Lost Planet 3

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Un evento organizzato dal distributore italiano di Capcom (Digital bros. ) ci ha permesso di saggiare in anteprima Lost Planet 3 sia nella sua forma singolo giocatore che multigiocatore. Come sarà andata sul pianeta ghiacciato? scopriamolo insieme.

Una storia più consistente


Uno degli elementi che maggiormente avevano colpito, in negativo, molti dei fan della saga era l'orientamento squisitamente multigiocatore che aveva preso il secondo capitolo. Dopo una serie di lamentele più o meno velate, gli sviluppatori hanno deciso di tornare alle origini non solo proponendo una modalità singolo giocatore più corposa scissa da quella multi, ma riportando al clima glaciale il pianeta che fa da sfondo alla vicenda: E.D.N. III.

In questa nuova incarnazione dello sparatutto in terza persona sviluppato da Spark unlimited, incarneremo il mercenario Jim Peyton, che accettando il lavoro proposto dalla Neo-Venus Construction verrà spedito sul pianeta ghiacciato E.D.N. III con lo scopo di costruire stazioni termali in grado di combattere la rigidità delle temperature e allo stesso tempo estrarre del prezioso materiale. Ambientato prima dei precedenti capitoli, il titolo vede infatti la NEVEC ancora nella posizione dei buoni. Questa nuova collocazione temporale ha dato anche la possibilità agli sviluppatori di diversificare alcuni elementi all'interno del gameplay. Il pianeta, ad esempio, risulta ancora più ostile di quello che avevamo conosciuto nel primo Lost Planet, con una serie di tempeste glaciali che, diversificate in vari livelli, giocheranno un ruolo fondamentale all'interno del gameplay. Stesso discorso per i mech, che chiamati Rig non avranno come uso primario quello della forza, bensì, quello dell'estrazione. Delle futuristiche macchine da lavoro.

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La breve demo in singolo giocatore ci ha permesso di fare conoscenza con i comandi di gioco e con i protagonisti che prenderanno parte alla storia. Atterrato in maniera decisamente brusca il nostro personaggio ha subito fatto conoscenza con la razza aliena che popola il pianeta: gli akrid. Alieni che il più delle volte richiamano forme animalesche realmente esistenti. L'arrivo dei mercenari, anch'essi al soldo della NEVEC, ci salverà da una morte certa.

L'arrivo e l'esplorazione della base, altro non é che un grosso tutorial in cui, come detto, prenderemo coscienza dei personaggi, delle loro mansioni e di diversi elementi che giocano un ruolo fondamentale all'interno della campagna. Oltre al boss, che ha il compito di assegnarci missioni più o meno pericolose, stringeremo “amicizia” con un mercenario francese che il più delle volte ci farà da spalla, oppure, con Gale un giovanotto tanto brillante quanto logorroico addetto alla riparazione e alla modifica del Rig. Infine, non mancherà il mastro delle armi che ci permetterà, crediti permettendo, di acquistare nuove armi o modificare quelle presenti.

Proprio i crediti giocheranno un ruolo fondamentale, e potremo guadagnarli solamente portando a compimento i contratti assegnati. Gli sviluppatori ci hanno assicurato che oltre alle missioni che compongo la storia principale, potremo anche prendere parte a dei compiti secondari diversificati tra loro, come vi spiegheremo tra poco.

La demo, ci ha dato modo di portare a compimento anche il nostro primo contratto, che in primis ci chiedeva di andare a recuperare il nostro compagno francese sperduto fuori dalla base, ed in secondo luogo riattivare una stazione termale diventata luogo di nidificazione da parte di alcuni akrid a forma di ragno.
Sessione, che ci ha permesso sia di prendere confidenza con il Rig ed allo stesso tempo conoscere alcune razze nemiche. Pur essendo un mezzo di lavoro, il mech ha dalla sua una trivella e un gancio che all'occasione possono diventare letali ed offensivi. Per quanto riguarda i nostri nemici invece oltre ai ragni, rapidi ma facile da abbattere, abbiamo conosciuto delle specie di pantere anch'esse veloci con in più l'abilità del salto e una sorta di ragno gigante decisamente più impegnativo da abbattere dei suoi piccoli. Fortunatamente dalla nostra oltre alla classica pistola, avevamo un fucile a pompa decisamente performante e una serie di granate che potevano essere utilizzate dei fori di emersione dei nemici.
€ Riattivata la postazione termale e preso il suo contenuto abbiamo fatto ritorno alla base e l'arrivo di una tempesta decisamente imponente ha di fatto concluso la breve demo.



