Halo Reach
di
Ferdinando Saggese
Il quattordici Settembre sarà, nel bene o nel male, una giornata che i videogiocatori di tutto il mondo ricorderanno a lungo. É infatti il giorno in cui Bungie ha deciso di lanciare "Halo: Reach", prossimo capitolo della serie che ha rivoluzionato il modo di sviluppare e giocare first person shooter su console, nonché ultimo episodio realizzato per Microsoft dalla talentuosa software house statunitense. Cosa succederà dopo il quattordici Settembre? Il futuro di Master Chief e compagni non é stato ancora rivelato, ma é chiaro fin d'ora che chiunque subentrerà a Bungie dovrà fare i conti con un'eredità pesante. Nove anni di storia che hanno reso "Halo" uno dei brand più importanti del panorama videoludico e un solido pilastro su cui Microsoft ha costruito, ed intende continuare a farlo, il successo della sua console.
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di assistere ad uno degli ultimi eventi che Bungie dedicherà all'universo di "Halo". Ci siamo infatti recati presso gli uffici italiani di Microsoft per assistere ad una presentazione che, dopo l'apertura della beta multiplayer lo scorso mese di maggio, si é concentrata sulle novità pensate per la campagna in singolo giocatore di "Halo: Reach". Come é noto ormai da tempo, questo capitolo farà da prequel alle avventure del Master Chief e sarà ambientato nel 2552 sul pianeta Reach, prima colonia umana ad essere attaccata dall'ostile alleanza aliena dei Covenant.
Dopo la gradita parentesi di "ODST", torneremo quindi ad indossare la pesante armatura degli Spartan e, per la prima volta nella serie, combatteremo al fianco di guerrieri ciberneticamente modificati come noi. É questa la prima grande novità introdotta in "Halo: Reach", una dimensione cooperativa che avrà un significativo effetto sul caratteristico gameplay della serie. La difesa del pianeta sarà infatti affidata al team Noble, una squadra composta da sei Spartan che, anche se tecnologicamente meno avanzati e potenti del Master Chief, tanto da dover ricorrere ai medipack, potranno contare su di una serie di talenti ed abilità che li caratterizzeranno fortemente. Affronteremo quindi ogni missione della campagna spalleggiati da un massimo di tre compagni di squadra, che aiuteranno molto più di quanto in passato potevano fare i soldati della U. N. S. C., ma non ci ruberanno la scena, sopratutto ai livelli di difficoltà più alti.
Chi ha avuto la fortuna di giocare la beta di "Halo: Reach" conosce bene le caratteristiche delle cinque classi di specializzazione introdotte nella modalità multiplayer. Ebbene, la suddivisione in classi é stata confermata anche in single player, ma con una differenza sostanziale. La scelta della specializzazione e relative abilità, infatti, non sarà più a discrezione del giocatore, ma sarà il gioco a proporre quella più adatta a seconda della missione e dei compagni di squadra coinvolti. Anche questi ultimi avranno la facoltà di attivare le abilità caratteristiche della classe, aspetto che ci spingerà a cercare il loro aiuto per sviluppare tattiche di attacco sempre più efficaci.
Durante la presentazione é stata mostrata parte della prima missione di "Halo: Reach", sessione di gioco che ci ha permesso di valutare i grandi passi in avanti fatti dal motore grafico negli ultimi due anni, ma ha anche rivelato qualche limite. Nonostante i ragazzi di Bungie sostengano di aver creato da zero gli strumenti con cui hanno poi sviluppato il gioco, i punti di contatto tra questo motore ed il precedente sono ancora moltissimi. L'universo di "Halo" manterrà le sue caratteristiche, il suo stile, la particolarissima palette che lo colora, ma é ora più grande, più dettagliato, più vivo se ci passate il termine.
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di assistere ad uno degli ultimi eventi che Bungie dedicherà all'universo di "Halo". Ci siamo infatti recati presso gli uffici italiani di Microsoft per assistere ad una presentazione che, dopo l'apertura della beta multiplayer lo scorso mese di maggio, si é concentrata sulle novità pensate per la campagna in singolo giocatore di "Halo: Reach". Come é noto ormai da tempo, questo capitolo farà da prequel alle avventure del Master Chief e sarà ambientato nel 2552 sul pianeta Reach, prima colonia umana ad essere attaccata dall'ostile alleanza aliena dei Covenant.
Dopo la gradita parentesi di "ODST", torneremo quindi ad indossare la pesante armatura degli Spartan e, per la prima volta nella serie, combatteremo al fianco di guerrieri ciberneticamente modificati come noi. É questa la prima grande novità introdotta in "Halo: Reach", una dimensione cooperativa che avrà un significativo effetto sul caratteristico gameplay della serie. La difesa del pianeta sarà infatti affidata al team Noble, una squadra composta da sei Spartan che, anche se tecnologicamente meno avanzati e potenti del Master Chief, tanto da dover ricorrere ai medipack, potranno contare su di una serie di talenti ed abilità che li caratterizzeranno fortemente. Affronteremo quindi ogni missione della campagna spalleggiati da un massimo di tre compagni di squadra, che aiuteranno molto più di quanto in passato potevano fare i soldati della U. N. S. C., ma non ci ruberanno la scena, sopratutto ai livelli di difficoltà più alti.
Chi ha avuto la fortuna di giocare la beta di "Halo: Reach" conosce bene le caratteristiche delle cinque classi di specializzazione introdotte nella modalità multiplayer. Ebbene, la suddivisione in classi é stata confermata anche in single player, ma con una differenza sostanziale. La scelta della specializzazione e relative abilità, infatti, non sarà più a discrezione del giocatore, ma sarà il gioco a proporre quella più adatta a seconda della missione e dei compagni di squadra coinvolti. Anche questi ultimi avranno la facoltà di attivare le abilità caratteristiche della classe, aspetto che ci spingerà a cercare il loro aiuto per sviluppare tattiche di attacco sempre più efficaci.
Durante la presentazione é stata mostrata parte della prima missione di "Halo: Reach", sessione di gioco che ci ha permesso di valutare i grandi passi in avanti fatti dal motore grafico negli ultimi due anni, ma ha anche rivelato qualche limite. Nonostante i ragazzi di Bungie sostengano di aver creato da zero gli strumenti con cui hanno poi sviluppato il gioco, i punti di contatto tra questo motore ed il precedente sono ancora moltissimi. L'universo di "Halo" manterrà le sue caratteristiche, il suo stile, la particolarissima palette che lo colora, ma é ora più grande, più dettagliato, più vivo se ci passate il termine.
Halo Reach
Halo Reach
Sei settimane. Mancano sei settimane al definitivo addio di Bungie all'universo di Halo, evento che la software house statunitense intende celebrare nel migiore dei modi, pubblicando un titolo di livello assoluto. "Halo: Reach" ha tutte le carte in regola per non sfigurare in una serie che non ha mai registrato battute d'arresto. Un crescendo che l'ha portata ad essere punto di riferimento nel suo genere e punto di riferimento per Microsoft. La nuova veste grafica, le nuove caratteristiche di gameplay e la solidità della modalità multiplayer sono pensati per reinventare ancora una volta una giocabilità praticamente perfetta. Non ci resta quindi che aspettare, andare in vacanza consapevoli che i ragazzi di Bungie lavoreranno per migliorare ulteriormente un'esperienza di gioco che si preannuncia memorabile.