Manhunt 2
di
Massimiliano Balistreri
Quando uscì, sul finire del 2003, l'originale Manhunt, fece molto parlare di sé, nel bene e nel male. Nel bene indubbiamente per il suo feeling innovativo , grazie alla sua atmosfera claustrofobica e opprimente sapientemente mixata con elementi stealth; nel male per tutto lo stuolo di polemiche che ormai periodicamente accompagnano il lancio di quasi ogni titolo Rockstar. Il tutto legato ancora una volta all'alto tasso di violenza e situazioni cruente, che lo contraddistingueva. Con l'imminente lancio del seguito alle porte, Gamesurf non poteva certo lasciarsi scappare la ghiotta opportunità di saggiare quello che bolle in pentola, con qualche mese di anticipo. Ospiti negli studi londinesi di Rockstar, abbiamo potuto quindi assistere ad una esauriente presentazione degli elementi principali che questo sequel promette di gettare sul piatto. Sviluppato per l'occasione principalmente dalla neonata Rockstar London (Rockstar North è impegnata su un certo titolo che vedrà la luce questo autunno n.d.R), Manhunt 2 promette di partire dagli aspetti che hanno reso celebre il suo prequel e arricchirli ancor più, sia dal punto di vista contenutistico che per quando riguarda la cosmesi.
In Manhunt 2 vestirete i panni del giovane ma già affermato Dottor Daniel Lamb, apparentemente un uomo perfetto, con un lavoro ben pagato, una moglie e dei bambini che lo adorano. Ma il destino a volte è beffardo e spesso impalpabile quanto inesorabile. Nel tentativo di perseguire le sue ambizioni, Lamb si trova coinvolto in un progetto privato per la creazione di una sorta di arma neurologica, denominato Progetto Pickman, dal nome del suo ideatore. Proprio quando sembrava che il progetto fosse vicino alla meta, le sovvenzioni vennero a mancare; il dottor Pickman decise di continuare, sicuro che la svolta si trovasse ormai a portata di mano e Lamb fu con lui, talmente convinto del suo lavoro da offrirsi come cavia umana per testare su sé stesso gli effetti del farmaco. Scelta non troppo felice, visto che non molto tempo dopo si ritrovò suo malgrado rinchiuso a Dimore Asylum, una sorta di clinica di massima sicurezza per criminali mentalmente instabili.
Sei anni sono passati da quei tragici eventi e il Dottor Lamb si trova sempre, suo malgrado, rinchiuso in una cella imbottita, quasi come se la sua perfetta vita precedente non fosse mai esistita. Finchè una notte, complice un temporale di inaudita violenza e un blackout nella clinica, riesce finalmente ad evadere con Leo, il suo compagno di prigionia.
Il primo livello della demo che ci è stata mostrata rappresenta una sorta di tutorial che segue passo passo l'evasione del Dottor Lamb, mostrandoci le azioni fondamentali che potrà compiere. La meccanica di gioco deve molto al prequel e presenterà il protagonista in una visuale in terza persona. L'approccio stealth sarà normalmente preferibile, visto che tendenzialmente sarà quello che offrirà i migliori risultati nell'ottica di liberarsi di tutti coloro che cercheranno di frapporsi tra voi e la ricerca della verità sul progetto Pickman. Come in ogni gioco che dello stealth fa la sua filosofia, anche in Manhunt 2 nascondersi nell'ombra (naturale o ottenuta mediante la distruzione delle fonti di luce) sarà importante ma non sempre sufficiente, visto anche nell'ombra potrete essere individuati dai vostri persecutori se non avrete l'accortezza di evitare il pericolo, sfruttando l'apposito radar, e di generare il minimo rumore possibile. Interessante il supporto per le cuffie e il microfono usb, che vi permetteranno, oltre a distrarre o attirare i nemici in trappola, anche di percepirne precisamente gli spostamenti, in modo da preparar loro una morte veloce anche se tutt'altro che indolore.
Manhunt 2 fa infatti delle metodologie di "esecuzione" degli avversari il suo cavallo di battaglia. A seconda dell'approccio sul vostro bersaglio e della durata di preparazione, mostrata in varie fasi cromatiche da un mirino puntato sull'ignara vittima, potrete uccidere in svariati modi, tutti molto coreografici e truculenti, caratterizzati da spargimenti di sangue a volte talmente esasperati da risultare quasi disturbanti. Se normalmente utilizzerete le armi che troverete in giro per "giustiziare" le vostre vittime, tra cui si annoverano siringhe letali, coltelli, mazze, martelli, fucili e via dicendo, in alcuni particolari casi, precisamente quando sul radar verrà visualizzata un'icona forma di teschio all'interno di una locazione, potrete esibirvi in quella che viene identificata col nome di Environmental Execution, ovvero un'uccisione che prevede lo sfruttamento di un elemento caratteristico dell'ambiente.
