Kingdom Hearts 2

di Antonio Norfo
Sebbene ancora orfano d'una data specifica d'uscita, Kingdom Hearts II non può certamente mancare fra le liste dei desideri degli appassionati dell'action rpg. Viste peraltro le effigi di cui si vanta, il successo già raggiunto con il precedente capitolo (con tanto di cinque milioni di copie vendute) si prospetta confermato. Valutare tuttavia la collaborazione fra Square-Enix e Disney con argomentazioni prettamente di mercato sarebbe non solo riduttivo ma fondamentalmente sbagliato. La creatura di Nomura (tanto apprezzato quanto detestato character design e qui anche director) si è contraddistinta infatti tanto per attenzione nella narrazione, quanto per segreti dispensati (per citare due fra gli aspetti più esemplari). Il principale difetto strutturale risiedeva invero nel sistema di inquadrature alquanto traballante, un di meno che tuttavia, per gli occhi ben disposti, non dovrebbe aver precluso l'apprezzamento dell'esperienza finale.


Chain of Memories per Game Boy Advance (quasi pronta la nostra recensione) si colloca sulla linea del racconto generale come un punto di contatto fra primo ed imminente secondo capitolo e quest'ultimo avrà inizio ad un anno dalle vicissitudini narrate nell'esponente apparso su portatile Nintendo. Alla ricerca di amici perduti, Sora (accompagnato assiduamente da Pippo e Paperino) si ritrova così in quel di "Twilith Town", un borgo abitato che nella conferma del nome che porta si ritrova costantemente a metà strada fra le luci diurne e quelle notturne. L'aspetto tramontale dona visivamente un tocco di indubbio lirismo, e la qualità delle locazioni finora intraviste (al pari della loro estensione) non sembra emulare il predecessore: di fatto, pare che lo possa superare agevolmente. Quanto a longevità e volume della trama, Tetsuya Nomura rassicura: saranno senz'altro raddoppiati rispetto a quanto proposto dall'antecessore e, così confermava giorni fa in un intervista rilasciata presso la rivista nipponica Dorimaga, momentaneamente il suo team non si sta che dedicando agli ultimi ritocchi di rito (pur confermando che i vertici di Square-Enix abbiano promesso precedentemente un periodo d'uscita risultato poi utopico).

Doppiaggio e scenario (quest'ultimo curato da Kazushige Nojima) sono parimenti entrati nella fase finale, ad ulteriore dimostrazione che il giorno in cui recarsi dal negoziante di fiducia non dovrebbe tardare poi troppo (salvo complicazioni in sede di localizzazione per l'occidente ed in particolar modo per la versione italiana). Parlando di meccaniche, radicalmente non dovrebbe cambiare nulla, almeno per quanto concerne il fattore esplorazione e le offerte basilari del battle system (curato, lo ricordiamo, da Yuichi Kanemori).
Il sistema di combattimento se limato nella problematica testé citata (ossia la telecamera virtuale) dovrebbe perfezionarsi e dimostrarsi nuovamente accessibile a svariate fasce d'età. Nette invece le migliorie alle sessioni a bordo della Gummi Ship, invero alquanto abbozzate nel 2002.

Gli innesti riguardano in secondo luogo sia il cast di personaggi, sia le ambientazioni ispirate ai classici Disney e rappresentanti quei mondi da visitare e, come Chain of Memories insegna, da ricordare. Sicura la presenza di Jack Sparrow (il bizzarro pirata interpretato da Johnny Depp in "La Maledizione della Prima Luna"), il quale rappresenta se non altro l'abbattimento d'una barriera concettuale. Esso sarà infatti il primo protagonista della saga a non essere annoverabili ad anime o videogiochi. Non che si possa parlare, peraltro fortunatamente, di cambio di rotta: semplicemente è un allargamento di confini. Mulan e le sue terre saranno d'altra parte alcune delle novità, al pari di figure sicuramente amate dagli appassionati di Final Fantasy (probabilmente citarne il nome rovinerebbe, a quanti ne sono a sconoscenza, la sorpresa: nel dubbio ci asteniamo dal farlo).