James Bond: Quantum of Solace

di Gabriele Cazzulini
Bond in your home. Sembra una battuta tipicamente da mettere in bocca al recitante di turno. Vero o falso? Provare il prossimo 007. Almeno osservarne quattro spezzoni in video bastano per capire che 007 avrà pure i capelli bianchi, ma anche se incanutito, non smette mai di ricevere iniezioni di vitalità che lo rinnovano, rinvigoriscono, ringiovaniscono. Addirittura lo sdoppiano. Sì, perché adesso il videogame di James non é più la solita polpetta trita e ritrita con azione lineare, percorsi obbligati, alternative zero.



Questa volta si sente profumo di novità proprio nel cuore del gioco. L'azione frontale, a cervello spento, resta intatta. Ma non é più sola. L'azione può essere anche controllata dalla ragione, che suggerisce una tattica più silenziosa, meditata, ma altrettanto letale. sì, é quella parola magica che fa luccicare le pupille: stealth. L'effetto finale é lo stesso: nemici zero; ma lo sperpero di proiettili ed energie é notevolmente inferiore e, come insegna lo zio Sam (Fisher) c'é più gusto in una lama che brilla improvvisamente sotto alla gola che non nel fracasso di un proiettile che arriva in mezzo agli occhi. Chiusa la parentesi trucida. Se cresce l'intelligenza del giocatore, cresce anche quella artificiale, con gli avversari dotati di percezioni dei movimenti nell'ambiente molto più sensibili. E' facile fare lo stealth quando gli altri fanno i manichini.



Ancora più intensità con la gestione dei controlli delle svariate telecamere a circuito chiuso di cui James può impadronirsi per sfruttarle come fonti d'informazione. Una volta manomessa una telecamera, James ne assume il controllo e può utilizzarne la visione non appena si avvicina alla zona monitorata. E qui sono scattati gli applausi quando lo schermo si é sdoppiato per regalare una doppia visione di gioco basata su due diverse telecamere - e scoprire come James passava lentamente da uno schermo all'altro ritornando in un unico schermo. Piccole soluzioni che hanno il sapore dello stratagemma per proiettare nel futuro un marchio stampato nell'inconscio collettivo ma che ha fame di nuovi successi.