Mass Effect 2
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Abbiamo pensato a lungo ad un introduzione che fosse degna dei primi cinque minuti di “Mass Effect 2”, ma come potete constatare non l'abbiamo trovata. La sequenza iniziale dell'ultimo action rpg sviluppato dai ragazzi di Bioware é un esperienza elettrizzante, che non saremo certo noi a rovinare con antipatici spoiler. Vi basti sapere che questo capitolo, centrale nella trilogia pianificata dalla software house canadese, sta agli altri due come “L'Impero Colpisce Ancora” sta alla trilogia di “Star Wars”. “Mass Effect 2” é un capitolo di transizione, più complesso, più oscuro, per certi versi più affascinante del precedente. A giudicare da quanto abbiamo visto qualche giorno fa in Electronic Arts, gli sceneggiatori hanno dato fondo alle loro riserve artistiche per raccontare una storia ricca di azione e colpi di scena, che la confidenza raggiunta dai programmatori con gli strumenti di sviluppo é riuscita a valorizzare al meglio. Ovviamente i quindici minuti che abbiamo passato davanti alla console non ci hanno permesso di provare tutte le nuove meccaniche di gioco, ne di incontrare le nuove razze aliene o di esplorare le nuove location disponibili, ma ci hanno fatto comunque intuire quale sarà il futuro prossimo di una serie tanto apprezzata da critica e pubblico.
Correndo per gli antisettici corridoi di una sperduta stazione spaziale, infatti, abbiamo subito notato come la rettifica di un paio di meccaniche abbia sensibilmente modificato la giocabilità che abbiamo apprezzato un paio di anni fa. In “Mass Effect”, ad esempio, la potenza di fuoco del party era vincolata solamente dalla capacità di dissipare il calore caratteristica di ogni arma; in “Mass Effect 2” questo vincolo é stato sostituito dalla possibilità di portare con se solamente un numero limitato di proiettili. Sebbene questa scelta possa sembrare una piccola involuzione delle meccaniche di gioco, noi l'abbiamo particolarmente apprezzata. Il poter disporre di munizioni praticamente infinite poteva infatti spingere i giocatori meno esperti ad affidarsi quasi esclusivamente alle armi da fuoco per progredire nell'avventura, ignorando quelle abilità che rendono questo gioco diverso dalle decine di sparatutto in terza persona attualmente sul mercato. La consapevolezza di avere letteralmente i colpi contati spingerà il giocatore ad analizzare meglio il campo di battaglia e ad elaborare strategie un po più varie dello sparare a tutto quello che si muove su schermo. Accanto a questa importante modifica della formula di gioco originale, trova posto l'introduzione di un sistema di localizzazione dei colpi che, oltre ad essere bellissimo da vedere, ci permetterà di risparmiare tempo e munizioni consentendoci di mirare alle zone più sensibili del corpo dei nemici.
Anche la natura delle armi é stata leggermente modificata, accanto ai classici fucili e pistole trovano infatti posto ingombranti lanciagranate dalla potenza devastante, necessari per avere ragione delle nuove classi di nemici, esseri sintetici dal look appleggiante e dalla stazza decisamente importante. Un'altra piccola novità riguarda i minigiochi che in “Mass Effect” permettevano di hackerare terminali ed aprire armadietti sigillati. In Bioware hanno cercato di rendere più interattiva la procedura di sblocco elaborando delle attività decisamente più articolate del semplice inserimento di una sequenza di tasti. Durante la prova é capitato di ripristinare collegamenti elettrici giocando ad una variante del memory, oppure di ricostruire porzioni di codice selezionando gruppi di righe da una terminale a scorrimento verticale. Dobbiamo comunque dire che il livello medio di questi minigiochi si é rivelato piuttosto alto, caratteristica che potrebbe limitarne l'appeal. Non sarà inoltre possibile decidere di sbloccare un meccanismo impiegando una certa quantità di omni-gel, sostanza che é stata completamente eliminata in “Mass Effect 2” per lo scarso utilizzo che molti giocatori ne hanno fatto giocando il primo capitolo.
Purtroppo il codice da noi provato proponeva solamente le prime due missioni del gioco, non abbiamo quindi verificato quante e quali nuove abilità biotiche e tecnologiche siano state implementate, così come non abbiamo fatto la conoscenza di tutti i nuovi personaggi tra cui scegliere per allestire un party competitivo. L'aver conservato i salvataggi del primo capitolo, ad ogni modo, si rivelerà fondamentale dal momento che questi non modificheranno solamente l'aspetto del protagonista, ma avranno ripercussioni sull'intera avventura, semplificando oppure complicando alcune sezioni. Tecnicamente la produzione Bioware é notevolmente migliorata. Il codice di gioco é stato modificato per eliminare le lunghe corse in ascensore che camuffavano i caricamenti, così come é sparito quel ritardo nella visualizzazione delle texture che tante perplessità aveva destato dopo il lancio del primo capitolo.
