Medal of Honor 2010

Una realtà da raccontare
Siamo volati a Stoccolma, approfittando degli ultimi raggi di sole della mite estate svedese, per incontrare i ragazzi di Electroni Arts che sono ormai da tempo a lavoro per portare a termine il nuovo capitolo di Medal of Honor che, questa volta, abbandona la pluriabusata ambientazione della Seconda Guerra Mondiale per portarci in Afghanistan, in quello che é senza troppi dubbi uno dei conflitti più cruenti e conosciuti dei nostri giorni. Logicamente non potevano mancare le classiche critiche e le voci di politici e opinionisti più o meno informati sul reale valore del gioco, conferma non sempre piacevole che, ad ogni modo, i fatti trattati rimangono di grande attualità e legati ad una ferita purtroppo ancora aperta e sanguinante.

Brothers in Arms.
Brothers in Arms.
Il motore grafico offre già ottimi scorci
Il motore grafico offre già ottimi scorci
Bell'orologio, amico!
Bell'orologio, amico!
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Ad ogni modo abbiamo avuto l'opportunità di giocare tre livelli in single player di questo nuovo sparatutto in prima persona che si avvicina orma ad ampie falcate ai negozi di tutto il mondo, avendo segnato sul calendario la data del prossimo 12 Ottobre per gli Stati Uniti, mentre i giocatori europei dovranno aspettare solo tre giorni in più. Ascoltando le parole dei ragazzi del team é parso chiaro sin dai annunci che tutto il lavoro profuso si é sviluppato dalla possibilità della consulenza di veri Tier 1, cioé corpi speciali dell'esercito degli Stati Uniti. Per chi ancora non lo sapesse, con Tier 1 si intendono particolari individui con capacità belliche fuori dal comune, inviati sul campo per portare a termine operazioni estremamente difficili. Medal of Honor vuole metterci proprio nei panni di questi eroi moderni (senza però scordare che parteciperemo anche alle operazioni dei rangers americani) e avvalersi dei loro consigli ha chiaramente fatto capire di voler immergere il giocatore in una ambientazione adrenalinica e fortemente drammatica.

I livelli a nostra disposizione ci hanno visto prendere confidenza con il gioco e con le sue varie meccaniche, senza naturalmente dimenticare la filosofia che lo impernia dal primo all'ultimo byte. Gli sviluppatori vogliono raccontarci una storia, anzi delle storie, tutte basate sul forte impatto emotivo del fronte. Non storie reali, ma storie più che verosimili. Racconti volutamente ricreati come in un film storico con necessità di regia in nome dello spettacolo, ma la forza per riportare al pubblico uno spaccato dei fatti reali. Tre situazioni profondamente differenti per impostazione e gameplay, tre capitoli dello stesso racconto.


Smembra e vinci


Tre vite, una guerra
Per trasportare le nostre menti e i nostri joypad nel mezzo del conflitto afghano é stato infatti deciso di guidarci attraverso a punti di vista differenti, naturalmente tutti legati alle forze di coalizione impegnate per la liberazione dello stato mediorientale. Abbiamo iniziato da terra, con un fucile ben stretto tra le mani, seguendo i nostri diretti superiori di fanteria con il compito di ripulire il classico villaggio costruito tra le montagne in mezzo a fredda roccia e rada vegetazione. “Belly the Beast”, la pancia dell'animale. E le milizie talebane non hanno mancato di farci sentire sia predatori che prede, alternando momenti di frenetici attacchi a situazioni in cui ci siamo trovati a doverli stanare dei loro nascondigli. Passo dopo passo, nemico dopo nemico.

Logicamente dobbiamo pensare a questo approccio come ad un vero e proprio tutorial, dove siamo guidati nelle nostre azioni, così da prendere la mano con le meccaniche di base del gioco, quantomeno per le occasioni in cui saremo parte della fanteria. La grafica fa subito vedere quello che é in grado di fare, mostrando ottimi paesaggi e animazioni fluide, dove logicamente sono presenti ancora alcuni elementi da migliorare, ma nulla che possa sembrare impossibile per il team di EA. Le sparatorie ci sono sembrate sin dall'inizio piacevoli, facendoci vivere situazioni abbastanza differenti tra loro, tra ispezioni, irruzioni, attacchi e difese della postazione appena conquistata. A dirla tutta, siamo anche riusciti a morire più di una volta, visto che i talebani si sono dimostrati discretamente combattivi e pronti a vendere cara la pelle.

Pochi minuti per prendere confidenza con i comandi e un po' più di tempo per terminare il nostro compito, ricordandosi sempre che, nelle situazioni peggiori, basta cercare un punto protetto per riposarsi e curarsi dalle ferite ricevute, per la gioia dell'anima più arcade degli FPS. Arrivati alla fine dello stage, ecco la sorpresa: in mezzo ad una situazione a dir poco calda, con la disperata necessità di ricevere rinforzi, ecco giungere la “cavalleria”, o meglio i famigerati elicotteri Apache, gingilli che arrivano a costare poco meno di venti milioni di dollari, prezzo che, la loro manovrabilità e potenza di fuoco, riescono pienamente a giustificare. Missione finita e tutti a casa a gustare le delizie della mensa da campo? Nemmeno a scherzare...


Sporgersi troppo potrebbe esserci letale
Sporgersi troppo potrebbe esserci letale
Faccia a faccia col nemico
Faccia a faccia col nemico
Entrare e "ripulire"!
Entrare e "ripulire"!


Medal of Honor 2010

Medal of Honor 2010

Questi primi tre livelli del single player di Medal of Honor cinfermano l'interesse mosso dal progetto, offrendoci uno spaccato di quello che potrà essere il prodotto finale. Ottima grafica, sonoro immersivo e gameplay che promette divertimento, sebbene dovrà essere provato sulla lunga distanza per poterci chiarire meglio le idee.Una cosa é certa: l'ambientazione Afghana dona all'FPS unsapore diverso da quanto visto sino ad oggi sul mercato e potrebbe essere un ottimo viatico pervivere un maniera un po' diversa le meccaniche di uno sparatutto in prima persona.

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