Giusto per fare un esempio, nel livello successivo al tutorial, ambientato in un bordello, abbiamo osservato il protagonista sfruttare il cordone di un telefono per strangolare la propria vittima, per poi finirlo, piuttosto brutalmente, a colpi di telefono sulla testa. In generale le esecuzioni danno vita a vere e proprie sequenze cinematiche in real time, che pur risultando molto coreografiche e coinvolgenti, potrebbero rischiare, alla lunga, di spezzettare eccessivamente l'azione del giocatore. Le armi a vostra disposizione saranno di quattro tipologie fondamentali, identificate da altrettanti colori nel vostro inventario: le verdi, monouso, come le siringhe, quelle lanciabili, come i coltelli, di colore giallo, blu quelle tasportabili alla cintura mentre quelle trasportabili a tracolla saranno rosse. Ovviamente non potrete portare con voi tutto ciò che vorrete e sarete quindi forzatamente portati ad operare scelte che condizioneranno la vostra condotta nel gioco.
In una fase piuttosto concitata del secondo stage mostrato ad esempio appare evidente la necessità, per fare piazza pulita diei molti nemici concentrati in uno spazio ristretto, di affidarsi al fucile a pompa e ad una strategia molto caotica, dal momento che quella strealth in presenza di un numero troppo elevato di avversari non avrebbe potuto garantire analoga efficienza. Tecnicamente il gioco, almeno nella versione Ps2 che ci è stata mostrata, è risultato piuttosto gradevole, dimostrando ancora una volta come gli sviluppatori di Rockstar siano capaci di tirar fuori il meglio da questa console. Complesse strutture poligonali e texture più che discrete caratterizzano gli ambienti claustrofobici e inquietanti che faranno da teatro alle violenze del gioco. Altrettanto discrete le animazioni, unitamente ad una buona caratterizzazione dei personaggi principali e ad una regia molto ben gestita della telecamera sono tutti elementi che concorrono a rendere il gioco coinvolgente da vedere, esattamente come ogni buon thriller, oltre che da interpretare. Anche l'audio, elemento fondamentale in questo genere di titoli, è parso ottimo, contribuendo a creare la giusta atmosfera; menzione particolare per i doppiaggi che, seppur non definitivi, ci sono sembrati davvero molto ben recitati. Manhunt 2 è previsto per il prossimo Luglio per Ps2, Psp e Wii (con adattamento dei controlli alle potenzialità offerte da Wiimote e Nunchuck), farà senz'altro parlare molto di sé , così come già il suo prequel. Ovviamente ci auguriamo che se ne parli, oltre che per la violenza che lo contraddistingue, anche per la qualità della sua fattura che, almeno da quanto osservato, ci è sembrata tutt'altro che trascurabile.
In Manhunt 2 vestirete i panni del giovane ma già affermato Dottor Daniel Lamb, apparentemente un uomo perfetto, con un lavoro ben pagato, una moglie e dei bambini che lo adorano. Ma il destino a volte è beffardo e spesso impalpabile quanto inesorabile. Nel tentativo di perseguire le sue ambizioni, Lamb si trova coinvolto in un progetto privato per la creazione di una sorta di arma neurologica, denominato Progetto Pickman, dal nome del suo ideatore. Proprio quando sembrava che il progetto fosse vicino alla meta, le sovvenzioni vennero a mancare; il dottor Pickman decise di continuare, sicuro che la svolta si trovasse ormai a portata di mano e Lamb fu con lui, talmente convinto del suo lavoro da offrirsi come cavia umana per testare su sé stesso gli effetti del farmaco. Scelta non troppo felice, visto che non molto tempo dopo si ritrovò suo malgrado rinchiuso a Dimore Asylum, una sorta di clinica di massima sicurezza per criminali mentalmente instabili.
Sei anni sono passati da quei tragici eventi e il Dottor Lamb si trova sempre, suo malgrado, rinchiuso in una cella imbottita, quasi come se la sua perfetta vita precedente non fosse mai esistita. Finchè una notte, complice un temporale di inaudita violenza e un blackout nella clinica, riesce finalmente ad evadere con Leo, il suo compagno di prigionia.
