Jedi knight 2: Jedi Outcast
In primo luogo, la volontà di realizzare il titolo servendosi unicamente di un motore grafico proprietario comportò un deciso passo indietro rispetto ad altri titoli del genere che, dal punto di vista grafico, offrivano spunti senz'altro migliori; in secondo luogo, l'assenza di una tangibile sensazione di "fare male" al nemico, probabilmente scartata dallo stesso Lucas per evitare bufere e accuse dalle varie associazioni di genitori
THAT'S MY WAY
Tornando ai giorni nostri, Star Wars Jedi Knight II: Jedi Outcast sembra avere la capacità per cancellare gran parte dei "peccati originali" del predecessore, ma anche quella di insinuare nuovi dubbi che non mancheranno di far discutere prima e dopo la sua (prossima) uscita sul mercato. Cominciamo col rendere noto che, a quanto pare, le sopraccitate contaminazioni da Gioco di Ruolo verranno in parte abbandonate a favore di una più decisa integrità spirituale del protagonista: Kyle Katarn é giunto ormai a piena maturazione e la scelta di abbracciare il lato illuminato della Forza é ora più che mai scolpita in lui come se lo fosse nella roccia
Questo non sta certo a significare un impoverimento delle idee alla base del gioco: Katarn non é più in bilico con i suoi dubbi esistenziali, ma il suo cammino é comunque costellato da miglioramenti personali registrabili anche nel nuovo episodio; all'inizio del gioco, infatti, le abilità di combattimento del rispecchieranno anni di assoluto riposo e inattività che mostreranno, spada laser alla mano, schemi di attacco e difesa arrugginiti e poco efficaci..
Tuttavia, addentrandosi nei livelli, Kyle apprenderà nuove tattiche che lo porteranno ad affondare colpi veloci e repentini, anche se non eccezionalmente potenti, o pose da combattimento che gli permetteranno di portare colpi distruttivi a patto di restare scoperti agli attacchi nemici per qualche frazione di secondo in più. Dalla combinazione di queste tre pose d'attacco dipende la buona riuscita di molte situazioni, cosa che spronerà il giocatore a non ignorare approcci maggiormente tattici
THAT'S MY WAY
Tornando ai giorni nostri, Star Wars Jedi Knight II: Jedi Outcast sembra avere la capacità per cancellare gran parte dei "peccati originali" del predecessore, ma anche quella di insinuare nuovi dubbi che non mancheranno di far discutere prima e dopo la sua (prossima) uscita sul mercato. Cominciamo col rendere noto che, a quanto pare, le sopraccitate contaminazioni da Gioco di Ruolo verranno in parte abbandonate a favore di una più decisa integrità spirituale del protagonista: Kyle Katarn é giunto ormai a piena maturazione e la scelta di abbracciare il lato illuminato della Forza é ora più che mai scolpita in lui come se lo fosse nella roccia
Questo non sta certo a significare un impoverimento delle idee alla base del gioco: Katarn non é più in bilico con i suoi dubbi esistenziali, ma il suo cammino é comunque costellato da miglioramenti personali registrabili anche nel nuovo episodio; all'inizio del gioco, infatti, le abilità di combattimento del rispecchieranno anni di assoluto riposo e inattività che mostreranno, spada laser alla mano, schemi di attacco e difesa arrugginiti e poco efficaci..
Tuttavia, addentrandosi nei livelli, Kyle apprenderà nuove tattiche che lo porteranno ad affondare colpi veloci e repentini, anche se non eccezionalmente potenti, o pose da combattimento che gli permetteranno di portare colpi distruttivi a patto di restare scoperti agli attacchi nemici per qualche frazione di secondo in più. Dalla combinazione di queste tre pose d'attacco dipende la buona riuscita di molte situazioni, cosa che spronerà il giocatore a non ignorare approcci maggiormente tattici