Un grande passo in avanti é stato fatto anche sul fronte della varietà paesaggistica. Ogni pianeta esplorabile, infatti, proporrà un ambientazione unica, eliminando uno dei difetti più evidenti del primo capitolo, che riciclava ambientazioni standard e poco carismatiche. Oggi possiamo tranquillamente indicare “Mass Effect 2” come uno dei giochi più belli tra quelli sviluppati con l'Unreal Engine 3, motore grafico che i ragazzi di Bioware hanno sfruttato al massimo anche per realizzare i filmati di gioco. Durante la prova abbiamo notato che il minutaggio delle spettacolari cut-scene con cui e raccontata la trama del gioco, pur non raggiungendo gli eccessi di produzioni dal taglio cinematografico come “Metal Gear Solid”, é mediamente aumentato rispetto a quello delle cut-scene del primo capitolo, ed asseconderà le nuove opzioni di conversazione introdotte in questo seguito. Abbiamo infine apprezzato la colonna sonora del gioco ed il doppiaggio che, almeno in lingua originale, si avvarrà della collaborazione dei protagonisti di alcune saghe fantascientifiche di grande successo come “Battlestar Galactica”.
Correndo per gli antisettici corridoi di una sperduta stazione spaziale, infatti, abbiamo subito notato come la rettifica di un paio di meccaniche abbia sensibilmente modificato la giocabilità che abbiamo apprezzato un paio di anni fa. In “Mass Effect”, ad esempio, la potenza di fuoco del party era vincolata solamente dalla capacità di dissipare il calore caratteristica di ogni arma; in “Mass Effect 2” questo vincolo é stato sostituito dalla possibilità di portare con se solamente un numero limitato di proiettili. Sebbene questa scelta possa sembrare una piccola involuzione delle meccaniche di gioco, noi l'abbiamo particolarmente apprezzata. Il poter disporre di munizioni praticamente infinite poteva infatti spingere i giocatori meno esperti ad affidarsi quasi esclusivamente alle armi da fuoco per progredire nell'avventura, ignorando quelle abilità che rendono questo gioco diverso dalle decine di sparatutto in terza persona attualmente sul mercato. La consapevolezza di avere letteralmente i colpi contati spingerà il giocatore ad analizzare meglio il campo di battaglia e ad elaborare strategie un po più varie dello sparare a tutto quello che si muove su schermo. Accanto a questa importante modifica della formula di gioco originale, trova posto l'introduzione di un sistema di localizzazione dei colpi che, oltre ad essere bellissimo da vedere, ci permetterà di risparmiare tempo e munizioni consentendoci di mirare alle zone più sensibili del corpo dei nemici.
Anche la natura delle armi é stata leggermente modificata, accanto ai classici fucili e pistole trovano infatti posto ingombranti lanciagranate dalla potenza devastante, necessari per avere ragione delle nuove classi di nemici, esseri sintetici dal look appleggiante e dalla stazza decisamente importante. Un'altra piccola novità riguarda i minigiochi che in “Mass Effect” permettevano di hackerare terminali ed aprire armadietti sigillati. In Bioware hanno cercato di rendere più interattiva la procedura di sblocco elaborando delle attività decisamente più articolate del semplice inserimento di una sequenza di tasti. Durante la prova é capitato di ripristinare collegamenti elettrici giocando ad una variante del memory, oppure di ricostruire porzioni di codice selezionando gruppi di righe da una terminale a scorrimento verticale. Dobbiamo comunque dire che il livello medio di questi minigiochi si é rivelato piuttosto alto, caratteristica che potrebbe limitarne l'appeal. Non sarà inoltre possibile decidere di sbloccare un meccanismo impiegando una certa quantità di omni-gel, sostanza che é stata completamente eliminata in “Mass Effect 2” per lo scarso utilizzo che molti giocatori ne hanno fatto giocando il primo capitolo.
Purtroppo il codice da noi provato proponeva solamente le prime due missioni del gioco, non abbiamo quindi verificato quante e quali nuove abilità biotiche e tecnologiche siano state implementate, così come non abbiamo fatto la conoscenza di tutti i nuovi personaggi tra cui scegliere per allestire un party competitivo. L'aver conservato i salvataggi del primo capitolo, ad ogni modo, si rivelerà fondamentale dal momento che questi non modificheranno solamente l'aspetto del protagonista, ma avranno ripercussioni sull'intera avventura, semplificando oppure complicando alcune sezioni. Tecnicamente la produzione Bioware é notevolmente migliorata. Il codice di gioco é stato modificato per eliminare le lunghe corse in ascensore che camuffavano i caricamenti, così come é sparito quel ritardo nella visualizzazione delle texture che tante perplessità aveva destato dopo il lancio del primo capitolo.
Un grande passo in avanti é stato fatto anche sul fronte della varietà paesaggistica. Ogni pianeta esplorabile, infatti, proporrà un ambientazione unica, eliminando uno dei difetti più evidenti del primo capitolo, che riciclava ambientazioni standard e poco carismatiche. Oggi possiamo tranquillamente indicare “Mass Effect 2” come uno dei giochi più belli tra quelli sviluppati con l'Unreal Engine 3, motore grafico che i ragazzi di Bioware hanno sfruttato al massimo anche per realizzare i filmati di gioco. Durante la prova abbiamo notato che il minutaggio delle spettacolari cut-scene con cui e raccontata la trama del gioco, pur non raggiungendo gli eccessi di produzioni dal taglio cinematografico come “Metal Gear Solid”, é mediamente aumentato rispetto a quello delle cut-scene del primo capitolo, ed asseconderà le nuove opzioni di conversazione introdotte in questo seguito. Abbiamo infine apprezzato la colonna sonora del gioco ed il doppiaggio che, almeno in lingua originale, si avvarrà della collaborazione dei protagonisti di alcune saghe fantascientifiche di grande successo come “Battlestar Galactica”.