Killzone Mercenary
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A circa un mese dall'uscita nei negozi ci é stato permesso di mettere le mani sull'attesissimo Killzone: Mercenary, spin-off della famosa saga bellica Guerrilla atteso per metà Settembre su PSVita. Per chi si fosse perso gli ultimi annunci, Mercenary é l'ennesimo tentativo di Sony - dopo Little Big Planet e Uncharted - di spingere ulteriormente la sua giovane portatile verso il grande pubblico. In verità, nel corso dell'ultimo anno, Mercenary é passato tutt'altro che silenziosamente sotto gli attentissimi riflettori dei fan e - volente o nolente - aveva già elargito un po' tutte le sorprese a sua disposizione. Con un bel po' di anticipo siamo già venuti a conoscenza di come avrebbe abbracciato un sistema a missioni più lapidarie rispetto alla linearità dei corrispettivi casalinghi, che avrebbe avuto un qualche sistema monetario capace di farci potenziare l'equipaggiamento in nostro possesso e che - dulcis in fundo - saremmo potuti balzare tra le file Helghast e ISA senza alcuna restrizione morale. La vera differenza dalla scorsa anteprima é che, pochissimi giorni fa, ci é stata data la possibilità di provare in prima persona il prodotto in questione. Nonostante la pochezza contenutistica del codice Preview, premettiamo, c'é davvero tanta carne al fuoco. E di prima qualità.
Come vi abbiamo anticipato, Mercenary (sviluppato presso gli studi londinesi di Guerrilla e non dagli olandesi veri e propri) si discosta un po' dalla formula già collaudata della trilogia principale, pur senza perdere tutti quegli elementi che l'hanno resa famosa e, per molti versi, unica nel suo genere. Mettiamo le mani avanti: tutti coloro che avessero il terrore di un downgrade durante il passaggio sul piccolo schermo, potrà tirare un sospiro di sollievo. Pesantezza del personaggio, atmosfera opprimente, sparatorie fisiche e realistiche... tutto é ancora lì, intatto, come se non ci fosse mai stato alcun cambio di piattaforma. Ed é fantastico, se ci concedete l'entusiasmo di "bassa lega". Fantastico perché, proprio come ci era stato promesso, Mercenary sembra in tutto e per tutto un titolo principale della saga, sia tecnicamente che come feeling dei comandi. Forse ancora migliore, visto come la svolta ruolistica ha aggiunto un orizzonte inedito di profondità al mix generale.
Il titolo ci mette nei panni di Arran Danner, un mercenario senza scrupoli che - nell'eterna lotta tra bene e male - non ha alcuna collocazione precisa. Solo una cosa é certa: combatte per il miglior offerente, costringendoci a saltare di continuo da una fazione all'altra e a schierarci con coloro che in passato erano i nostri nemici e viceversa. Purtroppo, nella nostra demo, era disponibile una sola missione (nei panni di ISA). Nei cieli sovrastanti una base volante Helghast, Danner cavalca un Incursore alleato fino al punto di lancio predefinito, lanciandosi subito dopo (tra esplosioni spettacolari e panorami da mozzare il fiato) e atterrando su una funivia diretta proprio verso l'obiettivo. Pochi secondi d'attesa e siamo dentro. Subito, tramite gli ordini del nostro comandante, apprendiamo di essere solo una pedina collaterale nella guerra che si sta combattendo nella capitale nemica, ma non per questo il compito andrà preso sottogamba. Chi mastica un po' di Killzone capirà al volo come Mercenary sia ambientato tra gli eventi finali del secondo capitolo e quelli del terzo, quando il centro del potere Helghast non era ancora stato bombardato con un'atomica.
Una volta nel pieno controllo di Danner, subito notiamo come il gameplay generale abbia acquisito una dose di profondità tattica assolutamente da non sottovalutare. La natura aperta del level-design concede al giocatore un approccio totalmente libero a quasi ogni situazione, permettendogli di agire con discrezione una volta studiati i percorsi nemici e la posizione delle varie telecamere di sicurezza, oppure di lanciarsi in avanti con metodi più ortodossi, armi spianate e proiettili al vento. Grazie al radar in basso allo schermo (altra novità, tra l'altro) possiamo tenere d'occhio la situazione attorno a noi, compreso lo stato d'allerta dei nemici nei nostri confronti, la posizione dei numerosi distributori di armi e - ovviamente - la direzione dell'obiettivo principale. La vastità delle arene regala fin da subito varie possibilità, come il poter aggirare un edificio principale arrampicandosi al suo esterno, trovare la posizione migliore da cui liberarsi degli antagonisti in zona e così via.