Parlavamo di missioni secondarie però, e proprio il producer del gioco ci ha mostrato una delle varianti che potremo giocare. Chiamata “platform mode” la missione consiste nel trivellare una zona molto ricca di materie prime da riportare alla base. Utilizzando il Rig come trivella, il nostro compito sarà quello di difendere il mezzo dall'attacco dei nemici. Entrando nella modalità parcheggio il Rig potrà anche essere utilizzato come rifornimento di munizioni o cambio di armi. Inoltre, dovremo sempre tenere monitorata la salute del mech e nel caso ripararlo attraverso un mini gioco in cui bisogna trovare il giusto orientamento sfruttando lo stick di destra e di sinistra.

In linea di massima possiamo quindi affermare che il nuovo orientamento scelto per il titolo ci é piaciuto; la giocabilità risulta meno frenetica e oltre alle variabili date dal Rig, anche il combattimento risulta un minimo più ragionato. Staremo a vedere come si comporterà sulla distanza, ma i presupposti sono sicuramente buoni.

Modalità per tutti i gusti


Oltre alla storia, abbiamo avuto anche un piccolo assaggio del multigiocatore. Nella prima modalità 5 contro 5, ambientata nella mappa chiamata fortezza i giocatori nella squadra mercenari dovevano cercare di difendere e nel caso riparare una trivella scortandola fino ad un punto stabilito sulla mappa, i mercenari viceversa dovevamo cercare di sabotare l'operazione. La mappa, a metà tra i canyon ghiacciati e una base militare ci ha dato modo di testare le diverse classi predefinite presenti nella demo. Al classico fucile d'assalto o al fucile di precisione, ci ha colpito una sorta di mitragliatrice ad impulsi laser, coreografiche e d estremamente potente. A questo bisogna aggiungere la variante tattica offerta dal rampino, che ci permetterà di raggiungere praticamente ogni angolo della mappa ma sopratutto la possibilità di utilizzare dei mech come armi di attacco pesante.

La seconda modalità invece, era una sorta di capture the flag leggermente modificato. In pratica le due squadre devono prima abbattere un mostro in possesso della bandiera ed in seconda battuta riportare lo stendardo alla propria base. Il primo che arriva a tre punti vince. Sebbene più classica questa variante ci ha permesso di capire quanto può influire positivamente la scelta dell'equipaggiamento migliore. Ogni giocatore può infatti utilizzare due abilità che modificano alcuni parametri di gioco. A questo si aggiunge anche la possibilità di poter contare dopo una serie di kill anche su ulteriori aiuti molto simili alle killstreak di COD. Nel nostro caso potevamo piazzare una torretta di supporto.

Sarà infine presente anche la crescita del personaggio che sbloccherà ulteriori armi e abilità all'interno di una mappa che abbiamo solamente potuto sbirciare.

Ancora non ci esprimiamo sul comparto tecnico visto che la build soffriva di alcuni problemi abbastanza vistosi di frame rate e di telecamera. Tuttavia sia il level design che lo stile scelto ci sembrano interessanti e coinvolgenti, proprio per questo aspettiamo l'uscita del gioco e la sua ottimizzazione prima di giudicare. Da segnalare, lo strepitoso doppiaggio in lingua italiana, tra i migliori che abbiamo potuto ascoltare negli ultimi anni.

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Tirando le somme Lost Planet 3 si presenta come un'offerta sicuramente più completa e corposa di quanto fatto vedere nel secondo capitolo. Ovviamente le domande sono ancora tante e aspettiamo l'uscita del gioco verso fine agosto per il giudizio definitivo.