Il primo livello della demo che ci è stata mostrata rappresenta una sorta di tutorial che segue passo passo l'evasione del Dottor Lamb, mostrandoci le azioni fondamentali che potrà compiere. La meccanica di gioco deve molto al prequel e presenterà il protagonista in una visuale in terza persona. L'approccio stealth sarà normalmente preferibile, visto che tendenzialmente sarà quello che offrirà i migliori risultati nell'ottica di liberarsi di tutti coloro che cercheranno di frapporsi tra voi e la ricerca della verità sul progetto Pickman. Come in ogni gioco che dello stealth fa la sua filosofia, anche in Manhunt 2 nascondersi nell'ombra (naturale o ottenuta mediante la distruzione delle fonti di luce) sarà importante ma non sempre sufficiente, visto anche nell'ombra potrete essere individuati dai vostri persecutori se non avrete l'accortezza di evitare il pericolo, sfruttando l'apposito radar, e di generare il minimo rumore possibile. Interessante il supporto per le cuffie e il microfono usb, che vi permetteranno, oltre a distrarre o attirare i nemici in trappola, anche di percepirne precisamente gli spostamenti, in modo da preparar loro una morte veloce anche se tutt'altro che indolore.
Manhunt 2 fa infatti delle metodologie di "esecuzione" degli avversari il suo cavallo di battaglia. A seconda dell'approccio sul vostro bersaglio e della durata di preparazione, mostrata in varie fasi cromatiche da un mirino puntato sull'ignara vittima, potrete uccidere in svariati modi, tutti molto coreografici e truculenti, caratterizzati da spargimenti di sangue a volte talmente esasperati da risultare quasi disturbanti. Se normalmente utilizzerete le armi che troverete in giro per "giustiziare" le vostre vittime, tra cui si annoverano siringhe letali, coltelli, mazze, martelli, fucili e via dicendo, in alcuni particolari casi, precisamente quando sul radar verrà visualizzata un'icona forma di teschio all'interno di una locazione, potrete esibirvi in quella che viene identificata col nome di Environmental Execution, ovvero un'uccisione che prevede lo sfruttamento di un elemento caratteristico dell'ambiente.
Giusto per fare un esempio, nel livello successivo al tutorial, ambientato in un bordello, abbiamo osservato il protagonista sfruttare il cordone di un telefono per strangolare la propria vittima, per poi finirlo, piuttosto brutalmente, a colpi di telefono sulla testa. In generale le esecuzioni danno vita a vere e proprie sequenze cinematiche in real time, che pur risultando molto coreografiche e coinvolgenti, potrebbero rischiare, alla lunga, di spezzettare eccessivamente l'azione del giocatore. Le armi a vostra disposizione saranno di quattro tipologie fondamentali, identificate da altrettanti colori nel vostro inventario: le verdi, monouso, come le siringhe, quelle lanciabili, come i coltelli, di colore giallo, blu quelle tasportabili alla cintura mentre quelle trasportabili a tracolla saranno rosse. Ovviamente non potrete portare con voi tutto ciò che vorrete e sarete quindi forzatamente portati ad operare scelte che condizioneranno la vostra condotta nel gioco.
In una fase piuttosto concitata del secondo stage mostrato ad esempio appare evidente la necessità, per fare piazza pulita diei molti nemici concentrati in uno spazio ristretto, di affidarsi al fucile a pompa e ad una strategia molto caotica, dal momento che quella strealth in presenza di un numero troppo elevato di avversari non avrebbe potuto garantire analoga efficienza. Tecnicamente il gioco, almeno nella versione Ps2 che ci è stata mostrata, è risultato piuttosto gradevole, dimostrando ancora una volta come gli sviluppatori di Rockstar siano capaci di tirar fuori il meglio da questa console. Complesse strutture poligonali e texture più che discrete caratterizzano gli ambienti claustrofobici e inquietanti che faranno da teatro alle violenze del gioco. Altrettanto discrete le animazioni, unitamente ad una buona caratterizzazione dei personaggi principali e ad una regia molto ben gestita della telecamera sono tutti elementi che concorrono a rendere il gioco coinvolgente da vedere, esattamente come ogni buon thriller, oltre che da interpretare. Anche l'audio, elemento fondamentale in questo genere di titoli, è parso ottimo, contribuendo a creare la giusta atmosfera; menzione particolare per i doppiaggi che, seppur non definitivi, ci sono sembrati davvero molto ben recitati. Manhunt 2 è previsto per il prossimo Luglio per Ps2, Psp e Wii (con adattamento dei controlli alle potenzialità offerte da Wiimote e Nunchuck), farà senz'altro parlare molto di sé , così come già il suo prequel. Ovviamente ci auguriamo che se ne parli, oltre che per la violenza che lo contraddistingue, anche per la qualità della sua fattura che, almeno da quanto osservato, ci è sembrata tutt'altro che trascurabile.