Killzone 3
ANCORA HELGAN, ANCORA GUERRA
Avevamo lasciato il sergente “Sev” Sevchenko e il suo commilitone Rico sulla scalinata del palazzo del dittatore Scolar Visari, di malumore ma finalmente lieti di potersi prendere un attimo di riposo: all'interno della costruzione, tra le decine di Helgast abbattuti, due cadaveri in particolare attestavano la vittoria della battaglia, vale a dire il Colonnello Radec e Scolar Visari. Ma la guerra non é affatto finita, le truppe d'assalto ISA sono decimate dall'ordigno termonucleare esploso sulla capitale e gli Helgast, proporzionatamente ancora più numerosi, giocano pur sempre “in casa”.
Abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima una Demo dell'imminente Killzone 3, sequel dei due FPS sviluppati da Guerrilla che hanno riscosso grande successo su PS2 e PS3. La trama, come descritto, riparte da dove era stata interrotta, con le truppe ISA impegnate forse più a salvare la pelle che non a cercare di vincere una guerra di cui molti hanno perso il significato, un Vietnam fantascientifico dal quale cercare di liberarsi - vivi, possibilmente.
TRINCEE, PIOMBO, FIAMME E LASER
Il livello che abbiamo potuto provare in demo-preview inizia con una delle tematiche più presenti nella serie Killzone: la guerra di trincea. Nella prima parte dello scenario il conflitto é sui metri e sui centimetri, da una copertura all'altra, da un sacco di sabbia a una cassa di metallo a fragili barriere di lamiera, destinate a non durare troppo a lungo. Se si fa eccezione per la grafica “enhanced”, il primo impatto é di “niente di nuovo”, ma é un impatto che evapora dopo poche raffiche di piombo.
Ci troviamo ben presto, infatti, intenti a correre sotto il fuoco nemico, con granate e colpi di mortaio che esplodono intorno a noi ed Helgast armati di lanciafiamme piazzati nei punti chiave che trasformano in veri inferni gli inevitabili cul-de-sac. Anche qui forse niente di nuovo, ma siamo troppo impegnati a non ridurci come il nostro commilitone che osserviamo impotenti dimenarsi nelle fiamme per preoccuparci di una fugace sensazione di deja-vu.
Sensazione che viene comunque spazzata via nel momento in cui, dopo un concitato scambio di battute con un capitano forse troppo pavido, solleviamo lo sguardo e vediamo torreggiare su di noi un gigantesco “Ragno” meccanico a quattro zampe, equipaggiato con una potenza di fuoco pari a quella di una piccola nazione, tra cui un cannone a fasci energetici che occupa da solo gran parte del corpo centrale.
Ci diamo alla fuga più disperata, cercando riparo nei nostri bunker, correndo a perdifiato tra i cecchini nemici e scivolando (si, perché in Killzone 3 si può passare dalla corsa alla scivolata tramite il tasto del crouch) verso le temporanee protezioni. Una volta giunti al sicuro, c'é chi vorrebbe scappare, ma non avremo un'altra occasione per cercare di raggiungere l'Ascensore Orbitale - obiettivo originale della missione - e con esso la temporanea salvezza: trattenersi in questa regione di Helgan comporterebbe la fine del topo in trappola.
Preso con noi un manipolo di valorosi, ci rechiamo ai bunker-armeria e ci impossessiamo di lanciamissili a ricerca. L'azione é delicata: individuare le torrette e i mortai del bestione e abbatterli prima che loro facciano altrettanto non é semplice, specie quando i colpi nemici cominciano a far crollare soffitti, pareti ed altre coperture, oppure quando le dropship vomitano Helgast d'assalto in mezzo alle nostre posizioni. Fortunatamente la nostra arma dispone anche di una modalità di fuoco a breve raggio, e scarichiamo raffiche di missili contro i soldati dagli occhi rossi.
Il bestione, colpito ripetutamente, vacilla e cade. Vittoria? Macché! Si rialza, il bastardo, e manda all'aria le nostre truppe corazzate. É tempo di un'azione tanto eroica quanto stupida: strisciare tra le gambe del nemico, in mezzo alle difese dell'ascensore, tra il fuoco di sbarramento delle torrette Helgast, aprendoci la strada a colpi di fucile da cecchino e conquistando le posizioni prima che il nemico le recuperi - ancora una volta, il respawn di Killzone é virtualmente infinito, se non si avanza per tempo. Giunti nel punto più alto della base, veniamo intercettati da truppe nemiche di un tipo mai visto prima, armate con coltelli estraibili dagli avambracci e con armature fantascientifiche (quando Killzone incontra Assassin's Creed e Metal Gear Solid, contemporaneamente, si prospettano guai...).
