Lightning Returns: Final Fantasy XIII

di Valerio De Vittorio
Nonostante le aspre critiche ricevute da una fetta d'utenza, Final Fantasy XIII non solo ha riscosso un buon successo ma si é assicurato ben due seguiti. Un piccolo primato, per la saga. Una caratteristica della serie Square Enix é infatti il coraggio di cambiare, proponendo ad ogni nuova iterazione, mondo, personaggi e persino gameplay sempre nuovi. Lightning Returns: Final Fantasy XIII segnerà la fine della trilogia ambientata nel mondo di Gran Pulse e vede tornare, come suggerito dal titolo, la protagonista dopo la pausa del secondo capitolo. Se l'ambientazione é la medesima dei due predecessori, così come molti saranno i volti che torneranno, stupisce il lavoro svolto sul fronte del gameplay, diversissimo dall'originale Final Fantasy XIII e persino dal sequel che già si era distinto per molte unicità. Grazie all'invito del distributore italiano Koch Media, abbiamo avuto modo di impugnare un pad Playstation 3 e passare un paio d'ore in compagnia della bella guerriera.

Salvatrice e signora del tempo
Sebbene non sia la prima volta che proviamo il titolo (qui trovate la nostra precedente anteprima), l'occasione si é rivelata molto ghiotta un po' perché il codice che avevamo in mano era ormai completo e un po' perché abbiamo potuto iniziare la storia dal principio, assaporando così il piacere di scoprire le nuove dinamiche e lasciarci coinvolgere nella narrazione. Vi facciamo un breve riassunto della trama, evitando spoiler sia del titolo stesso che dei precedenti capitoli, ovviamente. Siamo 500 anni dopo la fine di Final Fantasy XIII-2, il mondo sta per finire e precisamente gli restano ancora 13 giorni. Lightning viene risvegliata dal suo sonno ed insignita del non facile ruolo di salvatrice; grazie ai poteri donatigli dalla divinità Bhunivelze, dovrà viaggiare per le terre di Nova Chrysalia, un mondo nato dalla fusione tra Gran Pulse e l'Unseen Realm, e salvare le anime delle persone.




Non c'é modo di fermare l'apocalisse, per questo Lightning può solo raccogliere le anime della gente nella speranza di popolare un mondo nuovo. Il tempo giocherà un ruolo fondamentale nell'avventura. All'inizio avremo a disposizione in realtà sei giorni, ma terminando alcune quest, guadagneremo un certo controllo sullo scorrere delle ore e allungheremo il timer di sette giorni. Questo é un tema che ritornerà nel gioco a più riprese, visto che appunto terminare missioni primarie e secondarie significa anche recuperare qualche giro delle lancette. Inoltre durante la navigazione dei menu, scene di intermezzo, quando nei negozi e altro il tempo si fermerà. Questi elementi ci hanno subito tranquillizzato sul ruolo del conto alla rovescia, ben evidenziato da un'icona costantemente a schermo. La paura era dover correre contro il tempo, fattore che avrebbe potuto disturbare il piacere dell'esplorazione. Così non é invece, e nonostante sia sempre consigliato tenere un occhio sulle lancette, sembra che potremo goderci l'avventura con una certa tranquillità.

Libera esplorazione
Da un punto di vista del gameplay, se state seguendo lo sviluppo del gioco, saprete già che Lightning Returns intraprende una strada molto diversa rispetto all'originale Final Fantasy XIII, abbandonando la linearità a favore di una esplorazione quasi completamente libera del mondo di gioco. Tornano le città ed é possibile raccogliere numerose quest da completare nell'ordine che si preferisce. Vi sono tre tipologie di missioni, quelle principali legate alla storie, secondarie, da acquisire parlando con i vari NPC ed infine abbiamo le richieste postate sulle tavole degli annunci. In Lightning Returns completare le quest significa acquisire esperienza e punti per manipolare il tempo, dettaglio non da poco soprattutto per quanti amino spolpare fino all'ultimo i giochi, cosa altrimenti impossibile visto il limite di 13 giorni. Pare sia possibile terminare tranquillamente l'avventura senza preoccuparsi troppo dell'orologio comunque, relegando questo elemento a ruolo di sfida per i completisti ed i giocatori più esperti.



Questi vorranno affrontare il titolo a livello di difficoltà Normal (l'Hard si sblocca solo dopo il primo playthrough) mentre Easy appare la scelta più consigliata per quanti desiderino gustarsi la storia ed il gameplay senza troppi grattacapi. Un'altra ricompensa per la quale sembra valga la pena dedicarsi alle varie missioni é rappresentata dai costumi e dagli accessori. Questi rappresentano un elemento centrale nell'esperienza, visto che il Battle System si basa fortemente sugli abiti indossati dalla bella protagonista. Lungi dall'essere un mero orpello estetico, il sistema dei vestiti non é altro che un elaborato surrogato di un menu per la gestione dell'equipaggiamento. L'elemento che abbiamo trovato molto interessante é come ciò si ripercuote nei combattimenti, dove l'alternanza fra tre ruoli attivabili a piacimento permette alla protagonista, sempre da sola contro tutti, di fare da maga, piuttosto che guerriera o curatrice. Ogni "job" (ve ne sono altri e sono tutti personalizzabili) é rappresentato da un abito differente, con oggetti ed armi ad esso connessi i quali forniscono potenziamenti ed abilità attive o passive in aggiunta. Nonostante il poco tempo a disposizione, uno sguardo al menu ci ha permesso di osservare un livello di profondità davvero promettente che unito ad un battle system veloce e divertente dovrebbe garantire un'esperienza di gioco intrigante e fresca. Per una descrizione accurata ed approfondita del sistema di combattimento, vi rimandiamo alla nostra precedente anteprima.

Aspettando la fine
Il condizionale é purtroppo d'obbligo. Lightning Returns é infatti già disponibile in Giappone ormai da fine novembre e i pareri che ci sono arrivati sono contrastanti. Il titolo sembra confermare le buone impressioni che abbiamo avuto sul gameplay, profondamente rinnovato e capace di intrattenere con idee anche originali. D'altra parte sono diverse le caratteristiche che non hanno convinto tutti. Prima fra tutti la trama, che potrebbe deludere le nostre attese nonostante una protagonista carismatica ed il ritorno di molti personaggi che a quanti abbiano apprezzato i primi due capitoli farà sicuramente piacere rivedere. E poi vengono citati imperfezioni nell'impianto di gioco, poco calibrato e non privo di bug. Le nostre due ore in compagnia del titolo Square Enix, dobbiamo ammetterlo, ci hanno divertito ed intrigato non poco. Il desiderio di scoprire cosa ci attende c'é. Da non sottovalutare l'ottimo comparto tecnico, che sembra spremere a dovere le ultime risorse delle nostre ormai esauste console per portare a schermo una direzione artistica molto curata. Certo, se non avete apprezzato le scelte di design dei due precedenti lavori, non aspettatevi grossi cambiamenti, viceversa, rimarrete molto soddisfatti. Ottimo l'accompagnamento sonoro, che ci ha subito accarezzato l'udito con una colonna sonora accattivante ed un doppiaggio in inglese ben fatto. La localizzazione in italiano sarà limitata alla parte testuale, come accaduto per il resto della serie, mentre pare confermato il rilascio di un DLC gratuito per poter giocare utilizzando le voci giapponesi originali.