Headhunter
La gestazione di Headhunter può collocarsi di diritto fra le più travagliate che la storia del videogioco ricordi. Nei circa tre anni di programmazione che il titolo prodotto da Sega ha richiesto ai debuttanti ragazzi scandinavi del team Amuze, le ormai famigliari "voci di corridoio" si sono rincorse a più riprese: interruzione del processo di sviluppo, rinvii a data da destinarsi, presunti abbandoni dell'hardware originale... quando le speranze cominciavano ormai a venir meno, Amuze é riuscita a concretizzare per Dreamcast un titolo che, pur con alcuni innegabili difetti, ha reso meno tristi gli ultimi giorni di una console sul viale del tramonto (rimandiamo alla recensione per ogni ulteriore dettaglio)
Preso atto della strategia multipiattaforma adottata dal nuovo corso di una Sega ormai solo sviluppatrice di software, Headhunter, grazie all'ottimo successo di critica riscontrato nella precedente incarnazione, non poteva che essere uno dei naturali candidati alla conversione su Playstation 2. Sony ringrazia e, non contenta, si accolla anche gli oneri (e gli onori) per la distribuzione del gioco nel vecchio continente
COL "PORTAORGANI" NELLA TASCA
Se uno dei punti di forza, per ogni avventura che si rispetti, é costituito dalla presenza di una trama intrigante e forte, Headhunter parte già con un significativo vantaggio rispetto alla concorrenza
Questa storia di crimine e polvere da sparo apre le danze in una California del ventunesimo secolo, ma cronologicamente situata a qualche decennio di distanza dai giorni nostri: un neonato governo di stampo totalitario ha ormai insinuato i suoi tentacoli in quasi ogni aspetto della vita quotidiana, tanto da sovvertire alcuni aspetti "classici" a sua immagine e somiglianza. Uno dei punti chiave della strategia governativa, infatti, é il benessere della popolazione attuabile attraverso il trapianto di qualsiasi tipo d'organo; come prevedibile, i costi si assestano su livelli notevoli e, a conti fatti, la parte ricca della società é l'unica a godere di tali benefici, in contrapposizione alla popolazione povera che, minacciata da vari tipi di organizzazioni criminali, deve rivolgersi al mercato nero
Preso atto della strategia multipiattaforma adottata dal nuovo corso di una Sega ormai solo sviluppatrice di software, Headhunter, grazie all'ottimo successo di critica riscontrato nella precedente incarnazione, non poteva che essere uno dei naturali candidati alla conversione su Playstation 2. Sony ringrazia e, non contenta, si accolla anche gli oneri (e gli onori) per la distribuzione del gioco nel vecchio continente
COL "PORTAORGANI" NELLA TASCA
Se uno dei punti di forza, per ogni avventura che si rispetti, é costituito dalla presenza di una trama intrigante e forte, Headhunter parte già con un significativo vantaggio rispetto alla concorrenza
Questa storia di crimine e polvere da sparo apre le danze in una California del ventunesimo secolo, ma cronologicamente situata a qualche decennio di distanza dai giorni nostri: un neonato governo di stampo totalitario ha ormai insinuato i suoi tentacoli in quasi ogni aspetto della vita quotidiana, tanto da sovvertire alcuni aspetti "classici" a sua immagine e somiglianza. Uno dei punti chiave della strategia governativa, infatti, é il benessere della popolazione attuabile attraverso il trapianto di qualsiasi tipo d'organo; come prevedibile, i costi si assestano su livelli notevoli e, a conti fatti, la parte ricca della società é l'unica a godere di tali benefici, in contrapposizione alla popolazione povera che, minacciata da vari tipi di organizzazioni criminali, deve rivolgersi al mercato nero