King Kong

di Andrea Casetti
Di recente abbiamo assistito a un fenomeno ricorrente, che vede associata al matrimonio tra il cinema e il mondo videoludico la produzione di videogiochi poco interessanti: gran parte dei "figli" di tale unione è, infatti, caratterizzata da una buona realizzazione tecnica, una trama che ricalca quella del film e, purtroppo, ben poco di innovativo dal punto di vista del gameplay. Con le dovute eccezioni, quindi, la sensazione è che quel tipo di rito nuziale sia confezionato ad arte per sfruttare il successo del lungometraggio e per compensare la carenza di idee (sia dal punto di vista della trama, sia da quello del gameplay) che caratterizza i tempi moderni. Come detto, tuttavia, non va dimenticato che ci sono anche delle eccezioni, e Peter Jackson's King Kong sembra avere tutte le carte in regola per diventare una di esse.


Integrazione
Per chi non lo sapesse, Peter Jackson non è il protagonista del gioco in questione, bensì è un famoso regista ("Il Signore degli Anelli" vi ricorda qualcosa?), il quale si appresta a condurre il remake di uno dei grandi classici del cinema, quel King Kong che fece la sua prima comparsa nelle sale cinematografiche nel 1933, e che narrava la storia d'amore tra un gigantesco primate (Kong, appunto) e un'attrice.
Jackson, oltre a curare la versione cinematografica, ha anche avuto un ruolo importante nell'ideare il gioco, affiancando un noto game designer, Michel Ancel, il quale annovera tra le sue opere titoli del calibro di Rayman e Beyond Good & Evil. Ed è probabilmente in questa integrazione tra due mondi non troppo distinti, ma comunque differenti, che probabilmente risiede il segreto del gioco, capace davvero di impressionare favorevolmente sin dalle prime battute.

Impotenza
La versione preview pervenutaci consiste in soli due livelli, ma in esso c'è tutta l'essenza del prodotto.
Si comincia vestendo i panni di Jack Driscoll, in quello che è uno sparatutto in prima persona ambientato in una Skull Island che ricorda molto l'atmosfera vista in Jurassic Park. Pochi passi e si percepisce la drammaticità della situazione, in quanto voi e il vostro team di spedizione diventerete immediatamente preda di un T-Rex che sembra non aver pranzato dal Natale precedente. Il vostro compito è quello di coprire le spalle ai vostri compagni durante una fuga disperata, utilizzando l'unico mitragliatore a disposizione (con soli due caricatori). Tuttavia non è il caso di farsi illusioni: trovandosi di fronte il mostro con le fauci spalancate, mentre voi gli sparate nella laringe, sarà evidente l'assoluta impotenza dei vostri mezzi di fronte a tale orribile creatura. L'unica possibilità di salvezza, quindi, consisterà nel correre laddove non potrete essere seguiti.


Doppio gioco
Una volta assicurato un minimo di futuro a Jack e i suoi compagni, il gameplay cambia radicalmente: ora vi toccherà impersonare King Kong, con la visuale che passa dalla soggettiva alla terza persona. È in queste circostanze che dovrete affrontare i T-Rex in una sorta di picchiaduro, a suon di pugni, prese e mosse finali (come quella che frantuma la mascella al lucertolone, oppure un'altra che gli spezza la schiena). Non mancano le fasi in cui dovrete affrontare due creature contemporaneamente (dovendo inoltre difendere la vostra bella dai morsi loro morsi) così come non mancano, tra un round e l'altro, fasi in chiaro stile platform (alla Prince of Persia per intenderci) in cui vi toccherà saltare da uno spiazzo all'altro ricorrendo alle abilità del vostro primate, nonché aprirvi la strada sfruttando la sua immensa forza.

Formattato
In questa seconda fase si apprezza particolarmente il motore grafico, quel Jade Engine che debuttò con Beyond Good & Evil, si evolse con i vari Prince of Persia ed è giunto in questa ennesima riproposizione. Esso è capace di rendere l'impatto grafico davvero convincente, con tanto di effetti luminosi, particellari e speciali (particolarmente ben fatta è la distorsione visiva che si nota quando un T-Rex ruggisce, così come l'effetto di annebbiamento della vista dopo essere stati azzannati) capaci di immedesimare perfettamente il giocatore nell'atmosfera. Quest'ultima merita un discorso particolare: al fine di rendere l'impatto visivo del gioco tale e quale a quello del film, infatti, sono stati impiegati vari trucchi che, nel loro insieme, centrano ottimamente l'obiettivo. L'aspetto dello schermo in primis: il classico formato 16:9 compensa la visuale ridotta con la sensazione di trovarsi di fronte a una produzione cinematografica.

Interessante
Il secondo trucco, probabilmente quello più riuscito, è lo sfratto dallo schermo di qualsiasi interfaccia grafica: non avrete modo, in sostanza, di leggere da nessuna parte lo stato di salute del vostro personaggio (tanto meno quello dei T-Rex), né il numero di proiettili a vostra disposizione, né potrete usufruire del classico mirino per sapere dove state sparando.
Se a tutto ciò si aggiunge un'AI non lineare che (a detta degli sviluppatori) porterà i nemici ad attaccare i componenti più deboli del gruppo, una buona interagibilità con i fondali (si potranno raccogliere i paletti e utilizzarli come lance, appiccare il fuoco alle sterpaglie...) e il fatto che il gioco approfondirà alcune tematiche che nel lungometraggio non potranno trovare spazio, si capisce come questo Peter Jackson's King Kong sia in grado di suscitare un notevole interesse.