Medal of Honor: Underground
di
Redazione
Quando nell'ottobre dello scorso anno arrivò nei negozi Medal of Honor critica e pubblico furono concordi nel definirlo uno dei giochi per PlayStation più belli dell'anno e forse il migliore sparatutto in prima persona disponibile per la console. Un insieme di buona grafica, ottima giocabilità e palpabile atmosfera che ha dilettato moltissimi giocatori, trascinandoli piuttosto realisticamente attraverso i cupi giorni dell'occupazione nazista in Europa, vestendo i panni digitali del militare inglese Jimmy Patterson. A un anno di distanza Electronic Arts e Dreamworks tentano di superare se stessi realizzando Underground, il seguito ufficiale del gioco. Pur trattandosi di un sequel, gli avvenimenti presi in esame dal gioco sono antecedenti ai giorni del fatidico sbarco in Normandia: si torna cioé alle prime fasi dell'espansione nazista in Europa, quando ancora i bagliori di una possibile liberazione erano tenui e l'unica vera forza che puntava alla riconquista della libertà era la Resistenza ("Underground", appunto), e la trama del gioco proseguirà con avvenimenti che accadranno nei quattro anni successivi, fino appunto al fatidico D-Day del 5 giugno 1944
E proprio dalla Resistenza francese proveniva Manon Baptiste, la dolce e decisa informatrice della OSS (Office of Strategic Services) che nel primo Medal of Honor forniva tutte le preziose informazioni strategiche a Patterson. In Underground la parigina combattente lascia il suo ruolo di personaggio secondario per vestire quelli della protagonista assoluta del gioco. In un'intervista rilasciata tempo fa il produttore del gioco Scott Langteau ha confessato che la figura di Manon é pesantemente ispirata a quella realmente esistita di Héléne Déschamps-Adams, giovane combattente della Resistenza che lottò sul serio contro i nazisti a Parigi, e che ha potuto fornire elementi e dolorose testimonianze su quei giorni terribili nel suo libro autobiografico "The Spyglass Chronicles". Inoltre una vera appartenente all'OSS, Elizabeth McIntosh, e la scrittrice e storica americana Margaret Collins Weitz hanno collaborato con Dreamworks e controllato che il realismo del gioco fosse ai massimi livelli possibili, impreziosendo il gioco con le loro critiche e consigli
E proprio dalla Resistenza francese proveniva Manon Baptiste, la dolce e decisa informatrice della OSS (Office of Strategic Services) che nel primo Medal of Honor forniva tutte le preziose informazioni strategiche a Patterson. In Underground la parigina combattente lascia il suo ruolo di personaggio secondario per vestire quelli della protagonista assoluta del gioco. In un'intervista rilasciata tempo fa il produttore del gioco Scott Langteau ha confessato che la figura di Manon é pesantemente ispirata a quella realmente esistita di Héléne Déschamps-Adams, giovane combattente della Resistenza che lottò sul serio contro i nazisti a Parigi, e che ha potuto fornire elementi e dolorose testimonianze su quei giorni terribili nel suo libro autobiografico "The Spyglass Chronicles". Inoltre una vera appartenente all'OSS, Elizabeth McIntosh, e la scrittrice e storica americana Margaret Collins Weitz hanno collaborato con Dreamworks e controllato che il realismo del gioco fosse ai massimi livelli possibili, impreziosendo il gioco con le loro critiche e consigli