L.A. Rush

di Francesco Romagnoli
Il principio di clonazione è in continua espansione: prima Need For Speed Underground attinge a piene mani dal DNA di Grand Theft Auto per ammodernare il suo gameplay, seguito a sua volta da Midnight Club. Poi Gran Turismo e Forza Motorsport decidono di clonare il sistema di tuning nel proprio carnet di opzioni. Ora è la volta di Midway che, visto il successo di Burnout 3, ha deciso di inserire dosi massicce di incidenti e distruzioni spettacolari ad alto tasso di adrenalina. Oggigiorno il mercato va così: se non c'è strage, disintegrazione e disastro, le pupille non si emozionano.


Panem et incidentes
La formula di questo LA Rush insomma è presto svelata: si tratta di scorrazzare liberamente per le strade di cinque ampi quartieri di Los Angeles, alla ricerca di corse clandestine a cui partecipare e di officine pronte a trasformare il nostro catorcio in un bolide da esposizione.
A far da contorno a questo gameplay ormai inflazionato c'è una storia con una trama ed una caratterizzazione leggermente più originale del solito, narrata da sequenze animate di qualità discreta ed accompagnate da una colonna sonora niente male, ovviamente sempre che vi piaccia il genere underground americano. Il giocatore è chiamato a impersonare un asso delle gare clandestine al quale viene completamente ripulita la bella villa con garage annesso, compresa quindi la notevole collezione di bolidi super-taroccati. Per riprendere possesso delle sue amate quattro ruote sarà costretto a ripartire da zero, scendere in strada con la prima carretta con la quale aveva cominciato il tutto, iscriversi alle gare indette dal nuovo personaggio emergente (che per inciso è colui che gli ha tirato il brutto tiro) e vincerle, per guadagnare il classico gruzzolo che serve a modificare inverosimilmente tutti i tipi di auto: dalle muscolose americane, ai suv esagerati, fino alle immancabili sportive giapponesi.
Il protagonista incapperà inoltre in missioni leggermente diverse, per spezzare un po' la monotonia, in cui bisognerà render pan per focaccia all'acerrimo rivale, per riappropriarvi con la forza dei modelli che vi erano stati sottratti. La forza naturalmente la useranno anche gli scagnozzi del cattivo di turno, i quali cercheranno di fermare la vostra corsa di ritorno a casa con i mezzi pesanti (leggasi veicoli di grosso calibro decisi a rottamarvi piuttosto che farvi arrivare a destinazione). Più danni riusciranno ad infliggervi, più sarà salato il conto che vi spedirà a casa il carrozziere, sempre che riusciate a tornarci...

Le strade di Los Angeles saranno occupate, oltre che dai rivali, da un traffico sostenuto ma anche da un buon dispiegamento di forze dell'ordine. Queste si accaniranno su di voi in caso commettiate incidenti di una certa gravità, magari proprio dinnanzi ai loro occhi; in questo caso l'indicatore di "antipatia" che la polizia avrà nei vostri confronti sarà rappresentato da stelline, proprio come nella famosa saga di casa Rockstar. Gli uomini in blu non interverranno però per altri tipi di infrazioni quali passare con il rosso, sfrecciare a 200 miglia orarie in pieno centro o falciare il giardino dei vicini, se non i vicini stessi, anche perché, per quanto visto sino a questo momento, il motore fisico non prevede l'interazione tangibile tra vetture e pedoni. Al contrario l'interazione e lo scontro materiale tra i vari tipi di mezzi c'è eccome, e si fa sentire.


Dilaniare la lamiera delle vetture è uno scherzo, basta toccarsi relativamente piano, ma è quando la velocità si fa alta che la modalità "Burnout" entra in scena. Quando gli impatti avvengono ad un elevato numero di miglia orarie l'inquadratura si "stacca", proprio come il titolo EA, per riprendere il "fragoroso" evento con una visuale esterna in slow motion altamente spettacolare, vista la capacità dei mezzi di disintegrarsi in mille parti in maniera abbastanza credibile.
Naturalmente, considerando natura arcade del titolo, dopo pochi secondi sarete pronti a ripartire a tutto gas, con il vostro bolide che sembra appena uscito dalla catena di montaggio.
A quanto pare quindi, l'alta definizione degli incidenti e della frantumabilità delle autovetture ha un contenuto puramente estetico.

Raccolta differenziata di ostacoli
A sottolineare l'elevata caratura "arcade" di questo titolo è anche il modello fisico e di guida della vettura, decisamente semplicistico ed immediato, anche se permette qualche derapata di stile nonostante il peso insignificante della macchina. A parte il traffico, il resto delle infrastrutture presenti nei dintorni, quali lampioni, segnali stradali (persino la classica scritta "Hollywood") e via dicendo, sarà facilmente abbattibile (di nuovo la mente torna a GTA). Per scansare gli alberi sembra addirittura ci sia un "aiuto di entità divina": sarà difficile riuscire a centrarne uno anche impegnandosi. Il tutto all'insegna delle corse sfrenate, alla ricerca delle più improbabili scorciatoie (come ad esempio passare all'interno di palazzi e sfondarne le vetrine) per raggiungere per primi l'ultimo check-point.
Nel complesso però non si rimane particolarmente estasiati dalla formula di gioco che offre questo LA Rush: un po' per il gameplay visto e rivisto, un po' per la monotonia intrinseca, un po' perché, almeno al momento, sembra mancare la cura che la concorrenza pone in certi particolari. Per quanto abbiamo potuto vedere fino ad ora, le auto non possono essere "personalizzate" direttamente dal giocatore, ma escono dall'officina già pompate a dovere. Vedremo se questo aspetto verrà rivisto una volta che il gioco sarà pronto per la disposizione sugli scaffali. Anche il numero dei mezzi per ora appare alquanto limitato, ma anche questa feature potrebbe essere in corso di aggiornamento.
Un qualche miglioramento dovrebbe essere apportato anche all'intelligenza artificiale, oltre che degli avversari, soprattutto della polizia che, in fase di inseguimento, è possibile seminare con fin troppa facilità.

Per quanto mostrato sino ad ora questo LA Rush non presenta un divertimento al passo con i tempi. Tenta di mescolare le carte pescando dal gameplay degli ultimi NFSU, aggiungendo qualche scena ad alto tasso spettacolare alla Burnout (puramente fine a sé stessa) e offrendo una Los Angeles piena di traffico. Nella quale scorazzare in lungo e in largo alla scoperta di nuove scorciatoie utili per le gare. La qualità generale per ora non sembra particolarmente esaltante e le caratteristiche da migliorare sono parecchie.
Speriamo che le stiano tenendo nascoste in garage, pronte ad essere svelate in sede di review. Altrimenti, vista l'abbondanza di titoli simili (e l'imminente uscita dell'attesissimo Burnout 4), il rischio di vedere rimanere molte copie a prender polvere sugli scaffali è davvero alto.