Headhunter

In un mondo in cui ogni essere umano ha un valore misurabile in organi (ormai diventati la nuova moneta corrente) Nasce così l'Anti Crime Network (ACN), il cui compito é quello di dare la caccia ai delinquenti, multandoli per i loro crimini o, in caso di impenitente povertà, espropriandoli dei loro organi
Andremo quindi ad impersonare Jake Wade, bounty hunter in servizio presso l'ACN... almeno sino al giorno in cui il presidente dell'organizzazione stessa, Christopher Stern, non viene ritrovato assassinato e lo stesso Wade viene recuperato privo di memoria e in pessime condizioni sul ciglio di una strada; al risveglio in ospedale Angela Stern, figlia del presidente assassinato, ci informa che la nostra licenza da headhunter é stata revocata e che l'unico modo per lasciare l'edificio é quello di aiutarla a trovare l'assassino del padre. Il patto é quanto mai forzato ma inevitabile... ed eccoci di nuovo in corsa, pronti a conseguire, previo il superamento di apposite prove di combattimento, una nuova licenza alla LEILA (Law Enforcement Intelligence and License Approval) e a seguire la pista lasciata da Grey Wolf, boss del clan mafioso Wolfpack e unico indizio fornitoci dalla bella Angela Stern

IL CACCIATORE DI TAGLIE
Headhunter si presenta quindi come un'avventura in terza persona dai forti connotati adrenalici, con numerosi punti di contatto con la saga di Metal Gear Solid, la cui somiglianza é evidente già dagli indicatori presenti a schermo: in alto a destra, infatti, é presente un pratico radar del quale voi costituite la pedina centrale... oltre a segnalare la presenza degli obiettivi chiave per il buon fine della missione, il segnalatore vi permettere anche di monitorare la presenza di eventuali nemici, oltre che controllare il loro campo visivo; in questo modo gestire una buona strategia d'attacco per non provocare troppo clamore si mostra impresa non impossibile: proprio come nella serie ideata da Hideo Kojima, infatti, l'assalto frontale verso il nemico risulta infruttuoso nel 90% dei casi... anche perché i criminali non mantengono passivamente le loro posizioni, ma passano allo stato di allerta o accorrono in modo subitaneo se la loro attenzione viene attratta da spari o altri rumori sospetti