassia ma un disertore, e per tanto é nel mirino di una squadra speciale: il team Osiris. A capo del team vi é l'agente Locke, un militare ONI che ha ricevuto i potenziamenti derivanti dal programma Spartan IV (sia messo agli atti che gli Spartan II rimangono i più devastanti e forti guerrieri umani).
Il motivo di facciata per cui Locke, insieme alla sua squadra, é sulle tracce di John é un atto di accusa che lo vuole protagonista di un attentato su una colonia umana durante un'importante riunione fra statisti, di fatto dietro tutta questa manovra vi é l'ONI, l'apparato di intelligence dell'esercito che vede in Master Chief un cane sciolto con troppi ricordi e troppe informazioni nella sua testa. Oltre a questo sappiamo che Locke, come primo passo nella ricerca, si é rivolto niente meno che a Thel ‘Vadamee, per gli amici Arbiter. Il Sangheili é impegnato in una letale lotta di potere per il controllo del suo pianeta natale, Sanghelios, dopo lo scioglimento dell'alleanza Covenant e il ritorno dei Precursori.
Questo ci permette di dedurre che i Sangheili, forse la parte del Covenant più apprezzata dai giocatori, torneranno con un ruolo più importante e profondo rispetto ad Halo 4 dove, sostanzialmente, erano ancora la classica carne da cannone. Ecco quindi che torna la capacità di 343 Industries di tracciare dei fili di collegamento fra i diversi puntini piazzati nella galassia da Bungie negli ultimi 15 anni. A proposito di puntini e ritorni: uno dei componenti del team Osiris guidato dallo Spartan Locke é Buck, ODST già protagonista dello spin-off dalle tinte molto noir Halo 3: ODST.
il suo incontro con i Precursori lo ha cambiato e non solo psicologicamente
Ma in tutto questo, Master Chief cosa sta realmente facendo? difficile dirlo. A bruciapelo verrebbe da pensare che sia alla ricerca di trovare un modo per salvare l'univa vera persona che lo capisce e lo conosce: l'intelligenza artificiale Cortana (poi si lamentano dei ragazzi che passano “troppo tempo con i loro computer manco fosse una ragazza…”) ma, se ci si sofferma a pensare più intensamente non si può non ricordare il discorso fatto dal Didatta al termine di Halo 4 e dallo sguardo -avete capito bene: sguardo negli occhi, senza visore- lanciato da John verso la telecamera. Insomma, il suo incontro con i Precursori, Didatta e Bibliotecaria su tutti, lo ha cambiato e forse non solo psicologicamente. Ma sono tutte supposizioni e anche queste meriterebbero un capitolo a parte. Cosa che arriverà.
Tornando nei confini delle certezze sappiamo, per bocca dello stesso team di sviluppo, che il nostro Spartan Preferito sarà aiutato da una serie di ospiti d'onore che faranno strillare i fan di vecchia data come ragazzette ad un concerto pop: il Team Blu.
Per chi non lo conoscesse, il Team Blu é la squadra con cui Master Chief é cresciuto e con cui ha combattuto le prime battaglie. Questo significa due cose: ci sono immense possibilità per aprire scorsi sul suo passato –addirittura, magari, qualche missione in flashback- e… Halo 5 sarà pieno di Spartan II.
Questo é praticamente tutto quello che si conosce sulle vicende che si dipaneranno in Halo 5: Guardians, tutto il resto potrà essere scoperto nei prossimi mesi o, cosa migliore, direttamente pad alla mano ad Ottobre.
Tutti insieme rumorosamente
Se vogliamo concentrare la nostra attenzione sul gioco vero e proprio, invece, le informazioni sono più corpose e decisamente nuove per quanto visto fino ad oggi nella serie.
Si parlava prima di due team, Blu e Osiris, questo ha permesso a 343 Industries di introdurre il gioco di squadra sia in cooperativa che con i bot. Nel secondo caso, il giocatore sarà in grado di dare degli ordini abbastanza semplici ai propri commilitoni.
Inoltre, sempre concentrandosi sul single player, non si vestiranno i panni solamente di Master Chief ma anche della sua nemesi, Locke, così da portare avanti la storia tenendo conto di entrambe le visioni. Un buon lavoro di sceneggiatura potrebbe addirittura mettere in dubbio la purezza dell'araldo Microsoft, portando i fan a porsi delle domande sull'integrità di Master Chief o sul fatto se é veramente lui il buono… ancora.
Sul versante multigiocatore vi é un parziale ritorno alle origini rispetto a quanto fatto con Halo 4. Le armi, ad esempio non saranno più a richiesta del giocatore ma torneranno a ricomparire in punti della mappa predefiniti. Dall'altra parte, però, sin dalla beta sono balzate all'occhio e alla mano dei giocatori delle novità considerevoli, su tutte la possibilità di mirare lungo la canna dell'arma con tutto l'arsenale, fucile d'assalto compreso. Oltre a questo si aggiunge una rinnovata mobilità degli Spartan IV nell'arena, con tanto di arrampicate sui punti altrimenti non raggiungibili con un semplice salto e una mossa speciale molto in stile Superman che vede il giocatore lanciare in un devastante impatto al suolo il suo personaggio.
Sul versante multigiocatore vi é un parziale ritorno alle origini
Trovarsi nella zona d'impatto significa morte, o comunque danni rilevanti. La beta, oltre ad aver dato un modesto assaggio del gioco, ha permesso di valutare l'impatto grafico del primo Halo next-gen mostrando un solido motore grafiche che, anche se non fa gridare al miracolo, sarà ancorato ai 60 fps. Su tutto, poi, spiccava un comparto audio che, quello sì, fa gridare al miracolo, con tanto di Spartan in grado di scambiarsi informazioni al volo in automatico. Certo, molto potrebbe essere cambiato nei quasi 10 mesi di sviluppo trascorsi fra Beta e rilascio ma la speranza é che il tempo possa solo regalare miglioramenti. Di certo la base di partenza era estremamente rassicurante -se si esclude un leggero problema di bilanciamento dell'arsenale, nulla di insormontabile.
Infine, durante l'E3, é stata mostrata una nuova modalità: Warzone.
In uno scontro che vedrà due squadre da dodici giocatori impegnate a fare la guerra su mappe gigantesche sono stati introdotti anche degli elementi di disturbo che rispondo al nome di Covenant controllati dalla CPU e che non staranno con nessuna delle due parti. Insomma, siamo nuovamente al menage a trois con la differenza che due parti saranno controllate da giocatori in carne ossa, con tutto quello che ne consegue.
Per arrivare alla vittoria bisognerà totalizzare 1000 punti oppure distruggere la base avversaria. Durante lo svolgimento della partita, inoltre, i punti guadagnati potranno essere spesi per ottenere equipaggiamento migliore, mezzi d'assalto e altri bonus. Un meccanismo che porterà prevedibilmente ad un escalation dello scontro, escalation che include anche la controparte gestita dalla cpu: man mano che le cose si faranno più intense anche i nemici bot diventeranno più feroci e grossi, fino ad arrivare a veri e propri boss da fine livello.