Giocando al meglio guadagneremo monete che non solo fungeranno da Punti Esperienza per la progressione nei vari gradi militari, ma anche come vero e proprio mezzo di scambio per equipaggiamenti migliori e add-on per le nostre armi. Parliamo quindi di un sistema che premia le uccisioni pulite, i colpi di precisione o semplicemente il ritrovamento dei numerosi segreti sparsi nei livelli. Sebbene lo stile delle missioni sappia di già visto (premere un pulsante, innescare una bomba, proteggere un punto preciso della mappa), un gameplay aperto ad ogni tipo di tattica rende il tutto mutevole e altamente rigiocabile. Medaglie sbloccabili e armamentario acquistabile aggiungeranno sicuramente, a gioco finito, un ulteriore fattore di interesse per chi da un prodotto cerca per prima cosa la longevità. Una volta finita la missione, si sbloccheranno nuove opzioni per chi vuole davvero mettersi alla prova: ad esempio, riprovare l'incarico appena completato senza mai far scattare un allarme. Anche qui purtroppo non possiamo dire molto, visto che la nostra versione aveva solo la modalità Standard. Il gioco offrirà, oltre alle classifiche online, anche una modalità multiplayer per un massimo di otto giocatori.
Abbiamo lasciato per ultimo il discorso tecnico perché, detto tra noi, é forse l'aspetto che più ci ha colpito. Sembra quasi assurdo da dire, ma l'impatto visivo non é poi così diverso da quello di Killzone 2, che ancora oggi difende a denti stretti il trono della miglior grafica su console. Citiamo Killzone 2 perché Mercenary, per la felicità dei fan di vecchia data, sembra andare incontro proprio alla medesima palette di colori grigiastra e monocromatica che tanto ha contraddistinto gli albori della saga. Anche l'Intelligenza Artificiale, tutto sommato, é accettabile. I nemici, pur avendo sporadicamente qualche mania suicida, riescono a muoversi egregiamente sul campo di battaglia, cercando spesso un modo efficace per aggirarci o sfruttando tutte le coperture a loro disposizione (spesso sparando anche alla cieca, quando non hanno intenzione di esporsi troppo). La pulizia grafica é impressionante, così come gli effetti particellari. Certo, in questi ultimi casi niente é alla pari di quanto visto su PS3, ma non vogliamo essere inutilmente puntigliosi, soprattutto con un software non ancora completo.
Come vi abbiamo anticipato, Mercenary (sviluppato presso gli studi londinesi di Guerrilla e non dagli olandesi veri e propri) si discosta un po' dalla formula già collaudata della trilogia principale, pur senza perdere tutti quegli elementi che l'hanno resa famosa e, per molti versi, unica nel suo genere. Mettiamo le mani avanti: tutti coloro che avessero il terrore di un downgrade durante il passaggio sul piccolo schermo, potrà tirare un sospiro di sollievo. Pesantezza del personaggio, atmosfera opprimente, sparatorie fisiche e realistiche... tutto é ancora lì, intatto, come se non ci fosse mai stato alcun cambio di piattaforma. Ed é fantastico, se ci concedete l'entusiasmo di "bassa lega". Fantastico perché, proprio come ci era stato promesso, Mercenary sembra in tutto e per tutto un titolo principale della saga, sia tecnicamente che come feeling dei comandi. Forse ancora migliore, visto come la svolta ruolistica ha aggiunto un orizzonte inedito di profondità al mix generale.
