Medal of Honor 2010

di Paul Herron
Tutti conosciamo la scena. Le onde si infrangono sul nostro battello, la gente vomita, le pallottole fischiano pericolosamente vicino alle nostre orecchie. Sono gli inconfondibili rumori dell'inferno che si sta per scatenare. Pochi coraggiosi hanno potuto vivere quest'inferno, altri ne sono stati semplici testimoni davanti allo schermo gigante del cinema, noi l'abbiamo vissuto davanti al nostro PC.

Tutti si ricordano perfettamente la "scena madre" di Allied Assault, il titolo che per la prima volta ha spinto veramente sul pedale del coinvolgimento emotivo del giocatore nelle vicende della seconda guerra mondiale e che ha di fatto dato il via a tutta una serie di titoli basati sullo stesso scenario bellico. Sebbene Medal of Honor abbia dato lo spunto a saghe come Call of Duty e Brothers in Arms, nel corso degli anni non é riuscita a dare alla formula quella freschezza necessaria per combattere alla pari con avversari che hanno saputo anche spostare l'asse temporale degli scontri, portando l'azione di gioco fino ai giorni nostri e dando al brand un senso di attualità e di costante update.



Adesso EA ci trascina direttamente nella valle di Shalikot, in Afghanistan, all'incirca nel 2002. Nel retro di un elicottero Chinook stiamo per essere trasportati in una zona presidiata dai Ranger all'interno di un'area di dominio dei talebani. Pochi attimi e siamo in azione, all'interno di un villaggio che si presume sia controllato da Al-Qeada. Tra porte abbattute, asperità del terreno afgano, il sole accecante e centinaia di colpi sparati dagli AK-47, sembra quasi di rivivere uno sbarco in Normandia spostato 60 anni in avanti. E non é roba da poco.

La missione é quella di cancellare letteralmente un villaggio e cercare i depositi di armi e postazioni. Vi spostate all'interno degli angusti viottoli spostandosi tra le baracche, sfondando porte e con la costante tensione di non sapere cosa ci attende dietro l'angolo. L'azione di gioco é assolutamente accurata. I compagni di squadra delimitano l'area d'azione, segnalano le porte da sfondare, si dispongono in posizione di copertura per poi entrare tutti insieme e liberare l'ambiente. Durante la missione siete costantemente in contatto con il quartier generale così, dopo aver messo in sicurezza il villaggio, vi ritrovate con una postazione nemica sulla collina alle vostre spalle. L'unica maniera per liberarsene é un attacco aereo. Viste le scie nel cielo chiedete un attacco aereo, però vi ritrovate in mezzo al pericolo. Segnalate dunque il bersaglio con un fumogeno e, voi e la vostra squadra, vi allontanate dalla zona calda utilizzando i muri come copertura, anche se é bene ricordare che possono essere spazzati via dal fuoco nemico.

Segnalato il bersaglio e messi al sicuro non resta che ascoltare un forte esplosione, condita con polvere e calcinacci. Colpo secco e risultato ottenuto. Il momento é ottimo per parlare della grafica, visto che gli effetti dell'attacco hanno creato un bel disordine reso a schermo con dovizia di particolari, al punto che la polvere che ha ormai invaso il nostro campo visivo sembra quasi soffocarci. Immagini al limite del fotorealismo grazie anche a ottimi giochi di luce, che dimostrano come in questa fase dello sviluppo il team stia cercando di ottimizzare le prestazioni dell'Unreal Engine 3, in grado di dare ottimi mezzi ai programmatori che sono riusciti a ricreare modelli poligonali dettagliati sia per quanto riguarda i protagonisti che le armi. Non solo però sabbia afghana, il gioco ci porterà a vedere verdi vallate e cime innevate.

Ma la missione deve continuare, anche se tra macerie e cadaveri lasciati dall'attacco aereo. L'atmosfera é arricchita da vari elementi come la presenza di carcasse di carri armati sovietici e le azioni scriptate di alcuni compagni che controllano la reale morte dei talebani. Tutto concorre a rendere la situazione estremamente cinematografica e reale, mentre a farci da sfondo continuano ad esservi montagne e vallate.




Giunti alle porte di un altro villaggio, poco prima di fare irruzione, si sente uno squillo di telefono seguito da un'esplosione tipica di un ordigno da guerriglia non convenzionale. La prima parte di demo finisce qui, e non ci resta che osservare l'arrivo dei Tier 1, i famosi soldati addetti alle “missioni impossibili”, estremamente più letali anche delle forze speciali. Se i ranger sono il “martello” dell'esercito, i Tier 1 arrivano quando é necessario operare di bisturi. Sono la crema dell'esercito degli Stati Uniti, abbigliati con abiti ed elementi locali per meglio mimetizzarsi. Ed ecco che in poco tempo il gioco cambia, diventando completamente diverso da quello che abbiamo visto sino ad ora. Ragionare prima di agire, muoversi di soppiatto e colpire in modo letale. Scontri a fuoco? Si, ma solo se la strategia ci assicura di essere vittoriosi.

Lungo il passo montano ci sono sicuramente molte capre, ma decisamente più talebani, tra l'altro armati con cannone AA e intendi a montare una cannoniera AC 130 Specter. Alcuni dettagli ci dimostrano che adesso siamo davanti ad una demo ricavata da una build decisamente vecchia rispetto a quella giocata con i ranger, ma si riesce comunque a intuire la portata del gioco, dove i programmatori hanno voluto utilizzare elementi realistici e conosciuti a tutti in mezzo ad alcune situazioni di fantasia, in modo da ricreare un'esperienza estremamente verosimigliante.

Il team DICE ha assicurato la presenza delle migliori meccaniche che la serie si porta con se sin dal primo episodio, comprese naturalmente corpose novità. Importanza rilevante avrà l'abilità di correre in copertura il prima possibile, esattamente come un vero soldato si salva la vita in base a come meglio riesce a sfruttare le trincee. Di alto livello anche il sonoro, esaltato dall'utilizzo degli auricolari. Estremamente realistici i rumori dell'ambiente, tra mezzi in movimento ed elementi naturali. Presenti anche delle chicche come l'ansimare di un avversario morente o il nostro battito cardiaco che aumenta il ritmo all'impazzata all'esplosione di una bomba.

Mentre é indubbio che sul mercato il gioco se la dovrà vedere con la saga di Modern Warfare, la decisione di portare Medal of Honor in Afghanistan ci é parsa decisamente azzeccata, nonostante attirerà sicuramente molte critiche. D'altro canto la serie é sempre stata inserita in un preciso contesto storico, non certo in un film di Jerry Bruckheimer. Niente fanatici nazionalisti sovietici o invasioni degli Stati Uniti ai limiti del possibile, solo situazioni estremamente reali.