Max Payne
Quest'ultimo, intenso anno di videogiochi ha di fatto fornito a produttori e sviluppatori quelle che dovranno essere le linee guida per la realizzazione di titoli sempre più immersivi, totali. Parametri fondamentali si sono rivelati trama e carisma del personaggio principale, elementi un tempo solo marginali ma ora assolutamente necessari, invero non sufficienti, comunque presupposta una realizzazione tecnica di qualità. Ciò che per anni riusciva a fare la differenza come una grafica d'impatto non da ormai più garanzie di successo, e infatti i titoli che non hanno potuto contare su protagonisti che sfondassero lo schermo hanno dovuto cedere il passo a concorrenti in questo senso più agguerriti: é così che l'eroina di Drakan nulla ha potuto contro le misure di Lara Croft, e Corvus di Heretic II é stato facilmente dimenticato e soppiantato da Shadow Man. Fatto tesoro di queste esperienze, la 3D Realms si appresta a "costruire" un nuovo protagonista che possa conquistare di prepotenza le scene videoludiche, unitamente ad una trama avvincente ed accurata. Max Payne, il nuovo gioiellino Interplay, é un duro che non deve chiedere mai, di chiara derivazione hollywoodiana sia come immagine che come "sostanza". Giacca nera accoppiata a splendidi occhiali di stesso colore, sigaretta perennemente stretta tra le labbra, un arsenale tascabile per finire: ecco l'immagine del nuovo eroe che ci terrà compagnia in questo inizio millennio
Max Payne é, come si é potuto dedurre, un titolo tipicamente d'azione con abbondanza di sparatorie e stragi collettive. Prendendo le distanze dall'uso consueto della telecamera in soggettiva, la scelta della visuale é ricaduta nella terza persona poiché questa prospettiva riesce ad assicurare con più facilità una realizzazione marcatamente cinematografica, obiettivo fondamentale per il team di programmazione. Benché 3D Realms abbia ignorato la prima persona, Max Payne é comunque paragonabile più agli sparatutto cui siamo abituati piuttosto che ad arcade alla Tomb Raider, se non altro per l'alta concentrazione di piombo nell'aria a discapito dell'utilizzo della materia grigia in senso stretto. Tuttavia ad uno sguardo più attento si scopre che all'azione pura e canonica é stato aggiunto molto di più, e non chili di sangue come vari concorrenti sbandierano come fosse un traguardo formidabile, ma contenuti solidi e accattivanti, in una parola: cinematografici. L'idea che sta alla base é infatti quella di realizzare un film interattivo finalmente degno di tal nome e che possa coinvolgere al pari di una pellicola di John Woo
Max Payne é, come si é potuto dedurre, un titolo tipicamente d'azione con abbondanza di sparatorie e stragi collettive. Prendendo le distanze dall'uso consueto della telecamera in soggettiva, la scelta della visuale é ricaduta nella terza persona poiché questa prospettiva riesce ad assicurare con più facilità una realizzazione marcatamente cinematografica, obiettivo fondamentale per il team di programmazione. Benché 3D Realms abbia ignorato la prima persona, Max Payne é comunque paragonabile più agli sparatutto cui siamo abituati piuttosto che ad arcade alla Tomb Raider, se non altro per l'alta concentrazione di piombo nell'aria a discapito dell'utilizzo della materia grigia in senso stretto. Tuttavia ad uno sguardo più attento si scopre che all'azione pura e canonica é stato aggiunto molto di più, e non chili di sangue come vari concorrenti sbandierano come fosse un traguardo formidabile, ma contenuti solidi e accattivanti, in una parola: cinematografici. L'idea che sta alla base é infatti quella di realizzare un film interattivo finalmente degno di tal nome e che possa coinvolgere al pari di una pellicola di John Woo