Il titolo ci mette nei panni di Arran Danner, un mercenario senza scrupoli che - nell'eterna lotta tra bene e male - non ha alcuna collocazione precisa. Solo una cosa é certa: combatte per il miglior offerente, costringendoci a saltare di continuo da una fazione all'altra e a schierarci con coloro che in passato erano i nostri nemici e viceversa. Purtroppo, nella nostra demo, era disponibile una sola missione (nei panni di ISA). Nei cieli sovrastanti una base volante Helghast, Danner cavalca un Incursore alleato fino al punto di lancio predefinito, lanciandosi subito dopo (tra esplosioni spettacolari e panorami da mozzare il fiato) e atterrando su una funivia diretta proprio verso l'obiettivo. Pochi secondi d'attesa e siamo dentro. Subito, tramite gli ordini del nostro comandante, apprendiamo di essere solo una pedina collaterale nella guerra che si sta combattendo nella capitale nemica, ma non per questo il compito andrà preso sottogamba. Chi mastica un po' di Killzone capirà al volo come Mercenary sia ambientato tra gli eventi finali del secondo capitolo e quelli del terzo, quando il centro del potere Helghast non era ancora stato bombardato con un'atomica.
Una volta nel pieno controllo di Danner, subito notiamo come il gameplay generale abbia acquisito una dose di profondità tattica assolutamente da non sottovalutare. La natura aperta del level-design concede al giocatore un approccio totalmente libero a quasi ogni situazione, permettendogli di agire con discrezione una volta studiati i percorsi nemici e la posizione delle varie telecamere di sicurezza, oppure di lanciarsi in avanti con metodi più ortodossi, armi spianate e proiettili al vento. Grazie al radar in basso allo schermo (altra novità, tra l'altro) possiamo tenere d'occhio la situazione attorno a noi, compreso lo stato d'allerta dei nemici nei nostri confronti, la posizione dei numerosi distributori di armi e - ovviamente - la direzione dell'obiettivo principale. La vastità delle arene regala fin da subito varie possibilità, come il poter aggirare un edificio principale arrampicandosi al suo esterno, trovare la posizione migliore da cui liberarsi degli antagonisti in zona e così via.
Giocando al meglio guadagneremo monete che non solo fungeranno da Punti Esperienza per la progressione nei vari gradi militari, ma anche come vero e proprio mezzo di scambio per equipaggiamenti migliori e add-on per le nostre armi. Parliamo quindi di un sistema che premia le uccisioni pulite, i colpi di precisione o semplicemente il ritrovamento dei numerosi segreti sparsi nei livelli. Sebbene lo stile delle missioni sappia di già visto (premere un pulsante, innescare una bomba, proteggere un punto preciso della mappa), un gameplay aperto ad ogni tipo di tattica rende il tutto mutevole e altamente rigiocabile. Medaglie sbloccabili e armamentario acquistabile aggiungeranno sicuramente, a gioco finito, un ulteriore fattore di interesse per chi da un prodotto cerca per prima cosa la longevità. Una volta finita la missione, si sbloccheranno nuove opzioni per chi vuole davvero mettersi alla prova: ad esempio, riprovare l'incarico appena completato senza mai far scattare un allarme. Anche qui purtroppo non possiamo dire molto, visto che la nostra versione aveva solo la modalità Standard. Il gioco offrirà, oltre alle classifiche online, anche una modalità multiplayer per un massimo di otto giocatori.
Abbiamo lasciato per ultimo il discorso tecnico perché, detto tra noi, é forse l'aspetto che più ci ha colpito. Sembra quasi assurdo da dire, ma l'impatto visivo non é poi così diverso da quello di Killzone 2, che ancora oggi difende a denti stretti il trono della miglior grafica su console. Citiamo Killzone 2 perché Mercenary, per la felicità dei fan di vecchia data, sembra andare incontro proprio alla medesima palette di colori grigiastra e monocromatica che tanto ha contraddistinto gli albori della saga. Anche l'Intelligenza Artificiale, tutto sommato, é accettabile. I nemici, pur avendo sporadicamente qualche mania suicida, riescono a muoversi egregiamente sul campo di battaglia, cercando spesso un modo efficace per aggirarci o sfruttando tutte le coperture a loro disposizione (spesso sparando anche alla cieca, quando non hanno intenzione di esporsi troppo). La pulizia grafica é impressionante, così come gli effetti particellari. Certo, in questi ultimi casi niente é alla pari di quanto visto su PS3, ma non vogliamo essere inutilmente puntigliosi, soprattutto con un software non ancora completo.