MechWarrior 4
di
Redazione
Una guerra basata sull'utilizzo di enormi robot, pesanti fino a 100 tonnellate, armati in modo inverosimile, assume facilmente toni esasperati, che rischiano di cadere nel grottesco. Tuttavia fin dal 1985, quando uscì il gioco di strategia da tavolo Battletech, il pericolo fu evitato: l'alchimia tra gli scenari desolati del quarto millennio e le lotte di conquista tra enormi robot, evocava suggestioni epiche. La FASA, ideatrice del gioco, elaborò uno scenario a tratti disperato: i signori della guerra si sono contesi, per tutto il terzo millennio, la conquista delle zone spaziali (in particolare la Inner Sphere, ovvero la parte del sistema solare vicino la terra); i paesaggi hanno subito radicali trasformazioni e le macerie sono ora più diffuse delle zone abitate. Ma i signori della guerra continuano a fronteggiarsi per infime porzioni di territorio, non costruendo più nuovi Mech ma lottando con ciò che rimane delle prodigiose macchine da guerra del passato. L'ambientazione suggestiva, l'esaustività e l'originalità del regolamento, ne decretarono il successo; i giocatori soprassedettero sull'assurdità di 100 tonnellate miracolosamente rette su gambe antropomorfe. E gli appassionati arrivarono a costruire modellini personali di Mech, da usare nelle partite
Lo scenario del gioco da tavolo, che sembra ereditare tutte le paure atomiche della guerra fredda, stabiliva il solo orizzonte di scontri infiniti e senza senso; ma quando Battletech divenne un videogioco, si pensò subito di introdurre una storia in evoluzione, per sostenere e arricchire il gameplay. Il primo videogioco, uscito sempre negli anni '80 con lo stesso nome del gioco da tavolo, si basava su avvenimenti vissuti in prima persona: dopo le prime lezioni per guidare un Mech, assistevate impotenti all'invasione della vostra città ed eravate costretti a organizzare un piccolo esercito di Mech per punire gli invasori. Era un perfetto equilibrio tra azione (con inquadratura dall'alto), dialoghi ed enigmi con lo stile di un'adventure. Con tali precedenti, molti fan furono delusi quando l'Activision produsse il secondo episodio della serie, agli inizi degli anni '90. Infatti, Mechwarrior era esclusivamente un gioco di simulazione in 3D di battaglie tra Mech di due opposti clan, con un plot molto debole. Deludevano anche i bug e le imprecisioni del motore grafico. Nei successivi Mechwarrior 2 e Mechwarrior Mercenaries fu soprattutto migliorata la veste grafica, fino ad ottimi livelli; con Mechwarrior 3 (della Microprose) fu portata a livelli ancora superiori e si aggiunse una storia più avvincente (bisognava liberare dagli invasori un pianeta della inner sphere). Sempre rimanendo nel genere della simulazione con engine tridimensionale, 16 anni dopo la creazione del gioco da tavolo, Mechwarrior 4 promette un plot più ricco e un motore grafico completamente originale
Lo scenario del gioco da tavolo, che sembra ereditare tutte le paure atomiche della guerra fredda, stabiliva il solo orizzonte di scontri infiniti e senza senso; ma quando Battletech divenne un videogioco, si pensò subito di introdurre una storia in evoluzione, per sostenere e arricchire il gameplay. Il primo videogioco, uscito sempre negli anni '80 con lo stesso nome del gioco da tavolo, si basava su avvenimenti vissuti in prima persona: dopo le prime lezioni per guidare un Mech, assistevate impotenti all'invasione della vostra città ed eravate costretti a organizzare un piccolo esercito di Mech per punire gli invasori. Era un perfetto equilibrio tra azione (con inquadratura dall'alto), dialoghi ed enigmi con lo stile di un'adventure. Con tali precedenti, molti fan furono delusi quando l'Activision produsse il secondo episodio della serie, agli inizi degli anni '90. Infatti, Mechwarrior era esclusivamente un gioco di simulazione in 3D di battaglie tra Mech di due opposti clan, con un plot molto debole. Deludevano anche i bug e le imprecisioni del motore grafico. Nei successivi Mechwarrior 2 e Mechwarrior Mercenaries fu soprattutto migliorata la veste grafica, fino ad ottimi livelli; con Mechwarrior 3 (della Microprose) fu portata a livelli ancora superiori e si aggiunse una storia più avvincente (bisognava liberare dagli invasori un pianeta della inner sphere). Sempre rimanendo nel genere della simulazione con engine tridimensionale, 16 anni dopo la creazione del gioco da tavolo, Mechwarrior 4 promette un plot più ricco e un motore grafico completamente originale