Avevamo lasciato il sergente “Sev” Sevchenko e il suo commilitone Rico sulla scalinata del palazzo del dittatore Scolar Visari, di malumore ma finalmente lieti di potersi prendere un attimo di riposo: all'interno della costruzione, tra le decine di Helgast abbattuti, due cadaveri in particolare attestavano la vittoria della battaglia, vale a dire il Colonnello Radec e Scolar Visari. Ma la guerra non é affatto finita, le truppe d'assalto ISA sono decimate dall'ordigno termonucleare esploso sulla capitale e gli Helgast, proporzionatamente ancora più numerosi, giocano pur sempre “in casa”.
Abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima una Demo dell'imminente Killzone 3, sequel dei due FPS sviluppati da Guerrilla che hanno riscosso grande successo su PS2 e PS3. La trama, come descritto, riparte da dove era stata interrotta, con le truppe ISA impegnate forse più a salvare la pelle che non a cercare di vincere una guerra di cui molti hanno perso il significato, un Vietnam fantascientifico dal quale cercare di liberarsi - vivi, possibilmente.
TRINCEE, PIOMBO, FIAMME E LASER
Il livello che abbiamo potuto provare in demo-preview inizia con una delle tematiche più presenti nella serie Killzone: la guerra di trincea. Nella prima parte dello scenario il conflitto é sui metri e sui centimetri, da una copertura all'altra, da un sacco di sabbia a una cassa di metallo a fragili barriere di lamiera, destinate a non durare troppo a lungo. Se si fa eccezione per la grafica “enhanced”, il primo impatto é di “niente di nuovo”, ma é un impatto che evapora dopo poche raffiche di piombo.
Ci troviamo ben presto, infatti, intenti a correre sotto il fuoco nemico, con granate e colpi di mortaio che esplodono intorno a noi ed Helgast armati di lanciafiamme piazzati nei punti chiave che trasformano in veri inferni gli inevitabili cul-de-sac. Anche qui forse niente di nuovo, ma siamo troppo impegnati a non ridurci come il nostro commilitone che osserviamo impotenti dimenarsi nelle fiamme per preoccuparci di una fugace sensazione di deja-vu.
Sensazione che viene comunque spazzata via nel momento in cui, dopo un concitato scambio di battute con un capitano forse troppo pavido, solleviamo lo sguardo e vediamo torreggiare su di noi un gigantesco “Ragno” meccanico a quattro zampe, equipaggiato con una potenza di fuoco pari a quella di una piccola nazione, tra cui un cannone a fasci energetici che occupa da solo gran parte del corpo centrale.
Ci diamo alla fuga più disperata, cercando riparo nei nostri bunker, correndo a perdifiato tra i cecchini nemici e scivolando (si, perché in Killzone 3 si può passare dalla corsa alla scivolata tramite il tasto del crouch) verso le temporanee protezioni. Una volta giunti al sicuro, c'é chi vorrebbe scappare, ma non avremo un'altra occasione per cercare di raggiungere l'Ascensore Orbitale - obiettivo originale della missione - e con esso la temporanea salvezza: trattenersi in questa regione di Helgan comporterebbe la fine del topo in trappola.
Preso con noi un manipolo di valorosi, ci rechiamo ai bunker-armeria e ci impossessiamo di lanciamissili a ricerca. L'azione é delicata: individuare le torrette e i mortai del bestione e abbatterli prima che loro facciano altrettanto non é semplice, specie quando i colpi nemici cominciano a far crollare soffitti, pareti ed altre coperture, oppure quando le dropship vomitano Helgast d'assalto in mezzo alle nostre posizioni. Fortunatamente la nostra arma dispone anche di una modalità di fuoco a breve raggio, e scarichiamo raffiche di missili contro i soldati dagli occhi rossi.
Il bestione, colpito ripetutamente, vacilla e cade. Vittoria? Macché! Si rialza, il bastardo, e manda all'aria le nostre truppe corazzate. É tempo di un'azione tanto eroica quanto stupida: strisciare tra le gambe del nemico, in mezzo alle difese dell'ascensore, tra il fuoco di sbarramento delle torrette Helgast, aprendoci la strada a colpi di fucile da cecchino e conquistando le posizioni prima che il nemico le recuperi - ancora una volta, il respawn di Killzone é virtualmente infinito, se non si avanza per tempo. Giunti nel punto più alto della base, veniamo intercettati da truppe nemiche di un tipo mai visto prima, armate con coltelli estraibili dagli avambracci e con armature fantascientifiche (quando Killzone incontra Assassin's Creed e Metal Gear Solid, contemporaneamente, si prospettano guai...).
Killzone 3
Killzone 3
Rigettarsi nella guerra di trincea di Helgan per poi trovarsi correre sotto il fuoco nemico, fronteggiare titani meccanici, scontrarsi in corpo a corpo, fino alle battaglie volanti... questo é Killzone3, anche solo nella Demo-preview. Guerrilla sembra voler fare sul serio, mantenendo già da ora le promesse di varietà, e condendo il tutto con un impatto notevolmente cinematografico. Questa breve occhiata al gioco ci ha solo convinto dell'onestà degli intenti, e ci fa guardare ancora più speranzosi la data del 23 Febbraio.