Lost Planet Extreme Condition

di Luca Gambino
Un pianeta ghiacciato, un uomo senza memoria, tanta azione e un comparto tecnico da urlo. Quattro vertici di un quadrilatero chiamato Lost Planet e messo in piedi dai signori di Capcom che mirano dritti al cuore di Xbox 360. Un cuore pulsante, certo, ma che fino ad ora ha fatto vedere solo una parte della sue potenzialità. Si chiamano i titoli "di prima generazione" quelli, per intenderci, messi in piedi giusto per accontentare gli "early adopters" e dare un senso alla nuova uscita. Ecco, Capcom con Lost Placet vuole segnare un profondo solco (sulla neve ?) tra la vecchia e la nuova generazione di titoli per Xbox 360. E le prime avvisaglie sembrano darle ragione, almeno per quel che concerne il reparto tecnico, apparso dalla nostra prova dei primi due livelli di gioco di primissimo ordine.


Certo, è da rimarcare come Capcom si sia concentrata espressamente su questo aspetto, relegando il gameplay ad uno stato piuttosto primitivo degli sparatutto. Deambulazione costante, armamento di tutto rispetto, tanta potenza di fuoco e bestiario nemico piuttosto stupido sono gli ingredienti di base di Lost Planet. Le incognite sono fondamentalmente rappresentate dall'ambiente di gioco, ovvero una enorme distesa ghiacciata dove il nostro protagonista si risveglia completamente privo di memoria, e le ostilità nemiche. Il primo problema sarà risolvibile attraverso il continuo recupero di speciali piastre energetiche che ogni nemico rilascerà sul terreno una volta abbattuto e contribuirà a mantenere la temperatura corporea del personaggio ad un livello accettabile. Il secondo problema, subordinato al primo e viceversa, sarà invece risolvibile grazie all'ampia e circostanziata potenza di fuoco a nostra disposizione. Mitragliatrici, fucili di precisione, fucili a pompa e rocket launcher trovano posto accanto ad armi più fantasiose come le energy gun sottratte ai nemici di turno. Il sistema di controllo e d'inventario di Lost Planet prende spunto sotto diversi aspetti da Halo, dal momento che il nostro personaggio potrà portare con sé solo due armi primarie e una secondaria. Ai trigger destro e sinistro saranno deputati i ruoli di fuoco rispettivamente dell'arma primaria e di quella secondaria (fondamentalmente granate). Gli altri tasti del pad sono riconducibili alle normali attività di un qualsiasi sparatutto, fatta eccezione per i due tasti dorsali, grazie ai quali potremo ruotare di 180° il nostro angolo di visuale. Decisamente comodo, soprattutto in combattimento.

Come detto in precedenza, gli avversari incontrati in Lost Planet sono apparsi piuttosto deficitari in termini di intelligenza artificiale, particolarmente disinteressati alla propria esistenza e con un campo di visuale decisamente ristretto. Il che, ovviamente, tende a facilitare fin troppo il nostro compito e ad appiattire l'intera esperienza di gioco che rischia di diventare un enorme sparatutto a scorrimento tecnologicamente pompato. Fortuna vuole che di tanto in tanto intervengano i classici Boss di fine livello a rendere più difficoltosa la nostra avanzata verso il successivo livello e alcuni eventi naturali (frane, slavine e simili) che richiederanno una certa prontezza di riflessi per evitare


A differenziare un gameplay che di per sé appare dello spessore della carta velina, interviene fortunatamente la possibilità di poter "vestire" alcuni esoscheletri più o meno potenziati che ci daranno accesso ad una maggiore potenza di fuoco e la possibilità di spiccare salti per raggiungere zone altrimenti inaccessibili, anche se il nostro eroe sarà dotato di un rampino che spesso lo aiuterà in diverse situazioni.

E' però sul versante tecnico che Lost Planet sembra voler realmente fare la differenza. Audio e soprattutto video portati ad un livello decisamente elevato, anche se non mancano le occasioni per storcere il naso. Strutture poligonali tagliate con l'accetta, un orizzonte visivo piuttosto limitato alcuni evidenti fenomeni di clipping limitano un po' il nostro entusiasmo, anche il quadro generale è assolutamente da spellarsi le mani. Esplosioni, effetti volumetrici di fumo e nebbia, l'incessante incedere dei fenomeni atmosferici e una definizione delle textures di altissimo livello (che possono però essere apprezzate solo in alta definizione), contribuiscono a rendere gli ambienti di Lost Planet uno dei migliori esempi delle potenzialità dell''hardware Xbox 360.

In sintesi, quindi, Lost Planet ci è apparso come un titolo dalle enormi potenzialità, nella speranza che a questi due livelli di gioco, apparsi si divertenti ma piuttosto piatti, Capcom sappia infondere un buon carico di novità e che sappia differenziare a dovere l'esperienza di gioco, aumentando magri il livello di sfida grazie ad una IA finalmente all'altezza anche del giocatore medio. Ma, come opportunamente ricordato dalla stessa software house ad inizio gioco, la qualità della demo non rispecchia al 100% quella del gioco finale e chi siamo noi per non credere ai signori di Resident Evil ? Appuntamento rimandato quindi al prossimo inverno quando, finalmente, potremo prendere possesso del pianeta ghiacciato di Capcom.