Ico

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

Ecco una delle sorprese che questa primavera ci riserverà: ICO. Era da parecchio tempo che un videogioco non mi lasciava piacevolmente impressionato, se non per via dell'effettiva qualità, almeno dal punto di vista contenutistico. Ma andiamo con calma.
Ico è un ragazzino cornuto che, proprio per via delle due protuberanze che gli dipartono dalla scatola cranica, è stato cacciato dal suo villaggio e portato in un enorme castello su un'isola per essere sacrificato. Lasciato all'interno di una tomba, riesce a liberarsi e uscire da questa, per poi ritrovarsi solo nell'immane edificio. Poco dopo incontrerà una ragazza, Yorda: la ragazza non spiccica una parola ed è imprigionata in una gabbia. Come potrebbe il nostro giovane eroe non liberarla? Fatto ciò, finisce la storia: da adesso in poi la farete voi la storia. Condurrete Ico e Yorda via dall'immane fortezza, facendo in modo che il ragazzo protegga la fanciulla dalle strane creature che pare la vogliano portare con se in un oscuro dove: ma nessuno può toccare Yorda, non senza che Ico sia là a proteggerla.
Queste poche righe rivelano come la storia sia alquanto semplice e a tratti banale: immaginate di ritrovarvi da soli in un posto disabitato, e di incontrare una bella da salvare. Ora il vostro compitò sarà quello di fuggire via, cercando per quanto vi è possibile di agevolare il passaggio alla poco atletica ragazza, e di difenderla dalle oscure presenze. Ella infatti è debole, fragile, indifesa: senza di voi non avrebbe modo di farcela: ma voi siete lì, pronti a tutto per salvarla. Ed è questa l'idea di base concepita dai programmatori della Scea, l'interazione tra i due personaggi, l'intesa e tutte quelle situazioni che da essa possono scaturire. Yorda non riesce a comunicare con voi, voi non riuscite a comunicare con lei: l'intesa comunque rimane perfetta. Ella vi segue, si fida di voi e si sente protetta: in fondo non siete solo un ragazzino con le corna, siete qualcosa in più, siete Ico, il suo eroe.
Il gioco, per quel che ci è dato da vedere dalla release fornitaci, fonde vari generi e gli amalgama a dovere: troviamo infatti elementi di esplorazione, platform e puzzle game. Tre generi dove vi è sicuramente la predominanza dell'ultimo. In sostanza, controllerete Ico, e dovrete fare in modo che la ragazza, controllata dal computer, vi segua lungo il cammino. Per far ciò dovrete tenere Yorda vicina, e lasciarla solamente in quei punti a lei non accessibili per fare in modo di agevolarle il passaggio affinchè anche lei possa proseguire. In tutti gli altri frangenti di gioco, dovrete esplorare e continuare con lei lungo le locazioni. Ella potrà essere chiamata quando si trova in lontananza tramite la semplice pressione del tasto R1, e con lo stesso tasto potrete prenderla per mano quando si troverà vicina.

Già da qua potrete cominciare a scorgere la cura maniacale posta dai programmatori non solo per quelle che sono le animazioni, ma per tutta la cosmesi visiva. Ico prende Yorda, la strattona perché la ragazza è nettamente più lenta di lui: Ico, quasi a far tenerezza non conosce ovviamente i concetti del galateo, ma sa mostrare tanta di quella forza d'animo da far dimenticare i suoi modi rozzi. Tutto questo per dirvi che le animazioni sono curate in maniera maniacale, ma sono nulla al confronto di quello che potranno vedere i vostri occhi.
Innanzitutto il motore grafico: eccezionale. Pare che questo non dia incertezze e sia praticamente perfetto. Innanzitutto i luoghi dove avrà luogo la vicenda dal punto di vista architettonico sono sbalorditivi, oltre che eccellenti per via della qualità delle texture e dei poligoni da cui sono formati, proprio per la loro conformazione complessa che lascia stupefatti. Non pochi elementi di fondale, ma torri che spuntano da ogni dove, altissimi baratri di cui non è possibile scorgere il fondo ed un orizzonte lontanissimo che mostra oltre il mare le rive lontane della terraferma. Per renderci conto della magnificenza del lavoro svolto dai programmatori, basta recarsi in una locazione all'aperto e far ruotare la telecamera in modo da fare una panoramica dell'ambiente circostante: incredibile. Questa magnificenza comunque non è data solo dal mero punto di vista grafico, ma va ricercata anche nell'ambientazione come già detto ricreata perfettamente: lo stile è quello fantasy\medievale con tutti quegli elementi fiabeschi che elevano non più Ico al rango di un videogioco, ma a qualcosa di più, un esperienza. Sempre dal punto di vista grafico va notato che la cura non è stata solo riposta negli elementi del fondale, ma bensì è possibile notare la puntigliosità dei programmatori ovunque, partendo dagli alberi le cui foglie verranno mosse dal vento, fino ad arrivare alla nebbiolina fitta che aumenta esponenzialmente l'atmosfera del gioco.
Va detto anche che, per quello che ci è dato di vedere, i personaggi su schermo saranno quasi sempre due tranne quando la ragazza verrà attaccata da mostri. Anche per questo fattore, il non dover trattare una mole esagerata di poligoni in movimento, la cpu della PS2 fila che è una bellezza. Ovviamente i programmatori non potevano mica piazzarci il coro delle voci bianche della Filarmonica di Vienna giusto per mettere qualche personaggio in più su schermo!