Marvel Vs Capcom 3

di Tommaso Alisonno
Gli anni '90 sono stati caratterizzati, soprattutto nel contesto delle sale giochi e delle console, da un fiorire incontrollato di picchiaduro: era l'hype di Street Fighter II, l'intramontabile capolavoro Capcom che fu seguito da decine di altri titoli più o meno scopiazzati, sia dalla concorrenza sia dalla stessa casa madre. Si arrivò ben presto anche ai titoli tematici, basati su serie di anime e fumetti, compresi diversi lavori sul sempre florido multiverso Marvel, e poi fu la volta dei cross-over, primo fra tutti X-Men Vs Street Fighter, divenuti in seguito sempre più completi, fino agli ottimi due Marvel Vs Capcom.

É noto poi che il trend sia variato, complice l'introduzione della grafica 3D “a tutti i costi” e il proliferare di altri generi di picchiaduro: alcune saghe hanno continuato a proporre nuovi capitoli, più o meno convincenti, ma Capcom, dopo qualche timido esperimento, si ritirò in disparte presa da altri brand. Recentemente, però, con l'ottimo Street Fighter IV e l'ancor più bello Super SSFIV, sempre Capcom ha restituito al genere la linfa vitale da tanto tempo assente, dimostrando che un concept di gameplaying semplice e funzionale può essere applicato a una tecnologia moderna ottenendo un prodotto superbo.



E così, mentre qualcuno comincia a bisbigliare su una prossima risurrezione anche per DarkStalker, Capcom decide di riportare in auge la sua più fortunata serie Cross-Over, ed ecco mostrare all'E3 i primi risultati, già giocabili, di Marvel Vs Capcom 3, con sottotitolo Fate of Two Worlds. Ovviamente la filosofia alla base del lavoro é la medesima di SFIV: realizzazione tecnica tridimensionale ma meccaniche bidimensionali, con in più rispetto all'ultimo lavoro la presenza costante della modalità TAG a tre personaggi, propria della serie MvsC.

Ritroviamo uno di fronte all'altro, pertanto, Ryu, Chun-li, Morrigan e Felicia da una parte, Wolverine, Hulk, Capitan America e Iron Man dall'altra, con in più tante new entry come Dante di DMC, Chris Redfield che sembra aver preso il posto di Jill Valentine, alcuni parlano anche di Frank West (ma ancora non é stato ufficialmente mostrato), e tutti hanno già avuto modo di ammirare il carismaticissimo Deathpool. Il rooster non raggiungerà i 56 (!!!) membri di MvsC2, ma dovrebbe comunque attestarsi intorno alla trentina. Per non scontentare i fan, Capcom sta lavorando gomito a gomito coi responsabili Marvel, in modo da caratterizzare tutti i personaggi ed inserire le loro storie e background nella vicenda del gioco nella maniera più efficace possibile.

La prima cosa che salta immediatamente all'occhio é il taglio grafico che gli sviluppatori hanno voluto dare all'opera, enfatizzando moltissimo le ombreggiature del cell-shading in modo da avvicinarsi spaventosamente allo stile dei fumetti americani. Il risultato, abbinato ad alcuni tocchi di classe come la cura delle textures (basti guardare le braccia di Wolverine), conferisce immediatamente al tutto un aspetto estremamente “cartaceo”, enfatizzato poi dagli effetti dei colpi andati a segno, tutti in esasperato stile Balloon. Per ottenere questo risultato, gli sviluppatori non si sono trattenuti dallo sfruttare le potenzialità del motore grafico MT Framework, lo stesso utilizzato per Lost Planet 2 e Resident Evil 5.




Ma la verità é che questi elementi si notano principalmente nelle animazioni d'inizio scontro o focalizzandosi su fermo-immagine di uno screenshot, perché quando il gioco entra nel vivo sono necessari una mente distaccata e una vista sovrumana per poter cogliere simili dettagli: questo perché l'azione é estremamente veloce e frenetica, a dispetto di coloro i quali accusarono il sistema di essere “lento”. La verità é semplicemente che SFIV si rifaceva a SFII e ne conservava anche i ritmi, mentre la saga di MvsC nasce e cresce direttamente in un concetto di Hyper-Fighting.
In effetti, la velocità di MvsC1 e 2, unita alla complessità della mappa dei comandi, é stato forse uno dei motivi per cui il brand é stato spesso considerato di “nicchia”, dedicato ossia solo ad una fascia elevatissima di hardcore beat'm'upper (tanto per dirne, una, ciascuno dei personaggi aveva un sistema diverso per effettuare una presa).

Per aprire il gioco ad un'utenza più ampia, pertanto, Capcom ha fatto tesoro di questa esperienza e di quanto sperimentato col recente Tatsunoko VS Capcom per Wii, mettendo i ncantiere un set di comandi che permetta anche ai neofiti di apprendere le basi, pur senza sacrificare una briciola della completezza del predecessore.

Avremo pertanto sei tasti di controllo, due dei quali dedicati allo switch del personaggio e tre utilizzati come comandi d'attacco “standard” Veloce, Medio e Potente. L'ultimo tasto prende il nome di “Exchange”, ed é ciò che rende il sistema unico e flessibile: di base potrà essere utilizzato come un qualsiasi altro tasto d'attacco, ma sarà anche il tasto di base per effettuare prese e proiezioni. Inoltre, utilizzato col giusto tempismo nel bel mezzo di una combo o addirittura di una parata, permetterà l'ingresso temporaneo in campo di un compagno di squadra, dando così vita a multi-attacchi o contrattacchi assolutamente devastanti. Un tasto per tutte le occasioni che padroneggiare sembra essere una delle chiavi di vittoria ai massimi livelli.

Purtroppo, finché non avremo modo di provare con mano una versione completa, non possiamo certo sbilanciarci più di tanto sul giudizio, ma Capcom ha sempre saputo fare suo il concetto di “squadra che vince non si cambia”, e se é riuscita a stupire noi e il mondo, giocatori hardcore e casual, con un prodotto come SFIV, sicuramente merita tutta la nostra fiducia per questo Marvel Vs Capcom 3: Fate of Two Worlds.